Il terzo occhio

Nostradamus, l’incendio di Notre Dame e tanti squallidi falsi

Articolo di Paolo Cortesi, autore di “L’officina di Nostradamus. Il futuro inventato delle Profezie” (Carocci Editore, 2018)

Ricetta: prendete un evento ad altissima risonanza mediatica (meglio se tragico), aggiungete affermazioni categoriche assolutamente non dimostrate, arricchite con sedicenti citazioni di testi prive di ogni riferimento documentario verificabile, inserite frasi completamente apocrife, agitate il tutto nel frullatore gigantesco e allucinante di internet e otterrete l’ennesima dimostrazione (sic!) che Nostradamus l’aveva previsto.

È successo (ne dubitavate?) in occasione dell’incendio della chiesa di Notre Dame de Paris. Poche ore dopo la sciagura, guizzavano in rete le solite comunicazioni che ci volevano istruire sul fatto che Nostradamus aveva profetizzato l’evento. Strani questi esegeti a rovescio: svelano il recondito pensiero del veggente provenzale sempre dopo che il fattaccio è successo, mai prima.

E vediamo quale sarebbe la quartina che Nostradamus avrebbe scritto, quasi cinquecento anni fa, anticipando l’incidente che ha sconvolto il mondo per una manciata di ore.

In rete, ha avuto grande diffusione l’interpretazione di una astrologa britannica per la quale l’incendio della cattedrale sarebbe profetizzato in queste parole:

«La testa di Ariete, Giove e Saturno. Dio eterno, quali cambiamenti ci aspettano? Dopo un lungo secolo il male ritornerà. Francia e Italia, quali emozioni subirete?»

L’astrologa ha aggiunto che nel giorno dell’incendio (15 aprile 2019) si sarebbe verificata una «particolare congiunzione astrale che ha coinvolto Ariete, Giove e Saturno». Ma da una rapida scorsa alle effemeridi per il mese di aprile 2019, vedo che Giove è in Sagittario e Saturno in Capricorno. Evidentemente la particolare congiunzione astrale di cui parla l’astrologa è qualcosa che sfugge alla mia comprensione.

Un poco di più, invece, so dire a proposito della quartina che viene riportata; si tratta della I.51 (la cinquantunesima della prima Centuria) che cito dall’edizione in anastatica (cur. Robert Benazra, 1984) della prima edizione di Macé Bonhomme, Lione 1555:

Chef d’Aries, Iuppiter & Saturne,
Dieu eternel quelles mutations!
Puis par long siecle son maling temps retourne,
Gaule & Itale quelles esmotions!

Capo d’Ariete, Giove e Saturno,
eterno Dio, quali sconvolgimenti!
Poi, dopo lunghi secoli, il suo malvagio tempo sarà di ritorno,
In Francia e Italia quali emozioni!

La fonte di questa predizione è un passo del Livre de l’estat et mutation des temps di Richard Roussat (Lyon, chez Guillaume Rouillé, 1550), un libro che Nostradamus utilizzò ampiamente per la redazione delle sue Prophéties. Roussat scrisse (pag. 132) di una

«tresfameuse approximation & union de Saturne & Jupiter, qui se fera pres la teste d’Aries, l’an de notre Seigneur mil sept cens & deux, monstrera universellement sus terre insignes, admirables, & plus que tresgrandes alterations & mutations».

(Parafrasi: «celeberrima vicinanza e unione di Saturno e Giove che avverrà vicino al Capo d’Ariete, nell’anno di nostro Signore 1702, avrà quali effetti visibili universalmente sulla terra eccezionali, meravigliose e grandissime alterazioni e cambiamenti»).

Gli astrologi del Rinascimento, eredi della tradizione araba, consideravano con la massima attenzione le congiunzioni dei pianeti Giove e Saturno, che erano i più alti nella cosmologia tolemaica, perché più vicini al cielo delle Stelle Fisse, anello di congiunzione con la divinità, elemento quasi non più solo reale ma metafisico. La congiunzioni di Giove e Saturno erano credute portatrici di enormi stravolgimenti sia nella dimensione naturale che in quella politica.

