La fase lunare influenza la crescita delle piante. Sarà vero?
La Luna è associata a moltissime credenze popolari; comune a tutte le civiltà, la sua presenza, insieme ovviamente al Sole, ha accompagnato l’evoluzione della storia umana. Ma è altrettanto noto che la Luna sia direttamente collegata alle maree, un fenomeno che dimostra l’enorme massa del nostro satellite e la forza dell’attrazione gravitazionale. L’agricoltura è uno degli ambiti più legati alle credenze sulle fasi lunari, riassunte annualmente in calendari appositamente creati per la gestione delle coltivazioni. Quando quindi sentiamo parlare di momenti più propizi per la semina e la raccolta, dovremmo chiederci: sarà vero che le fasi del nostro satellite influiscono sulla crescita delle piante?
Il contesto
La Luna, con il suo diametro di poco meno di 3.500 km, è un gigantesco corpo roccioso, di forma più o meno sferica, distante circa 384.000 km da noi. La sua massa di circa 7,35 x 1022 kg (7,35 miliardi di miliardi di tonnellate!), circa 1,2% di quello della Terra, ha una densità equivalente al 60% di quella terrestre. Grazie alla sua attrazione gravitazionale, la Luna è direttamente responsabile della ciclica variazione dell’inclinazione dell’asse terrestre, corrispondente alla precessione degli equinozi e correlato alla ciclicità delle glaciazioni del nostro pianeta. Nella sua orbita di circa 27 giorni intorno alla Terra (o meglio, orbitando insieme alla Terra in un sistema il cui baricentro cade in un punto all’interno di quest’ultima1), la Luna ci mostra sempre la stessa faccia semisferica, e ci appare più o meno illuminata in relazione alla posizione del Sole: quest’ultimo si trova, rispetto a noi, oltre il nostro satellite nel caso della Luna nuova, e “alle nostre spalle” nel caso della Luna piena. Queste posizioni astronomiche sono cruciali anche nell’espressione delle forze di marea sulla Terra, l’effetto fisico noto che la Luna ha sul nostro pianeta.
Le “maree” sono le deformazioni sulla superficie di un astro causate dall’azione gravitazionale di altri oggetti spaziali, verosimilmente dotati massa e vicinanza rilevanti2. Nel caso della Terra, la Luna e il Sole sono le masse che provocano le maree; il Sole, molto più grande ma molto più distante, concorre con un’attrazione corrispondente a poco meno della metà di quella della Luna. Contrariamente a quello che si pensa, queste non coinvolgono solo mari e agli oceani, ma l’intera superficie del pianeta, incluse sia la terraferma che e la stessa atmosfera, in relazione alla loro massa. Alta e bassa marea si alternano ogni circa 6 ore per via della rotazione terrestre, che definisce anche la durata del giorno. L’entità delle maree sul nostro pianeta dipende, oltre che dalla minore o maggiore vicinanza del nostro satellite (che percorre un’orbita ellittica), dalle posizioni di Sole e Luna: per esempio, quando durante il novilunio essi sono in congiunzione, si raggiunge il picco delle forze di marea; viceversa, quando la Terra si trova fra la sua stella e il nostro satellite, saranno meno evidenti delle prime. Entrambi i casi sono definiti maree “sigiziali”, poiché definiscono un allineamento, in questo caso, di corpi astrali Si contrappongono alle maree “di quadratura”, ovvero quando la posizione di Sole e Luna, rispetto alla Terra, presenta un angolo di 90°. Queste ultime sono di entità minore a quelle sigiziali.
La fase lunare influenza la crescita delle piante. Sarà vero?
