Approfondimenti

SARS-CoV-2: integratori, acqua calda, pseudocure… e cannabis

Articolo di Graziella Morace*

Sul nuovo coronavirus SARS-CoV-2 circolano bufale, allarmismi e disinformazione a non finire, diffusi attraverso i giornali, i canali televisivi e i social e, in particolare, via WhatsApp (d’ora in poi WA), dove vengono condivisi messaggi e audio senza alcuna verifica.

Inoltre l’eccesso di notizie di tutti i tipi, invece di chiarire le cose, contribuisce a creare ansia e confusione. Il rischio è quello di accettare e mettere in pratica le indicazioni che confermano le nostre convinzioni e le nostre speranze, anche se errate e prive di validità, sottovalutando le informazioni corrette. Per esempio, qualcuno potrebbe sentirsi tranquillo perché ha assunto una buona dose di vitamina C e trascurare le raccomandazioni per la sicurezza, come il lavaggio frequente delle mani o il mantenimento della distanza tra una persona e l’altra.

Molte sono le notizie che circolano su integratori, sostanze e farmaci miracolosi per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 e la cura della COVID-19.  Analizziamone qualcuno.

 

Integratori alimentari

Davanti a una minaccia come quella rappresentata da questo nuovo coronavirus ci sentiamo deboli e indifesi, perciò tendiamo a cedere alle lusinghe di chi ci promette di rinforzare il nostro organismo e le nostre difese immunitarie. Cadiamo quindi facilmente nella trappola dei venditori di prodotti di dubbia efficacia, nella speranza che contribuiscano a proteggerci.

La vitamina C previene l’infezione da Sars-CoV-2?

Secondo diversi messaggi che girano su WA e sui social, assumere qualche grammo di vitamina C al giorno proteggerebbe dall’infezione rinforzando il sistema immunitario contro il coronavirus, allo stesso modo di come sarebbe utile per prevenire e combattere l’influenza ed altre malattie da raffreddamento. Assumere vitamina C sarebbe anche un’efficace terapia, usata in diversi ospedali, tra cui il Policlinico di Milano. In realtà il direttore di Malattie Infettive del Policlinico di Milano, Andrea Gori, ha smentito tale affermazione e ne ha anche negato un qualsiasi effetto nella cura delle malattie virali.

La vitamina C, come tutte le vitamine, è molto importante per la nostra salute, ma non ha alcun effetto contro le malattie respiratorie (si veda qui e qui).

Qualcuno potrebbe anche dire che non fa male e che tanto vale provare, metti che invece funziona. Tuttavia dosi elevate di vitamina C, cioè oltre i 2 grammi al giorno (dose per adulti), possono provocare crampi allo stomaco, nausea e diarrea. Inoltre gli alti dosaggi raccomandati dai messaggi su WA possono favorire la comparsa di calcoli renali, dovuti alla deposizione di ossalati.

Per chi non vuole spendere per acquistare integratori contenenti vitamina C viene in aiuto un altro “prezioso” suggerimento: bere un infuso di fette di limone in acqua calda. La storiella del “limone che ti salva la vita”  circola da anni come cura per il cancro ed è stata già smentita. Secondo l’appello lanciato da un inesistente professor Chen Horin, CEO dell’ospedale militare di Pechino

Il limone caldo può uccidere la proliferazione di questo virus nel nostro organismo! Il limone tagliato in tre parti e messo in una tazza, quindi versa acqua calda e trasformalo in (acqua alcalina), bevilo ogni giorno sicuramente gioverà contro la proliferazione di questo virus. I limoni caldi possono avere lo stesso effetto benefico delle medicine. (Citato su bufale.net)

Ma la bufala che la dieta alcalina e l’acqua alcalina sarebbero benefiche per il nostro organismo è già stata smentita da tempo.

