Storia e scetticismo: gli anniversari

Storia e Scetticismo: gli Anniversari dal 20 al 26 marzo

Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra noto per la sua partecipazione alla Terza Crociata, apre tristemente le ricorrenze settimanali di Storia e Scetticismo: il 23 marzo 1199, durante l’assedio a un vassallo ostile a Châlus, in Francia, viene colpito alla spalla da un dardo di balestra nemica; la ferita, mal medicata, si infetterà, portandolo ad una cancrena che lo ucciderà nell’arco di due settimane. Nel corso degli anni, la sua storia – più o meno romanzata – sarà integrata nella leggenda di Robin Hood, divenendo il Re buono e giusto, opposto al fratello Giovanni Senzaterra (che, nella realtà, gli succederà al trono). Sarà un altro leader, Napoleone Bonaparte, che – evaso dall’isola d’Elba – il 20 marzo 1815 raggiunge Parigi, dove viene acclamato dalla cittadinanza; prenderà il potere francese per quelli che saranno ricordati come i suoi ultimi 100 giorni al comando (in realtà 111, ma le date del computo variano fra gli storici) e radunerà un esercito immenso (oltre 200.000 uomini) prima di scontrarsi contro le forze ostili di tutta Europa. Il secolo successivo, in Germania, esplode la furia nazista: il 21 marzo 1933 viene ultimata a Dachau la costruzione del primo campo di concentramento nazista, ben prima che sia chiaro il disegno di Adolf Hitler, che, tre giorni dopo (il 24 marzo 1933), con l’approvazione parlamentare del Ermächtigungsgesetz (“Decreto dei Pieni Poteri“), diviene a tutti gli effetti un dittatore; il suo primo atto è lo scioglimento del Sozialdemokratische Partei Deutschlands (il “Partito Socialdemocratico di Germania“, l’odierno SPD, rifondato dopo la guerra), che ha votato contro al decreto. Da quel momento in poi, prenderà forma l’orrore nazista, che ha lasciato cicatrici in tutta Europa, compreso il massacro delle fosse Ardeatine: il 24 marzo 1944, per rappresaglia contro un attentato partigiano che ha causato 33 morti tedeschi, le forze occupanti condannano a morte un totale di 335 militari e civili, uccisi (con un colpo di pistola alla nuca) a gruppi di 5 nelle cave di pozzolana in via Ardeantina a Roma. Di opposta natura è la ricorrenza di soli 21 anni più tardi: il 21 marzo 1965, Martin Luther King conduce migliaia persone – dopo due tentativi falliti a causa delle violenze delle forze di polizia – in una marcia (di oltre 80 kilometri) che durerà quattro giorni, da Selma a Montgomery, in Alabama, per garantire il diritto di voto alla popolazione afroamericana. Sarà lo stesso presidente Lyndon Johnson, con migliaia di unità delle forze federali, a proteggere i manifestanti dalla solerzia della polizia locale.

La petroliera Exxon Valdez incagliata nella scogliera della Bligh Reef, in Alaska, fotografata tre giorni dopo l’incidente.

Il 24 marzo 1989, nello stretto di Prince William, in Alaska, la petroliera Exxon Valdez, incagliandosi sugli scogli, disperde in mare quasi 41 milioni di litri di petrolio: sarà uno dei disastri ambientali più imponenti della storia, devastando 1.900 kilometri di coste e causando la morte di centinaia di migliaia di animali. Il 20 marzo 1995, nella metropolitana di Tokyo, non è un incidente a causare la morte di 12 persone e l’intossicazione di altre 1.300: alcuni membri del movimento religioso Aum Shinrikyo (“verità suprema“), fondato da Shoko Asahara sei anni prima, disperdono gas Sarin per ragioni ancora non chiarite. Il fondatore del movimento, insieme ad altri colpevoli, sarà condannato a morte per impiccagione, ed è oggi in carcere in attesa dell’esecuzione della sentenza. Il 20 marzo 2003 iniziano le operazioni militari della Seconda Guerra del Golfo: 160.000 unità statunitensi, britanniche, australiane e polacche entrano in azione nella prima fase del conflitto e apriranno la strada alla conquista di Bagdad in poco più di un mese. Si scoprirà più avanti che l‘invasione, iniziata ufficialmente per far fronte alla minaccia della presenza di armi chimiche e batteriologiche nel paese, è basata su informazioni false; non per questo sarà meno letale, causando un totale di almeno 170.000 vittime, anche a causa della guerriglia successiva al conflitto. Il 24 marzo 2015, infine, Andreas Lubitz, un co-pilota di un aereo della compagnia aerea low-costGermanwings”, decide di porre fine alla sua vita nel volo fra Barcellona e Düsseldorf; il velivolo si schianterà sulle Alpi francesi, uccidendo tutte le 150 persone a bordo.