Falso, con qualche eccezione. La rotazione della Terra impone che le forze delle maree non agiscano con una direzione costante; a esserlo è solo l’intensità della forza di marea, dovuta, come già visto, alle posizioni astronomiche degli astri coinvolti. Questo, di per sé, dovrebbe già sfatare il mito che la Luna crescente “tiri fuori” la pianta, e quella calante la “schiacci sottoterra”. La Luna, inoltre, sempre presente (indipendentemente da quanto la vediamo illuminata, ovviamente), esprime una forza di marea sull’acqua contenuta in una pianta (ancor più in un seme!) di entità infinitesimale. La pressione atmosferica terrestre, indipendentemente dalle maree, è invece estremamente più rilevante, così come lo sono umidità dell’aria, qualità e umidità del terreno, vento e temperatura. Tutti fattori, questi, che sono decisamente più consistenti di quelli che potrebbe generare la semplice attrazione lunisolare, al punto da rendere quest’ultimi in ogni caso totalmente irrilevante rispetto ai possibili fattori di crescita per una pianta, come suggerito dal Prof. Christian Fankhauser, ricercatore dell’Università di Losanna e che studia proprio il comportamento delle piante in relazione all’ambiente.
Uno studio articolato pubblicato nel 2012 sugli Annals of Botany, pur fallendo nel tentativo di dimostrare il nesso di causalità tra maree e sviluppo delle piante, suggerì la possibilità che le fasi lunisolari fungano da “orologio interno” dei vegetali. La teoria resta indimostrata: per quanto alcuni abbiano provato, nelle piante, l’esistenza di un orologio biologico non dipendente dalla luce, non esistono ancora conferme che questo sia collegato alle maree lunisolari, né, soprattutto, significa che queste forze influenzino direttamente lo sviluppo della pianta (i.e. facendola crescere più o meno rigogliosa).
Per quanto riguarda la luce riflessa dalla Luna, sappiamo che alcune specie di fitoplancton sono in grado di svolgere la fotosintesi clorofilliana utilizzando la luce lunare; tuttavia, le piante da giardino e da coltivazione non sono in nessun modo in grado di farlo, poiché l’entità di luce riflessa è troppo debole (dalle 100 alle 1.000 volte più debole del necessario) anche nelle migliori condizioni di visibilità.
In breve
- Le uniche influenze conosciute che la Luna può avere sulle piante terrestri dipendono dall’attrazione gravitazionale e dalla riflessione della Luce solare. L’esistenza di questi fenomeni, tuttavia, non è di per sé sufficiente a giustificare che abbiano un effetto sulla crescita delle piante.
- Le forze di marea, generate dalle masse di Sole e Luna, influenzano tutta la superficie della Terra, ma non hanno una entità rilevante per influenzare la crescita di una pianta.
- La Luna influenza l’atmosfera terrestre attraverso le forze di marea, ma non abbastanza da modificarne il clima: l’oscillazione è nell’ordine di pochi millesimi di millimetro di mercurio, su una media di circa 760 millimetri.
- La luce solare riflessa dalla Luna non è sufficiente per la fotosintesi clorofilliana della quasi totalità delle specie vegetali sulla Terra, ad eccezione di alcuni organismi acquatici. Non può quindi essere in grado di alterare la crescita delle piante; non si può invece escludere che non causi semplici tropismi (a esempio, i movimenti del fogliame).
- Le origini della credenza sono antichissime – se ne trova traccia nel De agri coltura di Catone, ma è certamente più antica. La Luna ha una lunga e radicata tradizione mistica, anche solo per la sua unicità, ed è molto difficile sradicare credenze così articolate e legate alla vita quotidiana.
Il video NASA mostra la rappresentazione delle fasi lunari, dell’orbita lunare e la distanza della Luna dalla Terra.
