La profezia del santino su Notre Dame
E’ diventata virale in questi giorni l’immagine di un santino ottocentesco che conterrebbe un’inquietante profezia:
Alle spalle di Gesù la cattedrale di Notre Dame in fiamme. L’incendio era stato profetizzato in una immaginetta sacra del 1870, inviato dalla Francia ad un gruppo di preghiera di Castellammare di Stabia. Il santino reca l’immagine di Gesù con la mano destra sul cuore e lo sguardo rivolto alla Cattedrale in fiamme. Sul fondo dell’ immaginetta appare anche la Cupola di San Pietro che brucia, ed è raffigurata la scena dell’esecuzione capitale di un sacerdote. Sul retro dell’immagine sacra una preghiera ricorda “il sangue dei martiri che chiede pietà”. (Il corrierino)
La notizia è apparsa il 18 aprile sul sito web del quotidiano napoletano Roma, ed è stata poi ripresa da diversi altri giornali online (Il mattino, Metropolis). Si tratta davvero di uno squarcio sul futuro della cattedrale parigina, e magari anche sul destino di San Pietro e del clero cattolico, previsto da un anonimo illustratore di fine Ottocento?
Per capirlo, occorre contestualizzare un po’ il santino. Oltre a quella riportata dai giornali in questi giorni, sul web è possibile visualizzare una versione non colorata della stessa immagine, che risulta più leggibile. Si tratta di una produzione della casa editrice parigina di Charles Letaille dedicata al voto al Sacro Cuore, che portò poi alla costruzione di quella che poi sarebbe divenuta la basilica del Sacro Cuore, in Montmarte, la cui prima pietra fu posta nel 1875. Secondo uno studio di Patrick Blanquart, la nostra immaginetta potrebbe risalire proprio a quest’anno.
Al di sotto della preghiera “O cuore di Gesù, non guardare i nostri peccati ma il sangue dei martiri che gridano misericordia”, il nostro santino presenta un’ulteriore frase, fondamentale per comprenderne il senso:
Souvenir de MSG Darboy et des Prétres martyrs
(Ricordo di Monsignor Darboy e dei Preti martiri)
Siamo ai tempi della Comune parigina del 1871. Il due settembre dell’anno precedente Napoleone III, in guerra contro i Prussiani, era stato sconfitto a Sedan e si era arreso al nemico. Due giorni dopo i parigini erano insorti, proclamando la repubblica e resistendo all’assedio tedesco fino a capitolare, nel marzo 1871. I contrasti tra monarchici e repubblicani/socialisti sulle condizioni di pace imposte da Otto von Bismark avevano portato, il 18 marzo, a un violento scontro e alla proclamazione di un governo rivoluzionario di ispirazione proletaria e anticlericale, la Comune parigina. Il 21 maggio 1871 le truppe del governo francese di Adolphe Thiers, che nel frattempo aveva negoziato la pace con la Prussia, entrarono nella capitale francese, dando inizio a una violenta repressione culminata con la cosiddetta settimana di sangue, che decretò la fine della Comune.
E’ in questi giorni concitati di guerra civile che avviene la fucilazione illustrata nel nostro santino. Georges Darboy era, all’epoca, arcivescovo di Parigi; era stato arrestato il 4 aprile 1871 come nemico della Comune, e tradotto nel carcere di Mazas per essere usato come ostaggio in un possibile scambio di prigionieri. Il 24 maggio un delegato alla Sicurezza generale della Comune, il giornalista Théophile Ferré (1846-1871), ordinò che venisse fucilato; insieme a lui furono giustiziati tre preti gesuiti, il curato Gaspard Deguerry e il presidente della Corte di Cassazione Louis Bernard Bonjean. La notizia ebbe grande risonanza nel mondo cattolico e la sua fucilazione rappresentata più e più volte (come in questa immagine pubblicitaria, rilanciata via Twitter l’anno scorso). Darboy venne considerato alla stregua di un martire, tanto più perché secondo alcuni resoconti sarebbe morto benedicendo e perdonando gli uomini del plotone d’esecuzione che stavano per ucciderlo.
E la scena sullo sfondo del nostro santino? A sinistra, al di sopra della fucilazione, c’è appunto la cattedrale di Notre Dame in fiamme. Non si tratta di una profezia, ma di quanto avvenne effettivamente la notte di quel 24 maggio, ricordata come quella degli “incendi di Parigi”: i comunardi diedero fuoco a diversi palazzi e la stessa cattedrale rischiò di finire in fumo, anche se si salvò grazie all’intervento di alcuni cittadini. [–> EDIT 2019.04.22] L’edificio rappresentato a fianco di Notre Dame è invece, come ci è stato segnalato dai commenti, la Saint-Chapelle, con l’incendio del Palais de Justice, scena rappresentata anche in questa litografia di Léon Jean-Baptiste Sabatier.
Quella a destra, però, non è la cupola di San Pietro a Roma, come raccontano giornali e post in queste ore. E’ invece da identificarsi nella dôme des Invalides di Parigi, la cupola degli Invalidi, dove, dal 1861, è sepolto Napoleone I. Una silhouette ben riconoscibile e dunque rappresentata in molte vedute della città, come testimonia il dipinto di Jules Girardet qui a lato (che si riferisce sempre alla notte degli incendi).
Nessuna profezia né fosco presagio, dunque: semplicemente, la rappresentazione di quanto avvenne, davvero, nei tumultuosi giorni della fine della Comune. I santini, si sa, raccontano vicende di presunti santi e martiri, non squarciano il velo del futuro. E forse, prima di avventurarsi in ipotesi fantasiose, bisognerebbe interrogarsi su quali storie ci stanno effettivamente raccontando.
La chiesa in fiamme a sinistra è la Sainte-Chapelle, qui raffigurata tra la facciata di Notre-Dame e il Cristo…
Grazie mille, abbiamo aggiunto l’identificazione nel testo!