STORIE INCREDIBILI

Il logo di Heaven’s Gate, così come è ancora oggi pubblicato sul sito ufficiale del movimento (credit: heavensgate.com)

I CANCELLI DEL PARADISO. La cometa di Hale-Bopp, visibile ad occhio nudo già dall’estate del 1996, ha rappresentato un fenomeno astronomico di grande interesse non solo per la scienza, ma anche e soprattutto per il movimento religioso di Heaven’s Gate, fondato negli anni ’70 dall’insegnante di musica Marshall Applewhite e l’infermiera Bonnie Nettles. Ispirato da profezie bibliche, teosofia e fantascienza, Heaven’s Gate vede i fondatori come profeti alieni (ribattezzati “Ti” e “Do“) ed è in attesa dell’arrivo degli alieni, che porteranno i fedeli al “Next Level“, il successivo livello di esistenza. Nonostante fallisca il tentativo di individuarla, per Applewhite – restato solo dopo la morte di Bonnie nel 1985 – è certo che nella scia della cometa di Hale-Bopp si trovi l’astronave a loro destinata; per questo, affitta una enorme villa a Rancho Santa Fe, un paesino californiano vicino al confine col Messico, e vi si chiude con i fedelissimi. Il 26 marzo 1997, insospettita, la polizia entra nell’edificio: all’interno trova i corpi – alcuni già in decomposizione – di 39 persone. Oltre al fondatore Applewhite, si trovano 38 fedeli, di un’età compresa fra i 26 e i 72 anni, suicidatisi in tre tornate, per mezzo di barbiturici; gli aspiranti suicidi in attesa si sono occupati dei morenti, facilitandone la morte avvolgendo sacchetti di plastica intorno al capo delle volenterose vittime. Tutti e 39 i corpi sono vestiti con scarpe da ginnastica di marca, pantaloni neri con in tasca 5 dollari e 75 centesimi, e una maglietta nera con una mostrina che riporta la frase “Heaven’s Gate Away Team” (“squadra di sbarco di Heaven’s Gate”). Quest’ultimo è un riferimento diretto alla serie TV “Star Trek” che rende ancor più triste la scoperta, fra i corpi, del fratello dell’attrice Nichelle Nichols, nota nella serie fantascientifica col nome di Uhura. Il sito del movimento è ancora attivo oggi, gestito da un volontario superstite, sopravvissuto proprio per mantenere accessibili le informazioni ufficiali su Heaven’s Gate.

Una panoramica della cittadina di Arraba, nella quale si è originata l’epidemia di casi della misteriosa “malattia” che ha colpito la Cisgiordania tra il marzo e l’aprile 1983 (credit: AMSA83/month=July/Wikipedia, CC BY-SA 3.0).

L’ATTACCO CHIMICO MISTERIOSO. è il 21 marzo 1983 in Cisgiordania; 32 studentesse palestinesi della cittadina di Arraba vengono colte da sintomi inspiegabili, con capogiri e svenimenti. Nell’arco di alcuni giorni, gli episodi misteriosi colpiscono molte altre vittime, incluse alcune soldatesse israeliane: in tutto il territorio vengono registrati un totale di 949 casi. Palestinesi e israeliani si accusano vicendevolmente; il New York Times riporterà:

“La malattia sconosciuta ha infuocato le tensioni in Cisgiordania, scatenando il panico fra i residenti e provocando accuse estreme da ambo le parti. I leader palestinesi hanno accusato i coloni israeliani e il governo di utilizzare ‘armi chimiche’ nelle scuole cisgiordane per allontanare gli arabi nell’area, o per sterilizzare le ragazze arabe. Alcuni funzionari israeliani hanno accusato le fazioni palestinesi di utilizzare gas o sostanze chimiche per sollevare la popolazione”.

Mentre i primi casi sono probabilmente originati da una reale intossicazione (forse delle esalazioni sulfuree delle fogne di una scuola), le indagini dimostreranno che la maggior parte delle persone colpite dai sintomi sia stata semplicemente vittima dell’isteria di massa, fomentata anche dagli articoli sulla stampa israeliana e dalla suggestione della comunità medica palestinese.

Una tiara papale, tempestata di smeraldi, rubini e zaffiri conservata a San Pietro. La tiara di cartapesta era priva di metalli preziosi, ma – oggi dispersa – aveva un valore inestimabile proprio per le gemme che la adornavano (credit: MatthiasKabel/Wikipedia, CC BY-SA 3.0).