Le origini
Le radici della credenza sono certamente antichissime; coincidenza vuole che il testo latino più antico che sia a noi interamente disponibile è il De agri cultura di Catone il Censore (Marco Porcio Catone), vissuto tra il III e il II secolo a.C.. Nell’opera, Catone fa continuo riferimento alle fasi lunari per svolgere pratiche agricole, dagli innesti alla gestione del letame, per esempio (Cap. 40; testo originale tratto dalla ed. Loeb Classical Library, 1934):
(…) “Ficos, oleas, mala, pira, vites inseri oportet luna silenti post meridiem sine vento austro” (…)
“Fichi, olivi, meli, peri e viti dovrebbero essere innestate durante la Luna nuova, dopo mezzogiorno, quando il vento non spira da Sud”
In generale, trattati e manuali di agricoltura hanno tramandato le conoscenze storiche nel tempo, anche attraverso raccolte come i Geoponica, compilate intorno al X secolo. in epoca più recente, l’Old Farmer’s Almanac, pubblicazione annuale fondata nel 1792 ed oggi il più antico periodico statunitense ancora distribuito, fa parte dei tantissimi riferimenti che hanno contribuito a perpetrare la tradizione popolare, trattando l’argomento con convinzione. L’edizione del periodico pubblicata nel 1994 riassume gli effetti attribuiti alle fasi lunari:
- Le albe lunari che avvengono in serata portano un clima mite, dice un proverbio, collegandosi alla credenza che la Luna calante (da piena all’ultimo quarto, che sorge di sera) sia associata al clima asciutto.
- La Luna nuova e il primo quarto, le fasi crescenti, sono considerate fertili e umide. (…) Sono considerate buone per le sementi sparse sul terreno, per seminare il prato, innestare gli alberi e per i trapianti.
- Le fasi calanti dalla Luna piena fino all’ultimo quarto sono il periodo migliore per eliminare le infestanti, potature, diradamenti, falciature, tagli del legname e per la semina interrata.
- Il periodo antecedente la Luna piena è considerato particolarmente umido, ed è il momento migliore per seminare durante la siccità.
Il testo aggiunge anche una serie di ulteriori credenze, quali ad esempio il consiglio di macellare gli animali durante la Luna crescente per ottenere una carne più gustosa, o di piantare le palizzate durante la Luna calante, per ridurre il rischio che possa marcire. Tradizioni tramandate nei secoli, nate ben prima del metodo scientifico, e a questo sopravvissute, nonostante vari tentativi di smentire la credenza – compreso uno studio pubblicato su Nature nel 1946, che peraltro citò esperimenti di verifica risalenti già al XVIII secolo.
Note:
1 Se il baricentro si trovasse esternamente alla Terra, la Luna non sarebbe un satellite del nostro pianeta, ma entrambi gli astri farebbero parte di un “pianeta doppio”, come potrebbe valere per Plutone e Caronte.
2 Anche gli altri pianeti del Sistema Solare esercitano un’attrazione gravitazionale sulla Terra, ma con un’entità così ridotta (per via della distanza) da essere completamente irrilevante.
Tutte le foto mostrate nell’articolo sono di Pubblico Dominio o con licenza CC senza obbligo di attribuzione, salvo quando diversamente indicato nella didascalia. Si ringrazia Gianni Comoretto per la consulenza scientifica.
Scinderei il Vs/articolo in due sottoarticoli. Uno di intento prevalentemente Politico e Filosofico, volto in modo indiretto a demolire Politiche e Filosofie volte a loro volta (che belle assonanze!) a dimostrare in modo attendibile scientificamente opinioni Politiche e/o Filosofiche, quando non addirittura Magiche e/o Religiose (vedi: Biodinamica). Nulla da eccepire su questa parte, in quanto che anche io ritengo che eventuali influenze di tipo Spirituale della Luna e dell’ Alimentazione non siano scientificamente dimostrabili, se non in modo molto indiretto e, quindi, suscettibile, al massimo, di controversie. Il secondo sottoarticolo, scientifico nel Metodo, è volto a dimostrare che le influenze “misurabili” e, di norma, accettate dalla cosiddetta (e inesistente) Comunità Scientifica, della Luna sull’ equilibrio gravitazionale di tutto il nostro Pianeta (e, quindi, su parte dei movimenti dei Mari) non possano influenzare la crescita delle piante. Mi pare che un grosso punto debole nella Vostra tesi lo evidenziate Voi stessi, senza rendervene conto: è’ mai possibile che un Corpo Celeste in grado di muovere i Mari non influenzi anche temperatura, umidità, venti e microclima? Suggerimento per la risoluzione del dubbio: togliamo la Luna di mezzo per qualche anno, diciamo una 20na, e vediamo se le piante crescono come prima.
