Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e Scetticismo: gli Anniversari dal 6 al 12 febbraio

Si ringrazia Aldo Grano per la segnalazione di una ricorrenza.

È il 10 febbraio 1306, e l’eroe scozzese William Wallace è stato giustiziato da meno di sei mesi, quando Robert the Bruce, ribelle al trono inglese e aspirante al trono di Scozia, uccide John Comyn – ribelle traditore e anch’egli prossimo alla corona scozzese – davanti all’altare della chiesa di Greyfriar a Dumfries; nell’arco di 8 anni, la Scozia annienterà le forze inglesi, acquisendo militarmente il diritto all’indipendenza (che dovrà difendere per i successivi decenni). A Edimburgo, più di due secoli e mezzo più tardi (il 10 febbraio 1567), Lord Darnley, marito in seconde nozze della regina di Scozia Maria Stuarda, viene trovato strangolato in circostanze misteriose; a farne le spese sarà la stessa Maria, aspirante al trono d’Inghilterra nella contesa fra cattolici e anglicani. La Cattolica sarà infatti imprigionata, ritenuta responsabile dell’omicidio, e – accusata anche del tentativo di assassinare la regina Elisabetta I d’Inghilterra – sarà decapitata l’8 febbraio 1587. Scozia e Inghilterra sono ormai riunite da ben più di un secolo, quando il 10 febbraio 1840, la regina Vittoria convola a nozze col principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha; il loro si rivelerà un’unione d’amore (che porterà alla nascita di nove figli), e, alla morte prematura di lui – appena quarantaduenne – lei porterà il lutto per il resto della sua (lunga) vita. L’8 febbraio 1904, la nipote di Vittoria, la zarina Alessandra Fedorovna, si trova a fronteggiare col marito Nicola II una delle più grandi crisi militari dell’ultimo zar, quando il Giappone, a sorpresa, assalta (ricorda niente?) la flotta russa stanziata a Port Arthur, in Manciuria: è l’inizio della guerra russo-giapponese, che vinta dal Sol Levante, affosserà le già precarie casse dell’impero continentale, gravando sulla popolazione che si ribellerà una prima volta di lì a pochi mesi.

11 febbraio 1929: Papa Pio XI e Benito Mussolini firmano il concordato tra Vaticano e Regno d’Italia (credit: Pubblico Dominio)

Tornando al secolo precedente, l’11 febbraio 1858, Bernadette Soubirous, una ragazzina quattordicenne di Lourdes, sui Pirenei, dichiara di aver avuto la visione di una donna in una nicchia nella roccia; nei giorni successivi, racconterà di aver avuto altre visioni e di aver ricevuto, in una di queste, la richiesta di costruire sul posto una cappella. Nascerà così il Santuario di Nostra Signora di Lourdes, nelle acque della cui fonte – si dice scoperta dalla stessa Bernadette su indicazione della donna nella visione – si bagnano ogni anno centinaia di migliaia di fedeli. Quasi tre quarti di secolo più tardi, in Italia, si concludono le trattative fra il governo di Mussolini e il papato di Pio XI: l’11 febbraio 1929 vengono firmati a Roma i Patti Lateranensi, che oltre a riconoscere l’autorità pontificia sul Vaticano, regoleranno i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica ben oltre l’epoca fascista, fino al loro rinnovo nel 1984. Tornando alla famiglia reale britannica, il 6 febbraio 1952 Giorgio VI del Regno Unito, gravemente malato, muore di infarto; gli succede la figlia, che diventerà Elisabetta II; al momento della successione, è costretta a un rientro forzato dal Kenya, dove si trova in viaggio con il marito, Filippo Mountbatten. Da tutt’altra parte nel mondo, in Medio Oriente, l’11 febbraio 1979, con la fuga dello Scià e la caduta del governo, l’Ayatollah Khomeini prende il comando di quella che diverrà la repubblica Islamica dell’Iran. Esattamente undici anni più tardi, l’11 febbraio 1990 in Sudafrica, avviene invece una delle più grandi conquiste dei diritti civili nel paese: grazie alla volontà del Presidente Frederik Willem de Klerk, Nelson Mandela viene rilasciato dopo 27 anni di prigionia; l’evento porterà allo smantellamento delle politiche segregazioniste dell’apartheid e all’ascesa dello stesso Mandela a Presidente della Repubblica Sudafricana. Nel frattempo, nella Comunità Europea, i rappresentanti dei dodici paesi firmatari siglano il 7 febbraio 1992 in Olanda il Trattato di Maastricht: entrerà in vigore il primo di gennaio dell’anno successivo e, stabilendo i parametri per accedere all’organizzazione internazionale, sancirà l’inizio dell’Unione Europea. Nel frattempo, dopo un lungo torpore durato un secolo e mezzo, il 7 febbraio 2013 lo stato del Mississippi certifica ufficialmente il XIII Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America (a dire il vero, pur ultimo paese a farlo, dopo averlo siglato nel 1995), riconoscendo quindi l’abolizione della schiavitù. Meglio tardi che mai: 130 per una firma, altri 18 per ratificarla.