Anche Adriano Panzironi, il giornalista autore del regime alimentare Life 120 (che include l’assunzione di integratori venduti dalla società di famiglia) dichiara che la ricetta per salvarsi dalla COVID-19 è assumere integratori di vitamina C e vitamina D. Nel programma andato in onda su “Life 120 Channel” il 17 marzo 2020 dal titolo “Quello che non vi hanno detto sul Covid-2”,  Panzironi ha affermato che

un’alimentazione a basso contenuto di carboidrati, un’ attività fisica adeguata e l’uso di integratori possono fare molto contro questo virus,

mentre ha definito le indicazioni per la prevenzione diffuse dalle autorità sanitarie (lavaggio frequente delle mani, distanza di sicurezza da altri soggetti, lontananza da luoghi affollati) come misure arretrate e obsolete, poiché le quarantene erano impiegate fin dal Medioevo. Per questo motivo l’Autorità per le Comunicazioni (AgCom) ha avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti della trasmissione, poiché ha presentato contenuti

potenzialmente suscettibili di porre in pericolo la salute degli utenti in quanto induttivi di una sottovalutazione dei rischi potenziali del virus Co-Vid 19 [sic!] e dell’erroneo convincimento che lo stesso possa essere trattato o prevenuto con misure non terapeutiche ma alimentari o di mera integrazione.

Altri integratori

Adriano Panzironi non è l’unico a promuovere l’uso di integratori; sul web è possibile trovare in vendita prodotti che dovrebbero avere attività contro il coronavirus contenenti curcuma, papaya fermentata o olio di origano.

Recentemente la Guardia di Finanza ha sequestrato l’integratore alimentare Rhodiola Rosea venduto a 29 euro su eBay e pubblicizzato come “Protezione Coronavirus – Rafforza difese immunitarie”. Secondo il sito Riza.it la Rhodiola, oltre ad una grande quantità di effetti benefici in molti campi incluso il cancro, stimola il sistema immunitario, aumenta l’attività dei globuli bianchi e potenzia le difese dell’organismo sia contro le infezioni virali che in caso di infezioni batteriche e micosi. Tali affermazioni non sono supportate da alcun tipo di studio scientifico e sono perciò da considerarsi ingiustificate ed ingannevoli. 

Prodotti “fuffa”

Nel mare magnum delle terapie miracolose contro il contagio da coronavirus trovate sul web non poteva mancare qualcosa che si basa sulla fisica quantistica: la Terapia Quantistica Mitocondriale Ristrutturante, che promette di “combattere il coronavirus migliorando la  struttura/funzione mitocondriale”.  Sì, perché, come dice l’inventore della “semeiotica biofisica quantistica” Sergio Stagnaro,

Studi recenti hanno corroborato quanto da me scoperto con un fonendoscopio mezzo secolo fa: i mitocondri rappresentano la sede di diverse risposte immunitarie innate, critiche. […] Ne consegue che, in questa epidemia da COVID-1, dobbiamo intervenire positivamente sul modo di essere e di funzionare mitocondriale per ottimizzare le nostre difese (dal sito di Sergio Stagnaro)

Questa “terapia”, che bisogna seguire per almeno 9 mesi, si basa su una dieta mediterranea modificata e sull’uso di diversi prodotti: istangioprotettori (cioè attivatori della catena respiratoria mitocondriale, come spiegato nel sito): Acqua Termale Sulfidrilica; Acqua Energizzata col Bicarbonato di Sodio e Succo di Limone, Cell-Food (dal sito: “integratore di ossigeno vivo”, necessario perché, tra l’altro, “E’ stato osservato che l’atmosfera terrestre conteneva il 38-50% di Ossigeno ma negli ultimi anni a causa dell’inquinamento è sceso a circa il 20% e addirittura nelle grandi città è meno del 10%! Quindi respiriamo molto meno ossigeno che in passato”); Silica Plus; Carnetina, CoQ10, Bioflavonoidi, Antocianosidi (es. Mirtillo), Vit B, NONI, Cell Integrity (Brain), e vari altri, con un costo non indifferente. Naturalmente il tutto va assunto seguendo diverse fondamentali procedure, tra cui ad esempio “porre la bottiglia d’acqua con bicarbonato sodico sopra il comodino dal lato dove si dorme per utilizzarne le radiazioni nella notte” ma, attenti, “la distanza del corpo dalla bottiglia deve essere inferiore ad un metro”.