Quindi lei pesa di meno o di più in funzione di luna calante o crescente?
Ottimo…so quando pesarmi per mettermi a dieta 😉
Dal punto di vista teorico, sicuramente conta l’effetto gravitazionale di Luna e Sole; tuttavia, dal punto di vista pratico, dubito fortemente che possa essere appagante un calo di peso infinitesimale impossibile da misurare empiricamente! 🙂
E bisogna stare attenti alla posizione relativa di entrambi i corpi celesti nel momento della pesata, perché la loro attrazione gravitazionale potrebbe tirare VERSO la bilancia! Un risultato “disastroso”. Sempre teoricamente parlando…
Insomma, bisogna pesarsi con l’alta marea! 😀
L’intuizione mi dice che l’influenza gravitazionale si manifesta sulla superficie delle grandi masse liquide (o comunque solo nello strato superficiale) in ragione delle caratteristiche di densità e di dinamicità, quindi accentuato per le masse liquide, di più per quelle gassose, meno per quelle solide. L’atmosfera terrestre ha uno spessore di 100 km circa, quindi l’influenza sullo strato superficiale difficilmente arriva fino alla superficie o meglio allo strato superficiale dove si evidenziano la maggior parte dei fenomeni fluidodinamici . Sbaglio nel mio grezzo ragionamento? Se non erro clamorosamente, l’influenza lunare sui vegetali mi sembra molto poco significativa, cioè i fenomeni atmosferici superciali (15 km circa) sono causati dalla luna per un peso del
0,1 % o anche meno, rispetto all’energia solare da radiazioni (non gravitazionale) e alla morfologia del terreno.
Considerate che tutto è dettato dal movimento dei pianeti (tutto, dal momento che esiste, influenza tutto il resto e viceversa). Nessuno contesta il fatto che la Terra, ruotando su se stessa crei il giorno e la notte. Solamente per questo gli animali vanno a dormire ad una certa ora e si alzano ad un’altra, anch’essa certa. E ancora la terra, con la rivoluzione attorno al sole, crea le stagioni in modo che ad intervalli certi noi indossiamo il cappotto mentre ad altri lo mettiamo nell’armadio. La vita quando si è formata ed evoluta può aver preso spunto da tutte le dinamiche ripetitive che la attorniavano, anziché dal nulla puramente casuale. Come un solista suona la chitarra su una certa base musicale, la nostra base musicale creata dal moto, ripetitivo perciò ritmico, dei pianeti, ci influenza nel far si che quello che facciamo e decidiamo, sia in accordo con la base musicale, proprio come un chitarrista che sa suonare. Devo anche aggiungere che per quanto libero esso sia (e creda di essere), Le sue note e ritmi dovranno sempre soddisfare la base musicale, pena il non saper suonare!
non ho basi scientifiche ne tantomeno una preparazione in merito, ma mi pongo una domanda: perchè quando si travasa il vino si guarda alla luna, che se non si fa in quella giusta lo si perde?Quando poto la vite in luna crescente emette moltissima linfa, lo devo fare in luna calante. Quando si taglia la legna da ardere se non si rispetta la luna la legna non secca ed è da buttare.Perchè????? grazie per le risposte.
L’effetto è molto probabilmente collegato alla falsa correlazione influenzata dalle proprie credenze; ci si ricorda di un caso negativo (il vino perduto) e lo si associa alla coincidenza della fase lunare. Ci sono vari esperimenti fatti con vini imbottigliati con Luna “sfavorevole” e fatti assaggiare a persone che non si sono accorti della differenza da quelli imbottigliati con Luna “favorevole”. Allo stesso modo, lo stesso accade verosimilmente per la legna; in entrambi i casi, tra l’altro, non c’è nessuna forza conosciuta nella fase della Luna che possa influenzare la corretta asciugatura della legna (contando invece fattori evidenti come condizioni atmosferiche, la temperatura e l’umidità dell’aria, l’umidità di partenza della legna, la corretta aerazione della catasta, ecc.). La forza misteriosa esercitata dalla Luna dovrebbe avere un effetto più rilevante di questi fattori per essere notato, ed è, diciamo, alquanto improbabile, anche considerato il fatto che non esiste alcuna valida spiegazione a questa supposta energia.