STORIE INCREDIBILI

La copertina di un fumetto di propaganda anticomunista riporta: “è questo il futuro? L’America sotto il comunismo!” (credit: Pubblico Dominio)

IL TERRORE ROSSO. La guerra fredda sconvolge gli animi dei cittadini statunitensi; alla fine della Seconda Guerra Mondiale, un altro paese – una dittatura comunista – assurge a forza militare equivalente a quella USA, per giunta dotandosi della stessa bomba – l’atomica – che ha dimostrato la superiorità bellica a stelle e strisce. Già con la rivoluzione russa e negli anni successivi, il panico anticomunista ha portato a politiche repressive e violenze e violazioni da parte dell’autorità. Il 9 febbraio 1950, un senatore statunitense, Joseph McCarthy, durante un discorso al Club delle Donne Repubblicane di Wheeling (in Virginia Occidentale), dichiara di avere una lista di persone, note al Segretario di Stato, che “sono membri del Partito Comunista e lavorano per il Dipartimento di Stato“. Nonostante le accuse non abbiano prove chiare a sostegno, è l’inizio di una ondata di terrore che durerà per 4 anni, arrivando ad accusare di spionaggio comunista – per lo più a casaccio – dipendenti pubblici, militari, ricercatori e persino star hollywoodiane. Saranno indagati o finiranno sotto interrogatorio, fra i tanti, anche Albert Einstein, Linus Pauling, Charlie Chaplin (che, britannico, sarà di fatto esiliato dal paese fino agli anni ’70), Walt Disney, Gary Cooper, Bertolt Brecht, Thomas Mann e Aaron Copland. Molti nomi dell’industria cinematografica verranno licenziati o scartati per la loro sospetta vicinanza politica al comunismo. Numerose cause legali e il progressivo cambiamento dell’opinione pubblica stempereranno nel tempo l’isteria collettiva; lo stesso McCarthy, ormai considerato più fanatico che credibile, sarà formalmente censurato dal Senato nel dicembre 1954, portando ad un lento tramonto la fobia che da lui prende il nome.

L’immagine, presa da una telecamera di sorveglianza del New Strand Shopping Centre e consegnata alla polizia, diffusa nel 1993 nella speranza di scoprire l’identità dei rapitori della vittima (credit: New Strand Shopping Centre).

UN ORRORE INAUDITO. Il 12 febbraio 1993, James Bulger, un bimbo di due anni, si trova nel centro commerciale “The Strand” a Bootle, in Inghilterra, non lontano da Liverpool. Sono le 15:40; la madre lo perde di vista per un breve momento, e del figlio non c’è più traccia. Viene ritrovato senza vita due giorni più tardi, il 14 febbraio, a 4 chilometri di distanza, sulle rotaie della ferrovia, e sul corpicino mutilato sono trovate numerose tracce di violenza. La polizia recupera i video di sorveglianza del centro commerciale, individuando due sospetti del rapimento: alle 15:42 uno dei due, in particolare, prende per mano il piccolo James e lo accompagna verso l’uscita. Vengono diffuse le immagini dalle TV locali, e una donna riconosce uno dei rapitori – si tratta di Jon Venables, un ragazzo che, insieme a un amico (Robert Thompson), il giorno della scomparsa di James ha “bigiato” da scuola. Entrambi hanno 10 anni; le prove su di loro saranno schiaccianti e, processati lo stesso anno (con modalità che verranno sanzionate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) saranno condannati a 10 anni di detenzione in strutture specializzate. Saranno successivamente rilasciati nel 2001 (dopo aver scontato la loro pena ridotta a 8 anni), utilizzando procedure analoghe a quelle del programma di protezione dei testimoni. La loro identità è ancora oggi sconosciuta, nonostante i numerosi tentativi per rintracciarli da parte di privati cittadini, vigilantes e squilibrati. Venables e Thompson saranno gli assassini più giovani mai incarcerati nel XX secolo.

Una rappresentazione pittorica della “processione di meteore” del 1913, dipinto dal canadese Gustav Hahn, artista appassionato di astronomia (credit: Pubblico Dominio)