Come si vede, è una terapia priva di alcuno spessore scientifico, paragonabile agli intrugli delle fattucchiere. Purtroppo, c’è sempre chi cade in queste trappole, attratto dal linguaggio pseudo scientifico e dalla speranza di potersi curare in maniera “naturale”.

 

Le bevande calde hanno un effetto protettivo verso l’infezione con il SARS-CoV-2?

Un messaggio che sta girando sui social network e soprattutto su WA, che sarebbe stato diffuso da “giovane ricercatore che da Shenzhen è stato trasferito a Wuhan per collaborare con la task force che sta combattendo contro l’epidemia da coronavirus”, riporta:

Consumate spesso durante il giorno bevande calde come tè, tisane e brodo, o semplicemente acqua calda: i liquidi caldi neutralizzano il virus e non è difficile berli. Evitate di bere acqua ghiacciata o di mangiare cubetti di ghiaccio o la neve per chi si trova in montagna (bambini)! Per chi può farlo, esponetevi al sole!” Questo perché “Il virus non resiste al calore e muore se esposto a temperature di 26-27 gradi centigradi.

Un consiglio molto facile da seguire, accolto molto favorevolmente in questo momento difficile. Peccato però che la temperatura suggerita sia inferiore di 10 gradi rispetto a quella normale del corpo e quindi non si capisce perché dovrebbe essere efficace. Inoltre non è plausibile che bere una bevanda calda possa in qualche modo modificare la temperatura dei polmoni, dove avviene la moltiplicazione del virus.

Nello stesso testo c’è anche un altro suggerimento semplice e apparentemente sensato:

Potete fare gargarismi con una soluzione disinfettante che elimina o minimizza la quota di virus che potrebbe entrare nella vostra gola: lo eliminate prima che scenda nella trachea e poi nei polmoni.

Anche questa affermazione è priva di qualunque evidenza scientifica, non ci sono prove della sua efficacia. Inoltre i gargarismi disinfettano la gola solo per pochi secondi e quindi per avere un qualche risultato dovremmo farne in continuazione, durante tutta la giornata.

 

Farmaci anticoronavirus?

Il farmaco “che ci nascondono”

In un video che circola su WA viene mostrato un farmaco di libera vendita in Russia utilizzato contro i virus dell’influenza stagionale di tipo A e B, l’Abidol (in realtà il nome corretto è Arbidol), in cui lo si definisce “il farmaco per il coronavirus” “contro tutti i coronavirus”. In questo video si sottintende che la colpa dei morti in Italia sia perché noi non abbiamo l’Arbidol. Possibile che se fosse davvero efficace sarebbe diffuso solo in Russia e non anche negli altri Paesi europei?

Questo farmaco, il cui principio attivo è l’Umifenovir, in realtà non è nuovo perché si trova citato nei documenti dell’OMS dal 2011, ma non è stato approvato né dall’European Medicines Agency (EMA) né dalla Food and Drug Administration (FDA) americana perché le prove scientifiche a sostegno della sua efficacia sono molto scarse.

L’Arbidol è un farmaco antivirale. Lo scopo dell’impiego degli antivirali è quello di ridurre la replicazione virale, tuttavia l’efficacia di questi farmaci nelle infezioni virali acute si è sempre dimostrata scarsa, vedi Olsemtamivir (Tamiflu) per l’influenza, Remdesivir per Ebola, o Aciclovir per gli herpes. Anche riguardo all’Arbidol, cercando notizie sul web si trovano diversi studi  che ne mettono in dubbio l’efficacia anche nei casi delle comuni influenze.

Inoltre, sia la SARS che la COVID-19 sono caratterizzate da un’eccessiva risposta infiammatoria, in conseguenza della quale si verificano danni ai polmoni e ad altri organi. Perciò i farmaci più indicati sono quelli che spengono l’infiammazione evitando danni sistemici, come la clorochina e il Tocilizumab, che sono attualmente in sperimentazione, e non gli antivirali.