Vorrei riallacciarmi alla sua risposta del 01 ottobre 2019 a Carla de Carli. Nella seconda frase Lei scrive “ci sono vari esperimenti fatti….” .La mia domanda è: Lei può darmi delle indicazioni dove poter consultare (in modo diretto e non per sentito dire) questi esperimenti fatti? Avrei piacere di conoscere se ci sono stati anche altri esperimenti scientifici a riguardo di questo supposto fenomeno. Mi farebbe piacere conoscere in modo diretto le risultanze di esperimenti rigorosi. Fino ad ora nelle mie ricerche, ho sempre letto che anche chi dice di avere le prove scientifiche dell’inesistenza del fenomeno non da riferimenti chiari e consultabili, esattamente come fanno i convinti fautori del fenomeno. Solo per citarne uno “studio pubblicato su nature del 1946” scrive la seguente frase: “La prova mediante un esperimento razionale SEMBRA essere stata cercata……”. E’ quel “sembra” che non ci sta in una prova scientifica. Le assicuro che anche altri scritti scientifici danno gli stessi riscontri insufficienti per essere una prova ripetibile, e non mi basta, mi piacerebbe indagare in modo rigoroso. Se lei può aiutarmi la ringrazio sin d’ora.
Mi scuso per il ritardo, ho visto solo ora il messaggio.
Prima è necessaria una doverosa premessa – in questo caso, la scienza può occuparsi di verificare se esista la correlazione, non dire “ho le prove che il fenomeno non esiste”, perché sarebbe scientificamente sbagliato. Ma, ovviamente, se la correlazione non c’è, significa che andrebbe dimostrata, non confutata.
Su una caratteristica soggettiva come il gusto del vino, si apre un mondo enorme; e anche per questo l’onere della prova (a rigore scientifico) spetterebbe a chi fa la dichiarazione dell’effetto della Luna, ad esempio, sulla produzione del vino (fatto di sé insperabile, considerata l’origine antica delle credenze).
IN GENERALE SUGLI EFFETTI DELLA LUNA
Sugli influssi della luna ci sono studi di tutti i tipi; lo stesso CICAP, nello specifico il gruppo di Cuneo, ha svolto uno studio statistico sulle nascite (se ne può leggere un articolo qui: https://gruppi.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=indagini_out&content=luna).
Questa review tratta invece sia un sunto delle credenze che un’analisi degli studi esistenti su alcuni temi.
https://www.mdpi.com/2073-4395/10/7/955/pdf
SUL VINO
Sul vino in particolare, la credenza – come detto radicatissima nel tempo (https://www.jstor.org/stable/282995?seq=1#metadata_info_tab_contents) – è oggi fortemente appoggiata dai sostenitori dell’agricoltura biodinamica, anche a seguito della categorizzazione svolta da Maria Thun* (http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/8008167.stm), che applica alle tecniche agrarie teorie filosofiche prive di fondamento o spiegazione scientifica, estratte da teosofia, omeopatia, astrologia e sciamanesimo (le cui attribuzioni di “valore” della fase lunare sono arbitrarie e intrise di significati che trascendono la verifica scientifica).
A distanza di anni non trovo più il sito che avevo consultato con i test di assaggio nello specifico dell’imbottigliamento, ma cito, per la produzione del vino, questo interessante articolo di WineMaker Magazine: https://winemakermag.com/technique/527-myth-busting
* Interessante che, secondo queste teorie, il gusto DELLO STESSO VINO vari a seconda della fase lunare; sono state messe alla prova ad esempio da questo studio: https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0169257
(SULLA BIODINAMICA)
A latere, sulla qualità del vino biodinamico, cito questo studio: https://www.researchgate.net/publication/233096282_Difference_Testing_of_Merlot_Produced_from_Biodynamically_and_Organically_Grown_Wine_Grapes
Pur lasciando aperta la questione della nota che metto qui in fondo.