“LUNA” O “LUNE”? La sera del 9 febbraio 1913 a Toronto, all’osservatorio David Dunlap arrivano numerose telefonate per segnalare una straordinaria processione di meteore, che si sono susseguite nel cielo per circa tre minuti e mezzo. I testimoni raccontano di aver visto numerosi “grappoli”, ciascuno composto da molte meteore (da 15 a diverse centinaia), dai colori vivaci e, in alcune testimonianze, accompagnate da un rombo caratteristico. Il giorno successivo, Clarence Chant, direttore dell’osservatorio, raccoglie le informazioni disponibili: il fenomeno è stato avvistato anche altrove, dagli USA fino al Brasile, per un’ampiezza di un quarto della circonferenza della terra, e è contraddistinto da un’atipica orbita circolare, una lunga durata e un (relativo) lento movimento di ciascuna meteora. Con le informazioni disponibili, Chant conclude che i meteoroidi da cui lo sciame si è originato dovessero essere stati catturati dall’orbita terrestre, divenendo, per quanto brevemente, satelliti naturali del pianeta. Smentite alla teoria di Chant sono state giudicate prive di fondamento, e le sue conclusioni sono supportate da lavori indipendenti successivi. Quello delle Cirillidi (dal nome del santo festeggiato il 9 febbraio fino agli anni ’60), tuttavia, non è l’unico caso conosciuto di oggetti spaziali che possono essere definiti “satelliti naturali” terrestri, per quanto temporanei: dal piccolo 2006RH120, solitamente in orbita intorno al sole ma periodicamente catturato dal nostro pianeta (l’ultima volta dal settembre 2006 al giugno 2007) ai numerosissimi oggetti ancora più piccoli e meno rilevabili.

STORIA E TECNOLOGIA

Un supercomputer IBM Deep Blue, equivalente a quello che sconfisse Kasparov, conservato al Computer History Museum a Mountain View, California (credit: James the photographer/Flickr, CC BY 2.0)

INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Il BBC Television Service, il primo canale britannico, è avviato da poco più di tre mesi, quando l’11 febbraio 1938 trasmette il primo programma televisivo di fantascienza della storia, basato su un’opera di Karel Čapek del 1921, “R.U.R.” (“Rossumovi Univerzální Roboti”, ovvero “androidi universali russi”); il neologismo “Robot” (parola ceca che significa “corvée”, “lavoro forzato”) si diffonde anche sul neonato piccolo schermo (e, di lì a quattro anni, sarà già canonizzato dalle Tre Leggi della Robotica di Asimov). I robot di Čapek sono in realtà cloni organici: nel mondo reale, bisognerà attendere fino al 6 febbraio 1959, con il deposito di un brevetto da parte dell’ingegnere elettronico Jack Kilby, di Texas Instruments, per vedere la nascita del circuito integrato, che rivoluzionerà la storia degli elaboratori e sarà cruciale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. E, il 10 febbraio 1996, un computer (Deep Blue di IBM) arriverà a battere un Campione del Mondo di scacchi, il russo Garry Kasparov, per una singola partita, pareggiando o perdendo, però, il resto degli incontri: servirà un altro anno per conseguire un’effettiva vittoria (e Kasparov arriverà a dubitare di essere stato battuto da una vera macchina).

Lo Skylab, fotografato a breve distanza dall’equipaggio di Skylab 4, l’ultimo a raggiungere il laboratorio orbitale (credit: NASA/Pubblico Dominio)

ABBANDONI E SCONTRI SPAZIALI. È l’8 febbraio 1974, e l’equipaggio di Skylab 4 lascia la stazione spaziale statunitense Skylab dopo 84 giorni in orbita (e più di 55 milioni di kilometri percorsi intorno al pianeta); non sanno che saranno gli ultimi a mettervi piede, perché lo Shuttle, il veicolo adatto a riportarla all’altezza corretta non sarà pronto fino al 1981, due anni dopo il suo ormai inevitabile rientro. Già il 7 febbraio 1984, tuttavia, il programma Space Shuttle è alla decima missione: gli astronauti Robert Stewart e Bruce McCandless, fra gli altri obiettivi previsti, completeranno la prima passeggiata spaziale senza alcun collegamento diretto con lo Shuttle, utilizzando un mezzo indipendente chiamato Manned Manuevering Unit. Due anni più tardi, il 9 febbraio 1986, la cometa di Halley inizia il suo più recente viaggio attraverso il Sistema Solare Interno, conclusosi nell’arco di poche settimane; con un periodo orbitale di circa 75 anni, farà il suo ritorno nel 2061. Il 12 febbraio 2001, la sonda NEAR Shoemaker raggiunge per prima il suolo di un asteroide, 433 Eros, lungo circa 34 kilometri e largo 11 e con una distanza dal sole prossima a quella di Marte. Qualora impattasse sulla Terra (e, fra milioni di anni, potrebbe effettivamente avvenire), causerebbe un cataclisma equivalente a quello che si suppone causò l’estinzione dei dinosauri, 66 milioni di anni fa. Ben più recente – il 10 febbraio 2009 – è lo scontro fra due satelliti artificiali, lo statunitense Iridium 33, in servizio per l’omonima rete di telecomunicazioni, e il russo Kosmos 2251, ormai in disuso; entrambi andranno completamente distrutti, riempiendo l’orbita di detriti pericolosi per i mezzi e i satelliti di passaggio.

L’astronauta Bruce McCandless compie la prima “passeggiata” spaziale completamente in libertà (credit: NASA/Pubblico Dominio)

In copertina: la cometa di Halley, fotografata nell’inverno 1986 dall’isola di Pasqua (credit: NASA/Pubblico Dominio)

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