Il mistero dei cerchi di Verchiano
Nell’ottobre del 2013 sul numero 60 della rivista Fenix, compare un articolo dedicato ad un nuovo sito archeologico. Osservando una foto aerea scattata sopra Verchiano, una frazione montana di Foligno, in Umbria, si notava una strana disposizione delle pietre, a cerchi concentrici.
Lo scopritore, Marcello Betti, contatta la soprintendenza, ma riceve una risposta negativa: quella strana formazione era in realtà il risultato di un’operazione di rimboschimento effettuata in passato nella zona. Dunque l’area non è di interesse archeologico.
Lo scopritore (e la redazione della rivista) però non si arrendono e pubblicano una risposta: come mai non si vedono altri cerchi del genere nella zona? E perché, se lo scopo era aumentare le colture, è stata dissodata solamente la cima di una collina e in un modo tanto laborioso?
Il sito è così diventato famoso tra gli appassionati di misteri, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Nazca Italiana. Tanto più che, secondo lo scopritore, queste linee incanalano un flusso di energia tellurica che ha proprietà benefiche sull’organismo.
La notizia è stata ripresa nei giorni scorsi dai giornali locali, a seguito di un servizio televisivo andato in onda su TRG Foligno.
La giornalista, Federica Menghinella, intervista Salvatore Stella, ex assessore e nativo di Verchiano. Apprendiamo così che negli anni ‘60 ci fu effettivamente un’operazione di rimboschimento nella zona, brulla e piena di pietre e dunque inadatta all’agricoltura. Si prevedeva la messa a dimora del Pino nero, che però non era adatto al luogo e dunque oggi non è più presente. Gli abitanti della zona, tra i quali lo zio dell’intervistato, avevano dissodato manualmente il terreno, non raggiungibile con mezzi meccanici, spostando le pietre a lato del solco che avrebbe accolto gli alberi. Quanto alla disposizione concentrica delle pietre, è presto spiegata: i solchi erano stati fatti posizionando al centro un palo con una corda e scavando a intervalli regolari.
Dunque abbiamo da una parte gli appassionati di misteri, che non abbandonano le proprie teorie e continuano a parlare di culti ancestrali e rocambolesche somiglianze con altri siti italiani, dall’altro la memoria storica del luogo e la soprintendenza archeologica che riportano l’origine del sito agli anni ‘60 del secolo scorso.
Questo caso riporta alla mente l’esempio americano dei celti del New England. In questa zona compaiono numerosi monumenti che sono stati equiparati dallo scrittore Berry Fell ai dolmen europei. Sarebbero addirittura state trovate scritte in oghamico, l’alfabeto sviluppatosi nel IV sec. d.C nelle isole britanniche. Come possono essere presenti dei monumenti così antichi in America? Secondo Fell, questi monumenti sarebbero la prova di una precoce scoperta del continente da parte proprio dei Celti.
Tralasciando le inesattezze storiche di questa teoria ( i dolmen europei sono stati costruiti nel Neolitico, millenni prima dei Celti), gli archeologi americani hanno dimostrato, tramite accurate analisi di tutti i siti e ricerche di archivio, che queste costruzioni erano in realtà cantine o ricoveri per gli animali, costruiti in epoca storica dagli abitanti del New England. Sono stati infatti ritrovati manuali tecnici che spiegano come costruire queste strutture e come orientarle in modo che il cibo non ghiacci in inverno. Inoltre queste strutture sono state confrontate con altre, afferenti allo stesso periodo, presenti in europa occidentale, luogo d’origine dei coloni del New England.
Anche in questo caso abbiamo da un lato gli appassionati di misteri che continuano a riproporre la propria teoria, dall’altro precise prove archeologiche e documentarie che la smentiscono.
Confrontando questi due casi, e in particolare quello italiano, è interessante notare come la memoria storica si perda facilmente o venga comunque accantonata per riportare indietro nel tempo il nostro oggetto d’analisi, in modo da legittimarlo. Infatti se pensiamo che una struttura sia stata costruita in un passato mitico, come può essere la preistoria, acquista ai nostri occhi più valore di una realizzata solamente 50 anni fa. Inoltre è molto più suggestivo collegarla a culti ancestrali, a forze misteriose o ai poteri celesti (anche senza scomodare gli alieni), che ad una semplice e conosciuta operazione statale di rimboschimento del territorio.