NOTA
in relazione alla qualità del vino, rispetto a tutto quanto detto qui, va sommato il problema di percezione del gusto stesso del prodotto, anche indipendentemente dal problema della fase della Luna (nell’imbottigliamento o nell’assaggio):
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/09/16/vino-in-cieco/
Posto che un prezzo più alto del prodotto è già stato correlato a una percezione maggiore di qualità da parte degli assaggiatori: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/06/28/neurogastronomia-il-vino-costoso-e-piu-buono/, se già di per sè è al momento è molto difficile avere apprezzamenti oggettivi della qualità del vino, figuriamoci se è possibile trovare correlazioni comprovate fra qualità del vino e fasi lunari.
L’influsso della luna sulle proprietà organolettiche di alcuni liquidi, in primis il vino per ovvi motivi gustativi ed economici, è assimilabile almeno per un verso alle strampalate credenze dei terrapiattisti: molti creduloni che le ritengono vere e alcuni furbastri che ne conoscono la falsità (senza tanti orpelli statistico-scientifici), ma sfruttano la creduloneria altrui per trarne vantaggi economici e d’immagine. Un buon numero è composto anche da quelli che non sanno bene cosa ritenere vero e cercano di orizzontarsi fra le due schiere… Un criterio per questi ultimi potrebbe essere dato dall’episodio, storicamente accertato, che segnò la nascita della moderna inferenza statistica: circa un secolo fa in un salotto inglese di professori universitari una nobildonna sosteneva con sussiego di essere in grado di riconoscere al gusto se in un tè al latte fosse stato messo prima il tè o prima il latte. Alcuni dei presenti lo ritenevano possibile, altri no, tutti con argomentazioni chimico-fisiche, favorevoli o contrarie. Era presente anche Fisher, che si avviava ad esere uno dei maggiori statistici del 900, il quale propose di fare un “esperimento in condizioni controllate” (il CICAP dovrebbe annoverarlo fra i “profeti” dell’associazione…) sottoponendo alla signora otto tazze di tè, quattro di un tipo e quattro dell’altro, per verificare se fosse in grado di riconoscere l’unica sequenza corretta di “latte-prima/latte dopo” fra le 70 possibili combinazioni di 8 elementi su 4 posti. Se l’avesse fatto ci sarebbe stata una probabilità di 1,4% che l’avesse indovinata per caso contro 98,6% che fosse effettivamente in grado di riconoscerla. Non si sa se la prova sia stata condotta, e se sì con quale esito, ma l’anno seguente Fischer pubblicò il suo fondamentale “DOE – Design Of Experiments”.
“Chiunque, pubblicamente, cerca con qualsiasi impostura(1), anche gratuitamente, di abusare della credulità popolare è soggetto, se dal fatto può derivare un turbamento dell’ordine pubblico, alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000” (art. 661 del Nuovo C.P.) Caro H.D. la Scienza è scomoda. In particolare non può considerare un dato misurabile e sicuramente esistente la “credulità popolare”. Anche se esiste nelle Leggi, così come il Comune senso del pudore. Così come non può dar certezza storica a “un salotto inglese (? ..indirizzo esatto, via, nome del proprietario, ecc. data comprensiva di mese e anno. Please.) ” CIRCA un secolo fa…ove una nobildonna sosteneva, ma era presente Fisher (Ronald? Poiché non si parla di Einstein, più noto al grosso pubblico, meglio mettere anche il nome di battesimo)” Sennò è identico a certe narrazioni “storicamente accertate” di miracoli che iniziano con: “una studentessa, affetta da grave malattia, si recò in pellegrinaggio a Medjugorie alla fine degli anni ’90…” Quanto poi a: ” …alcuni furbastri che ne conoscono la falsità… , ma sfruttano la creduloneria altrui per trarne vantaggi economici e d’immagine…” non è dissimile da certi racconti che quelli come Te definiscono complottisti. E dove i Furbastri sono sostituiti da quelli che detengono poteri forti o, almeno, robusti.