I ninja della collina torinese
Giandujotto scettico n° 4 di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo (01/02/2018)
Una volta, in un’era lontana lontana, inizi anni Novanta, sulla collina torinese potevi incontrare numerosi animali mitologici. Due razze si distinguevano nel variegato bestiario. Entrambe vivevano in armonia con la natura. Entrambe erano nere, flessuose e aggressive. La prima, la Pantera, si trasferì dai colli all’Università degli studi. La seconda, il Ninja, non si adattò all’evoluzione e divenne, se possibile, ancora più feroce.
Così inizia un articolo della rubrica Web Mistress de La Stampa, che il 7 novembre 2003 rievocava due leggende metropolitane abbastanza diffuse nella Torino degli anni ’90 del secolo scorso. Ma se di pantere avvistate in tutta Italia son piene le cronache (tanto da dare anche il nome a un movimento studentesco), la storia dei ninja della collina non ha molti eguali nel resto del Paese.
Solo a Torino sembrano essersi diffuse, infatti, voci incontrollate su una banda di “giustizieri” che sulle colline torinesi difendeva le coppiette da guardoni e malintenzionati. Il 21 gennaio 1990, una pagina di cronaca locale della Stampa riportava un curioso episodio:
I “ninja”, giustizieri della Panoramica – Singolare avventura nei boschi di Superga: tre “guerrieri” li salvano dai banditi – Seguaci della tradizione giapponese, attaccano i malintenzionati
L’articolo riferiva la testimonianza di una giovane che il 13 gennaio si trovava con il fidanzato nella zona della collina di Superga:
Era sabato, ed eravamo fermi in auto sul ciglio della strada. Ad un certo punto abbiamo sentito arrivare una grossa moto, che si è fermata accanto alla nostra Y 10. Sono scesi due ragazzi, casco in testa, coltelli e catene in mano. Ci hanno costretti a scendere ed a sdraiarci in terra. Volevano rapinarci.
Poi, il salvataggio:
Abbiamo visto sbucare tre figure, vestite di nero. Avevano sulla schiena delle spade, ed in mano bastoni collegati in mezzo da una catena. Si sono avventati sui rapinatori, li hanno colpiti con calci e pugni, costringendoli a scappare in moto. Volevamo conoscere quei tre ragazzi, ringraziarli, ma dopo essersi accertati che stavamo bene sono spariti anche loro, tornando nel bosco. Ci hanno solo detto che erano dei ninja, che dovevano intervenire.
L’episodio, stando al quotidiano, confermava una serie di “voci e parecchie segnalazioni” arrivate ai cronisti del quotidiano torinese circa la presenza di ninja nella zona compresa tra Pino Torinese e Superga.
Anche se la vera tradizione giapponese ninja impone comportamenti ed identità segrete, pare che all’ombra della Mole vivesse anche una rarissima kunoichi, una ninja donna. In tutto non sarebbero stati più di una dozzina: determinati, agguerriti, bene allenati.
Sicuramente alla fine degli anni ’80 era fiorito un certo interesse per i guerrieri orientali: le Tartarughe Ninja spopolavano in tv e nei negozi di giocattoli, un genere cinematografico ne cantava le gesta e parecchie palestre si erano lanciate nel business connesso alla moda.
In questo contesto è anche possibile che qualcuno si allenasse davvero, la sera, tra le ombre della collina. Ma l’episodio della Panoramica- se non fu il frutto di fraintendimenti o di uno scherzo ai giornalisti de La Stampa – rimase comunque l’unico del suo genere. Se davvero di una banda di ninja si trattava, la caccia ai malintenzionati non doveva essere la sua attività principale, visto che non se ne seppe più niente.
Sembra, sempre stando all’edizione della rubrica Web Mistress già citata, che all’episodio della Panoramica si sia ispirato anche il regista torinese Max Ferro per il suo introvabile film Shadow Warrior, del 1992.
Più recentemente, qualcuno ha rievocato le gesta dei fantomatici “guerrieri della collina” quando, nel 2015, ha acquistato una certa popolarità Dark Hood, un real life superhero che girava mascherato per Torino aiutando i bisognosi. Nessuna caccia ai criminali, però: il nuovo ninja si limitava a offrire coperte ai clochard e cibo agli animali abbandonati. Anche Dark Hood, come i guerrieri della collina, scomparve nel nulla: il sito che ne testimoniava le gesta è ormai offline, la pagina Facebook cancellata.
C’è da sperare che si sia semplicemente stancato di fare il supereroe e che non siano state invece le Forze del Male a prevalere.
Foto di Sepehr Samavati da Unsplash