Per i primi anni del XVIII secolo (fine 1702 o inizio 1703) era attesa una spettacolare congiunzione Giove-Saturno presso il Caput Arietis, la testa dell’Ariete (cioè all’inizio di quella costellazione; ogni segno zodiacale si estende per 30°) e Nostradamus, seguendo la letteratura astrologica del suo tempo, ne parla in alcune occasioni: una è questa, che abbiamo appena esaminato. Anche la VI.2 è basata sulla congiunzione Giove-Saturno, prevista per il 1580 e successivamente per il 1703.

Rimbalzata da un sito all’altro, appare anche questa pretesa quartina:

«La grande guerra inizierà in Francia e poi tutta l’Europa sarà colpita, lunga e terribile essa sarà per tutti, poi finalmente verrà la pace ma in pochi ne potranno godere».

Come fanno quasi sempre i nostradamiani, la quartina è citata senza darne il riferimento bibliografico, ma non si tratta – credo – di distrazione, quanto piuttosto di mala fede: se si desse la possibilità di verificare, si scoprirebbe presto che la cosidetta quartina non esiste, ma è un falso grossolano. In questo caso, ho usato un termine-chiave, Europa, per cercare questa predizione. Nelle Prophéties, la parola Europe appare otto volte: I.52, II.22, III.35, VI.80, VIII.15, X.48, X.75. X.86.

In nessuna di queste quartine appare la profezia che stiamo cercando. Per scrupolo, ho controllato anche i testi in prosa che appaiono all’interno delle Prophéties, la Lettera a Cesare e la Lettera dedicatoria a Enrico II: la frase non si trova neppure lì.

Così come è apocrifa un’altra quartina che è stata presentata in rete, in lingua inglese!, come previsione dell’incendio di Notre Dame:

«When the great cathedral glows red, so will begin the descent of man…»

(«Quando la grande cattedrale splenderà rossa, inizierà la discesa/caduta? dell’uomo…»).

Nelle Prophéties non appare mai la parola cattedrale (cathédrale); direi che possiamo serenamente classificare come falsa la sedicente quartina.

Fra i nostradamiani c’è stato chi ha voluto fare le cose in grande e si è prodotto in una composizione piuttosto elaborata:

«Un simbolo del cristianesimo in Francia o in Spagna brucerà nel fuoco purificatore. La madonna piangerà per tutti noi e risplenderà in lontananza. Con l’avvento della primavera una chiesa di tutti i tempi brucerà per i peccatori».

Qui il falsario ha inserito elementi per dare forza e credibilità al suo pastiche; così vediamo il fuoco purificatore, la madonna (Notre Dame!) che piange e l’avvento della primavera per indicare la data dell’incendio (il 15 aprile, poco dopo l’inizio della primavera).

Curioso, intrigante e tutto falso.

La parola primavera (prinstemps/printemps) appare una sola volta nella Prophéties, nella II.52 che non ha proprio niente a che fare con incendi, madonna, fuoco purificatore e peccatori:

Dans plusieurs nuits la terre tremblera:
sur le prinstemps deux effors suite:
Corynthe, Ephese aux deux mers nagera:
Guerre s’esmeut par deux vaillans de luite.

Per molte notti la terra tremerà:
in primavera due sforzi in successione:
Corinto, Efeso nuoterà in due mari:
guerra scatenata da due valorosi in combattimento.

E ancora: nelle quartine in cui appare la parola Spagna (Espagne, Espaigne, Espagnes) non c’è il minimo accenno alla profezia che stiamo esaminando.

Cosa concludere? Almeno due osservazioni. La prima: le falsificazioni delle quartine di Nostradamus sono quasi sempre così rozze e mal fatte che basterebbe una facile verifica per smascherarle. I giornalisti hanno dichiarato guerra alle fake news ma, almeno quando si parla di Nostradamus, non fanno nessuno dei semplici controlli che loro stessi giustamente indicano come necessari.

Forse, credono che diffondere del falso Nostradamus sia una cosa senza spiacevoli effetti, una simpatica goliardata, un po’ di colore e di brio. Non sono affatto d’accordo e credo invece che continuare ad alimentare il mito del Nostradamus l’aveva previsto sia pericoloso ed irragionevole.

L’altra riflessione è una profezia: prevedo che alla prossima grande disgrazia, circoleranno in rete le solite quartine false per dimostrare (!) che Nostradamus aveva previsto anche quella sciagura.

Purtroppo, so che questa mia profezia si avvererà.

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