Pubblicità ingannevole

In questo periodo di confusione e incertezza c’è anche chi ne approfitta per cercare di allargare il giro di vendita dei propri farmaci millantandone l’attività contro il nuovo coronavirus.  È questo il caso del Kaletra, antivirale indicato per il trattamento di pazienti con infezione da virus dell’HIV, in associazione con altri medicinali antiretrovirali. Questo prodotto è stato messo in vendita online con l’affermazione che sarebbe l’unico medicinale oggi in commercio per curare la COVID-19, al modico costo di 634,44 euro a confezione. La faccenda è venuta all’attenzione dell’Antitrust, che il 18 marzo ha avviato un procedimento istruttorio in collaborazione con la Guardia di Finanza e ha disposto in via cautelare l’oscuramento del sito. Questo provvedimento è stato preso sia perché le modalità di vendita del prodotto sono state ritenute ingannevoli e aggressive, “idonee ad alterare la capacità di valutazione del consumatore, dal momento che il professionista sfrutta l’allarme suscitato dal costante aumento del numero dei soggetti contagiati”, sia perché tale farmaco può essere venduto solo dietro presentazione di ricetta medica e perciò non è consentita la vendita on-line.

E io mi curo con la marijuana

Su internet si trova di tutto, compresi blog, siti e social network che sostengono l’uso curativo della cannabis sulla COVID-19, poiché avrebbe effetto sull’infiammazione o rafforzerebbe il sistema immunitario, La notizia è circolata con diverse versioni: chi sostiene che la molecola per curare l’infezione da SARS-CoV-2 sia la molecola CBD, chi invece attribuisce questa proprietà ad un altro cannabinoide, il THCV, alludendo a non meglio precisate ricerche di scienziati inglesi e spiegando che ucciderebbe il virus se usato nel modo corretto.

Un testo che circola su Internet almeno dallo scorso 2 febbraio, e riportato anche sul profilo social Mystic Flowers il 12 marzo, cita due presunti esperti scientifici, Jhon [sic] Afellay e Stephane Bull, di Healths Lab SL, che assicurano che “il THCV è in grado di rallentare la diffusione del virus immunizzando i non infetti” e che “questo è il motivo per cui la malattia è nata in Cina, perché non c’è quasi alcun uso di marijuana e il virus si diffonde liberamente nel corpo degli asiatici”.

In realtà non ci sono assolutamente prove che il CBD e il THCV possano avere alcun effetto antivirale, né sul coronavirus né su nessun altro virus, e questa notizia non ha nessun fondamento scientifico.

La cannabis è una pianta che contiene diversi principi attivi e presenta alcuni effetti farmacologici, ma non è la panacea di tutti i mali. Alcuni effetti riconosciuti sono riportati nel sito “Dottore, ma è vero che…?”. Ci sono prove di efficacia nei confronti degli spasmi e del dolore nel trattamento della sclerosi multipla, mentre nel trattamento del dolore cronico e neuropatico potrebbe esserci un leggero effetto ma le prove sono ancora deboli e non emerge un vantaggio dei prodotti a base di cannabis, inclusi estratti e tinture, contro nausea e vomito in pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, rispetto ad antiemetici tradizionali come la metoclopramide. La cannabis è stata proposta anche per la cura di diversi disturbi neurologici ed anche nel trattamento di malattie infiammatorie intestinali, ma le prove sono, almeno per ora, insufficienti.

Facendo una ricerca sul web, non è possibile individuare i ricercatori Jhon Afellay e Stephane Bull nei database scientifici del Regno Unito né la loro affiliazione ad un istituto chiamato Healths Lab SL. I loro nomi non appaiono in nessun articolo in PubMed, un archivio di letteratura scientifica biomedica, dove inoltre non si trovano studi che parlino dei benefici dell’uso della cannabis nella COVID-19. Invece il testo che circola in internet è simile a quello pubblicato il 2 febbraio sul sito web spagnolo Cerebrother, noto per storie inventate e pubblicazioni satiriche e divertenti.

