Il terzo occhio

Fumo di lontra

Un post sul gruppo Facebook “Il ruggito del coniglio” sta, come si dice oggi, commuovendo il web. Una foto, postata da Pasquale Coccaro, esperto in risk management in ambito sanitario, mostra una lontra europea con un cucciolo tra le zampe, con la didascalia a mano di Coccaro che dice:

“Quando si sentono in pericolo le Lontre mostrano il loro piccolo, un istinto come a chiedere compassione.

Tra migliaia di like, alcuni commenti recitano:

È lo spirito di sopravvivenza mostrare quello che è più debole per impietosire”
“Sono gli umani da mettere in dubbio la lontra è indifesa chiede pietà”
“Piccolina, cerca di allontanare il pericolo facendo sapere che lì c’è il suo figliolino e lei lo difenderà con tutta se stessa”
“La mamma rimane sempre la mamma, in ogni occasione”.

C’è però qualche dubbioso:

“Che amore però però ti nascondi dietro un cucciolo”
“La lontra intende dire: “se hai fame mangia questo””
“Possibile che “usino” così i propri cuccioli pur di salvarsi la vita? O è attribuire sentimenti umani agli animali?”.

C’è poi chi suggerisce che le lontre sembrano tenere, ma in realtà fanno cose orribili.

Naturalmente nulla di tutto ciò appartiene a questo pianeta. L’animale in foto è una lontra delle unghie piccole asiatica (Amblonyx cinerea), una specie particolare perché al contrario di altre lontre (come la nostra Lutra lutra europea) è diurna e sociale e per questo viene spesso tenuta negli zoo, dove presumibilmente è stata scattata la foto, tratta da Pinterest. Qui c’è una foto analoga, che mostra come di solito i piccoli vengano trasportati in bocca se la tana viene disturbata.

Non ci sono informazioni sufficienti per poter affermare con certezza cosa stia facendo la madre: di solito i piccoli di quell’età (pochi giorni) sono completamente inetti e restano nella tana in attesa della poppata successiva, ogni tre ore circa. È possibile che la tana sia stata disturbata e che la madre stia spostando la cucciolata, o che sia uno zoo dove la tana è a vista a beneficio dei visitatori e lo stia semplicemente pulendo, ma azzardare ipotesi senza dati sarebbe scientificamente scorretto. Avendo ancora gli occhi chiusi e il pelo lanuginoso è troppo presto per la sua prima lezione di nuoto: l’unico vero momento traumatico nella vita di una baby-lontra, di qualsiasi delle 13 specie esistenti, è il suo primo bagnetto. Essere immersi di forza nell’acqua fredda è una esperienza sgradevole anche se sei un animale acquatico. Anzi, soprattutto se sei un animale acquatico ma non hai ancora il pelo idrorepellente di una lontra adulta, ma è una lezione che bisogna imparare presto, anche tra mille proteste. Qui c’è un video simpatico di una famiglia di lontre giganti, anch’esse sociali come le lontre asiatiche, che insegnano all’ultima cucciolata a nuotare.

Le lontre asiatiche formano coppie monogame a vita, e hanno una struttura sociale simile a quella dei lupi, con una coppia alfa riproduttiva e i giovani degli anni precedenti che aiutano ad allevare i nuovi nati. I piccoli nascono in tane scavate e ben protette. È totalmente ridicolo pensare che un animale che costruisce la sua struttura sociale sui legami familiari tra i genitori e le cucciolate precedenti, che restano ad aiutare i fratelli più piccoli per imparare come si fa, se dovesse scorgere in distanza un predatore corra a prendere un neonato dalla tana, scavalcando tutta la famiglia, per immolarlo alla commozione del predatore. Inoltre la cucciolata media è di 3.5 piccoli, variabile da 1 a sette. Pensare alla mamma col suo unico bambino è pura e semplice antropomorfizzazione.

Per quanto riguarda i predatori, le lontre asiatiche non ne hanno di noti salvo coccodrilli e serpenti, con cui sarebbe difficile intavolare la contrattazione su quale individuo del branco debba essere predato. Le lacrime di coccodrillo sono solo il prodotto delle ghiandole harderiane per lubrificare gli occhi, non della sensibilità d’animo dei rettili.

La mamma è sempre la mamma, ma l’etologia da social non è sempre l’etologia.

Immagine da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 3.0 de

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