LA CORONA DI CARTA. Nel 1798, papa Pio VI è stato tradotto in esilio a Valence-sur-Rhône con il saccheggio del Vaticano da parte delle truppe francesi; ormai malato, non sopravvive per oltre un anno, lasciando vacante il seggio pontificio. Nel 1800, il Collegio cardinalizio elegge il benedettino Barnaba Chiaramonti (Pio VII) come successore del deceduto pontefice. Resta però un problema di difficile soluzione: le sacre tiare – le antiche corone per la cerimonia – sono state rubate dalle forze napoleoniche, e, nel complesso contesto storico dell’occupazione vaticana, non c’è la possibilità di commissionarne una nuova. Così, il 21 marzo 1800, Pio VII riceve la sacra investitura a Venezia, nel monastero di San Giorgio, indossando una tiara… di cartapesta. Comunque tempestata di gioielli (donati da ricchi fedeli per l’occasione), la corona resterà in uso fino al 1845; sarà dismessa nel corso del mandato papale di Gregorio XVI.

STORIA E TECNOLOGIA

La fotografia scattata da Eddington all’eclissi del 1919, così come pubblicata in un articolo dell’anno successivo.

ANNUNCI E SCOPERTE. Il 24 marzo 1882, il medico e microbiologo tedesco Robert Koch annuncia ufficialmente la scoperta di un patogeno causa della micidiale tubercolosi; il suo lavoro sarà premiato con un premio Nobel nel 1905 e battezzando il Mycobacterium tuberculosis con il nome “Bacillo di Koch”. Il 20 marzo 1915, invece, Albert Einstein, che ha già dato luce la teoria della relatività ristretta dieci anni prima, coniuga quest’ultima con la teoria della gravitazione universale di Newton, pubblicando la sua “teoria della relatività generale”; quattro anni più tardi, l’astrofisico britannico Arthur Eddington scatterà la foto dell’eclissi solare del maggio 1919, che sarà utilizzata (impropriamente) per confermare la teoria (peraltro corretta) del celeberrimo fisico tedesco. A Eddington si deve anche il merito di aver reso noto il lavoro di Einstein al di fuori dei confini tedeschi; ci fosse stato Twitter – che nascerà nel millennio successivo, il 21 marzo 2006 – il suo compito sarebbe certamente stato più semplice.

Polyakov, il cosmonauta russo detentore del record di permanenza nello spazio, mentre guarda da un oblò della Mir. La foto è stata scattata dallo Space Shuttle Discovery nel gennaio 1994.

ESPERIENZE SPAZIALI. Il 21 marzo 1965 decolla da Cape Canaveral un vettore Atlas con a bordo la sonda Ranger 9; equipaggiata con delle fotocamere speciali in grado di trasmettere segnali compatibili con lo standard televisivo domestico, tre giorni più tardi (il 24 marzo 1965) invierà in diretta immagini del nostro satellite ai cittadini statunitensi, prima di schiantarsi sul suolo lunare. Quattordici anni più tardi, il 25 marzo 1979, lo Space Shuttle Columbia – il primo degli Shuttle in grado di sostenere un viaggio spaziale – viene trasferito al John Fitzgerald Kennedy Space Center, dove inizia i preparativi della prima missione, che, a causa di problemi tecnici, avverrà solo due anni più tardi, nell’aprile del 1981. Il 22 marzo 1982 sarà però già alla terza missione, arrivando ad effettuarne 135 (inclusi i due tragici fallimenti) entro il luglio 2011. Il 22 marzo 1995 viene siglato un record eccezionale: il cosmonauta Valeri Polyakov rientra sulla terra dopo una permanenza di 438 giorni sulla stazione spaziale Mir. Il record nello spazio resta ancora oggi imbattuto; la celebre struttura sovietica, che lo ha preservato al sicuro in orbita, completerà la sua missione rientrando in atmosfera il 23 marzo 2001. La Mir si disintegrerà in numerosi frammenti, spargendo i propri resti su una fascia dell’oceano Pacifico lunga 1.500 kilometri.

In copertina, la polizia dell’Alabama reprime duramente il primo tentativo di Martin Luther King di marciare da Selma a Montgomery per la tutela dei diritti della popolazione afroamericana; King ci riuscirà solo al terzo, con l’intervento del Presidente Johnson. Tutte le foto mostrate nell’articolo sono di Pubblico Dominio, salvo quando diversamente indicato nella didascalia.

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