Se qualcuno vuole fumare o assumere in altro modo della marijuana, liberissimo (sebbene sia stato osservato che i fumatori hanno un rischio doppio di finire in terapia intensiva in seguito all’infezione con il SARS-CoV-2), ma non si nasconda dietro la scusa che lo fa allo scopo di prevenire o curare la COVID-19.

* Virologa ed esperta di vaccini. Dopo oltre quarant’anni di lavoro come Primo Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità è ora felicemente in pensione, ma continua ad occuparsi attivamente degli stessi argomenti. 

7 pensieri riguardo “SARS-CoV-2: integratori, acqua calda, pseudocure… e cannabis

  • Purtroppo articoli come questi sono letti, e creduti, da pochi di quelli a cui servirebbero.
    Non conoscevo Sergio Stagnaro, ma la descrizione della terapia sembra una scena tagliata dal copione di “Amici miei”

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  • Smog e PM10 veicolano il virus, e la nebbia ?

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  • Vi ringrazio per aver preso di mira finalmente anche gli integratori alimentari, non solo l’ Omeopatia. Impossibile avere una idea di quanto vendano questi pseudo farmaci nel Mondo. In Italia, nel canale Farmacia (l’ unico sul quale si possa tentare una statistica,) fanno 3 miliardi di fatturato l’ anno, dieci volte l’ Omeopatia.

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  • Grazie per tutti i chiarimenti. Ma dei suffumigi cosa ne pensa? Non potrebbero aiutare a ostacolare la diffusione del virus (che a quanto pare teme il calore) attraverso le vie respiratorie?

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  • Caro Guglielmo, se per suffimigi intendi le famose “inalazioni” casalinghe, si tratta di trattamenti terapeutici empirici, ovvero non suffragati da sufficiente letteratura. Se si guarda la letteratura favorevole alle inalazioni con la stessa severità con cui il CICAP guarda alla letteratura scientifica a favore dell’ Omeopatia, i suffimigi ne hanno ancor meno. Io, da farmacista, sono favorevole, a certe precise condizioni, ma sarebbe un discorso lungo. Se invece pensi di poter ostacolare il nostro beneamato Covid accendendo falò nelle strade a base eucaliptolo, mentolo, timolo e tolo tolo leggiti l’ articolo sull’ utilità di disinfettare le strade. Il veicolo principale delle influenze che colpiscono l’ uomo è l’ uomo stesso, quindi bisogna far mancare l’ uomo per fermare le influenze. Cosa che stanno tentando in buona parte del Mondo, in ‘sto momento.

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  • E cosa avrebbe detto di male Panzironi qui? Ma ce l avete sempre in bocca? A scusate giustamente il vostro articolo sarebbe stato povero di contenuto e poi lo sappiamo Panzironi fa notizia fa audience….. quindi
    “un’alimentazione a basso contenuto di carboidrati, un’ attività fisica adeguata e l’uso di integratori possono fare molto contro questo virus”
    x vostra informazione un dieta lowcarb e con alimentazione priva di latticini freschi e amidi ma con piu nutrienti e con una giusta integrazione non dovrebbe farci stare meglio.?
    A questo punto Se voi non credete cercate di stare alla larga. .ebasta parlare sempre di Panzironi
    Ci avete veramente rotto.! ognuno e libero di fare quello che vuole… Esiste il vegano poi il chetogenico, il vegetariano ecc ognuno con le sue idee… E panzironi contro la dieta mediterranea. E basta! Per piacere

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    • Caro Antonio, forse lei non ha letto attentamente quanto detto nel testo dell’articolo.
      Il procedimento sanzionatorio contro Panzironi è stato avviato perché ha contrapposto l’utilità della dieta e degli integratori alle indicazioni per la prevenzione diffuse dalle autorità sanitarie, definendole misure arretrate e obsolete e quindi, di fatto, svalutandole e suggerendone indirettamente la mancanza di validità. Se questo le sembra una cosa da poco…

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