Il nome dello Scotch è legato alla presunta tirchieria scozzese. Sarà vero?
Il nastro adesivo è un prodotto semplice ma geniale; si è rivelato una rivoluzione nella vita di casa, ma anche e soprattutto in quella professionale, offrendo una versatilità estrema. La sua notorietà è legata a doppio filo con un marchio commerciale che è divenuto un vero e proprio sinonimo, lo “Scotch“, presumibilmente corrispondente alla parola utilizzata per definire, in inglese, gli scozzesi. La parola oggi, rimasta solo nell’uso per definire superalcolici e altri prodotti tipici (come la carne), è considerata offensiva: era la forma più utilizzata per fare riferimento alla credenza che gli scozzesi fossero “tirchi”. Ma sarà vero che lo “Scotch” si chiama così riferendosi alla presunta tirchieria scozzese?
Il contesto
La nascita del nastro adesivo. 3M, la società che lancerà il marchio “Scotch“, nasce nel 1902 a Two Harbors, in Minnesota, occupandosi di produzione di carta abrasiva. Nel 1925, un giovane ingegnere e assistente di laboratorio, Richard Drew, si accorge, durante una visita da un carrozziere di St.Paul – dove 3M si è trasferita da qualche anno – della mancanza di un prodotto adeguato per mascherare le verniciature a più colori. Dopo vari esperimenti e test sul campo, produrrà un nastro speciale che sarà commercializzato come Scotch® Masking Tape (“nastro per mascherare Scotch”). Nel 1930, segue un nuovo prodotto, lo Scotch® Cellulose Tape, una striscia adesiva di cellophane (da cui poi prenderà il nome di “Scotch® Cellophane Tape“), destinata al confezionamento dei pacchetti nei negozi di alimentari. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la divisione Scotch sarà focalizzata allo sviluppo di prodotti ad uso militare, ampliando enormemente il catalogo di prodotti disponibili alla fine del conflitto, e aprendo la strada al successo mondiale del marchio.
“Scotch” utilizzato come dispregiativo. Lo stereotipo della tirchieria scozzese era già diffusa nel mondo anglosassone nella prima metà del secolo scorso; furono persino pubblicate pubblicità che vi fanno “candido” riferimento. C’è chi ritiene che l’origine della credenza sia di gran lunga più antica, originata, dopo l’unione del Regno di Scozia a quello d’Inghilterra nel 1707, dall’incontro tra scozzesi calvinisti (il cui impegno all’abnegazione, alla disciplina e alla parsimonia erano vincolati dalla fede) con il meno intransigente popolo inglese. In ogni caso, lo stereotipo era già diffuso alla fine del XIX secolo.
Sarà vero che il nome dello Scotch deriva dalla presunta tirchieria scozzese?
Vero. La conferma dei fatti venne pubblicata più volte dalla stessa 3M, sia su una testata professionale collegata alla società (in relazione al cinquantennale del marchio) che sul sito ufficiale (per il settantacinquesimo anniversario). L’origine della scelta del nome “Scotch” per il prodotto inventato da Drew deriva dallo sfogo di un verniciatore, trovatosi di fronte al primo prototipo di nastro per mascherare e, per quanto promettente, non adeguato alle necessità. Non esiste, peraltro, alcuna relazione tra la 3M, Richard Drew e la Scozia, e, al tempo, il marchio non prevedeva l’utilizzo del tartan (il tessuto tipico scozzese) nella grafica del prodotto (apparirà solo un ventennio più tardi). Al tempo, era invece molto diffuso il modo di dire “scozzese” per fare riferimento alla tirchieria (un po’ come si diffuse in Italia il corrispettivo altrettanto infondato di “genovese”).
In breve
- Il nome “Scotch” deriva da un epiteto utilizzato da un verniciatore, irritato dalla carenza di adesivo sul prototipo di nastro portatogli in prova.
- Al tempo, in USA come altrove, l’aggettivo “scozzese” era spesso utilizzato come sinonimo di “spilorcio”.
- Il design estetico basato sul tartan scozzese appare solo nel 1945, a vent’anni dalla nascita del nome del marchio.
- Il nome esteso di 3M (“Minnesota Mining & Manufacturing company”) deriva dall’intenzione dei fondatori di estrarre corindone, il minerale d’elezione per produrre carta abrasiva, dalle cave di cui erano in possesso. Non lo fecero mai, perché le cave locali di quello che credevano corindone era in realtà anortosite, un minerale senza valore. Ripiegarono saggiamente sull’importazione delle materie prime, e successivamente su nuove linee di prodotto. Oggi il gruppo, con 91.000 dipendenti, fattura 32 miliardi di dollari l’anno.
Le origini
A metà degli anni ’70, una rivista professionale di 3M chiamata “The Office” incluse un articolo titolato “The tale of tape – ” 50 years if innovation at 3M“ (“la storia del nastro – 50 anni di innovazione in 3M”). L’articolo raccontava che Richard Drew, dopo essersi reso conto che i carrozzieri non disponessero di una tecnologia migliore della carta di giornale e della colla per mascherare le verniciature (con il risultato frequente di danneggiarle), un nastro apposito potesse essere un’opportunità commerciale di successo. Il primo prototipo, tuttavia, alto circa 5 centimetri, non ottenne un buon risultato. L’articolo riportò:
Durante la prova del primo prototipo di Mr. Drew, il verniciatore vide (il nastro) cadere mentre si accingeva ad applicare la seconda tinta all’auto. Il nastro si era staccato poiché non interamente ricoperto dall’adesivo. Aveva solo una striscia adesiva di poco più di un centrimetro su ciascun lato, per risparmiare sui costi. Il verniciatore disse stizzito a Mr. Drew: “riportalo ai tuoi capi scozzesi (in inglese, “Scotch”, inteso però col significato razzista di “spilorcio”) e dì loro di metterci più adesivo”. L’insulto che faceva riferimento alla presunta avarizia scozzese poteva essere ingiustificato, ma ottenne il risultato sperato. E il nome “Scotch” restò incollato da allora.
A differenza di qualche anno fa, sul sito di 3M, forse per evitare di sottolineare l’origine non particolarmente felice del nome, non esiste più alcuna menzione legata al riferimento dell’avarizia scozzese, ma l’Internet Archive conserva ancora i contenuti del 75° anniversario del marchio; esiste quindi ancora una citazione esplicita visualizzabile in fondo a una pagina che raccoglie alcuni contenuti “divertenti” (incluse alcune pubblicità storiche) legate allo Scotch.
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> (un po’ come si diffuse in Italia il corrispettivo altrettanto infondato di “genovese”).
Che noi liguri siamo tirchi, è una voce che abbiamo messo in giro noi stessi affinché nessuno perda tempo tentando inutilmente di farci spendere soldi, cosa che non possiamo sopportare.