Covid-19: quanto serve disinfettare le strade?
Articolo di Simonetta Mottino
Da alcuni giorni, in molte città italiane è iniziata la disinfezione delle strade tramite soluzioni a base di ipoclorito di sodio (candeggina), spesso su pressione dei cittadini che richiedono a gran voce questo tipo di interventi. C’è da chiedersi: si tratta di un’operazione davvero utile per contenere la diffusione del contagio?
Il 18 marzo è uscita una circolare del Ministero della Salute, elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità, che prende in esame le recenti problematiche legate al coronavirus e alla disinfezione delle superfici interne ed esterne.
In un marasma di disinformazione, circolazione di audio e video virali senza fonti e opinioni personali di esperti e presunti tali risulta molto difficile raccapezzarsi: questo documento si presenta come una risposta chiara e precisa ai cittadini, elaborato sulle evidenze scientifiche finora raccolte sulla pandemia.
Le questioni sono le seguenti: come si possono disinfettare gli ambienti di casa? Può essere utile la disinfezione delle vie dei centri urbani per contenere la diffusione del contagio?
Per rispondere a queste domande, bisogna innanzitutto prendere in considerazione le modalità di contagio: è importante sapere che questo avviene principalmente tramite “droplets”, ovvero goccioline emesse da un individuo infetto che tossisce o starnutisce. Queste gocce possono essere inalate da persone che stanno a stretto contatto tra loro, o possono depositarsi su superfici e infettare coloro che le toccano e successivamente portano le mani su naso, bocca e occhi. Possibile è anche l’infezione tramite aerosol, ma per ora sembra riguardare per lo più il personale ospedaliero impegnato ad assistere i malati. Alcune evidenze scientifiche, inoltre, sembrano indicare una possibile trasmissione per via oro-fecale.
Resta quindi importantissimo seguire i consigli diffusi dall’OMS. È consigliato:
- Lavare frequentemente le mani;
- Mantenere la distanza di 1 metro da altre persone;
- Evitare di toccare occhi, naso e bocca;
- Tossire e starnutire nel gomito o in un fazzoletto (in questo caso, gettando subito dopo il fazzoletto);
- In caso di febbre, tosse e difficoltà respiratorie non uscire di casa e chiedere assistenza medica in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria locale.
Cosa si può fare per pulire la propria abitazione? Utilizzare detergenti a base di alcool e cloro. In particolare, procedere con detergente neutro e acqua, e successivamente o con una soluzione di ipoclorito di sodio (ovvero candeggina) in concentrazione dello 0,1% (diluizione 1:50 se si usa una candeggina per uso domestico alla concentrazione iniziale del 5%), oppure con alcool etilico (etanolo) al 70%. È importante porre particolare attenzione alle superfici toccate maggiormente, come maniglie delle porte e delle finestre, superfici del bagno, superfici di lavoro, cellulare, tablet, PC, ecc.
Ma cosa fare per il suolo pubblico? Nonostante in numerose città stiano effettuando operazioni straordinarie di pulizia delle strade con una soluzione diluita di ipoclorito di sodio, non vi sono prove che questa operazione possa contribuire a limitare il contagio: anzi, la scelta potrebbe rivelarsi controproducente. La candeggina è infatti altamente irritante per le mucose, mettendo a rischio la salute del personale addetto alla disinfezione; inoltre, il suo uso ripetuto può causare inquinamento ambientale.
Questi dubbi erano già stati sollevati da un articolo di Robert F. Service apparso su Science online il 12 marzo 2020. Nel testo, venivano citati due studi: uno di ottobre 2019, in cui si osservava un alto rischio di malattie polmonari croniche nelle infermiere che utilizzavano disinfettanti; e un altro del 2017 invece, in cui si collegavano asma negli adulti ed esposizione a questi prodotti.
In Italia la questione della disinfezione stradale era stata valutata negativamente dall’Arpa Piemonte:
La disinfezione degli ambienti gioca un ruolo importante laddove si possa intervenire su superfici che possono interagire con le vie di trasmissione umana (naso, bocca, occhi). […] Non vi è evidenza che spruzzare ipoclorito di sodio all’aperto, massivamente, sui manti stradali, possa avere efficacia per il contrasto alla diffusione del CODIV-19 dal momento che le pavimentazioni esterne non consentono interazione con le vie di trasmissione umana. […] E’ comunque da sottolineare che l’ipoclorito di sodio, componente principale della candeggina, è sostanza inquinante che potrà nel tempo contaminare le acque di falda, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione.
L’ISS conferma questo tipo di valutazione:
In conclusione ad oggi, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti. Tali procedure hanno inoltre implicazioni logistiche ed economiche da considerare, in assenza di reale beneficio nel controllo dell’epidemia da SARS-CoV-2.
No, il trattamento degli spazi pubblici con ipoclorito di sodio al momento non si è dimostrato essere utile e presenta aspetti negativi di cui si deve tener conto.
Una possibile trasmissione per via oro-fecale. Spero che i filtri dei mezzi per espurgo delle vasche biologiche siano efficaci, altrimenti una aerosol di covid-19 si spargere nell’aria. Una cosa simile è capitata in uno stabile di Hong Kong con i condotti d’areazione dei bagni mal progettati.
Ma e’ chiaro che la maggior parte delle iniziative servono ad “accontentare” l’opinione pubblica, piuttosto che essere efficaci. Lo scopo finale e’ quello di mantenere, o meglio, aumentare il consenso elettorale. La famosa “terapia Di Bella”, somministrata ai nostri malati di cancro negli ospedali pubblici a spese dello stato, fa ancora scuola.