Interviste

Quattro chiacchiere sui pipistrelli

Intervista a Leonardo Ancillotto e Martina Spada, appartenenti al Consiglio Direttivo del GIRC (Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri)

In queste settimane i pipistrelli sono tra i principali “imputati” in relazione alla diffusione di SARS-CoV-2, il virus responsabile della pandemia Covid-19. Si tratta di una voce infondata o esistono evidenze scientifiche  relativamente al loro ruolo nella diffusione del virus?

Al momento non ci sono ancora prove esaustive che SARS-CoV-2 sia “saltato fuori” direttamente dai pipistrelli, anche se diverse evidenze scientifiche lo indicano come assai probabile; questo soprattutto perché molti virus (non solo Coronavirus) hanno instaurato un rapporto di lunga durata con diverse specie di pipistrelli. In questo senso, in alcune specie di pipistrelli si possono ritrovare dei virus simili a SARS-CoV-2, nessuno dei quali, tuttavia, sembra essere in grado di infettare l’uomo come il Coronavirus che ormai tutti conosciamo. Oltretutto recentissimi studi indicherebbero che la separazione di SARS-CoV-2 dal suo “antenato” ospite di un pipistrello risalirebbe a parecchio tempo prima dell’epidemia attuale (20-70 anni fa!). Per questo motivo non abbiamo ancora un’idea chiara di come questo virus sia giunto all’uomo. È quindi possibile che semplicemente non abbiamo ancora individuato il virus giusto nel pipistrello giusto oppure, come avvenne vent’anni fa nel caso della SARS, è possibile che siano coinvolti altri animali in cui un virus di pipistrello si è modificato fino a diventare SARS-CoV-2, per poi passare all’uomo. La ricerca della verità, però, è ancora lunga.

I chirotteri hanno un sistema immunitario molto efficace, che reagisce rapidamente alle infezioni, per cui riescono a convivere con molti virus diversi. Alcuni di questi, quasi sempre attraverso il passaggio da altri ospiti intermedi, in passato sono stati causa di epidemie, come ad esempio nel caso della SARS.

Le notizie del legame di alcuni virus con i pipistrelli hanno messo questi animali in cattiva luce nei media e nell’opinione pubblica, aggravando la situazione derivante dal folklore e da falsi miti e credenze popolari diffuse in maniera quasi capillare in tutto il mondo.

Quello di cui per fortuna le persone si stanno rendendo conto è che la causa principale delle epidemie di origine animale è dovuto a comportamenti umani errati, come la distruzione degli habitat naturali che costringe ad un rapporto più ravvicinato con la fauna, la caccia e la macellazione illegale o comunque non controllate, la vendita di animali vivi nei cosiddetti “wet market” orientali … Conservare e proteggere l’ambiente naturale è il primo passo per tutelare la nostra salute.

Avete notizia di attacchi contro i pipistrelli in relazione al loro possibile ruolo nella diffusione del Covid 19?

Purtroppo sì; in India, Indonesia, Perù e diversi stati africani sono già stati registrati eventi di uccisioni di massa di pipistrelli da parte di cittadini, chiaramente dettate dalla paura e dall’ignoranza. In Italia ed in generale in Europa per fortuna non si sono verificati eventi simili per ora, e speriamo non si verifichino.

Perché i pipistrelli sono un serbatoio naturale di Coronavirus?

Su questa informazione circola in realtà molta confusione. I Coronavirus sono un gruppo virale molto diffuso e presente in diversi altri mammiferi ed uccelli (l’uomo ne ha ben 7 specie diverse), che nella stragrande maggioranza dei casi infettano solo una specie animale e non provocano malattie gravi. In questo contesto, se è vero che i pipistrelli hanno moltissimi più Coronavirus rispetto agli altri animali, è indispensabile ricordare come il gruppo dei chirotteri sia rappresentato da moltissime specie (circa 1.400), secondo per numero solo ai roditori . Inoltre, bisogna sottolineare che i Coronavirus che circolano nelle popolazioni di pipistrelli non corrispondono a quelli che causano epidemie tra gli esseri umani, ma sono solo dei parenti più o meno stretti di essi. Quasi sempre, invece, questi virus sono stati ritrovati in altre specie animali, per lo più domestiche, che risultano quindi la vera fonte del contagio. Per esempio, il Coronavirus MERS-CoV, responsabile di un’altra epidemia in Medio Oriente, è un comune agente di malattia respiratoria nei dromedari.

Tuttavia, è fondamentale precisare che nessuna epidemia è sostenuta dalla trasmissione animale-uomo, ma è sempre necessaria l’amplificazione nella popolazione umana. Oggi, l’uomo è l’unica vera fonte di contagio per la pandemia da SARS-CoV-2.

E cosa si può dire sul ruolo dei pipistrelli nella diffusione di altre epidemie?  

Come dicevamo, diversi virus che in anni recenti sono “emersi” contagiando l’uomo e provocando epidemia hanno un legame evolutivo con virus presenti nei pipistrelli. Tra questi, sicuramente MERS, Nipah, Hendra e SARS; in tutti i casi però vale quanto detto poco fa: la trasmissione iniziale è sempre favorita da azioni scorrette dell’uomo e spesso coinvolge un primo passaggio in un’altra specie animale, mentre le epidemie sono generate, solo in seguito, dalla trasmissione efficace tra uomo e uomo.

Lasciamo da parte la questione dei virus, e parliamo invece più in generale di falsi miti su questi animali. Quali sono, sulla base della vostra esperienza, le voci infondate e le leggende più diffuse sui pipistrelli?

I pipistrelli, probabilmente per le loro abitudini notturne, sono da sempre stati legati a qualcosa di oscuro e diabolico: basti pensare all’iconografia classica che vede gli angeli ritratti con delle splendenti ali da uccello o da farfalla, e i demoni con delle ali da pipistrello. Altre leggende più recenti hanno rafforzato questa visione negativa, associandoli ai vampiri e dipingendoli come esseri “succhiatori di sangue”. Questo accostamento è probabilmente dovuto alla presenza di 3 specie di pipistrelli “vampiro” che vivono in Centro e Sud America, che di fatto si nutrono del sangue di bestiame o animali selvatici, procurato tramite piccoli taglietti indolori che praticano con i loro denti affilati. Non dissanguano quindi le loro prede, ma prelevano poche gocce di sangue mantenuto fluido grazie ad una sostanza che viene utilizzata oggi in medicina come anti coagulante in caso di trombosi.

Oltre alle leggende legate all’immaginario ci sono credenze difficili da sradicare: la più diffusa è senza dubbio quella che i pipistrelli si attacchino ai capelli! Anche in questo caso ci sentiamo di sfatarla, poiché questi animali non hanno alcuna intenzione di avvicinarsi all’uomo, né tanto meno di annidarsi tra i capelli…Altra credenza comune è che i pipistrelli siano ciechi: nonostante per la maggior parte delle specie sia l’udito il senso più importante, poiché usano gli ultrasuoni per muoversi e cacciare al buio, i pipistrelli non sono affatto ciechi, ma vedono bene in condizioni di scarsa luminosità.

Un’ultima credenza, se così si può chiamare, è che “il pipistrello” sia una specie sola, mentre questo gruppo animale ha avuto un successo evolutivo straordinario, essendo composto da circa 1400 specie diverse diffuse in quasi tutte le regioni del globo, compresi i deserti e le isole remote: sono ad esempio gli unici mammiferi endemici della Nuova Zelanda.

Quindi, abbiamo detto che il pipistrello è associato nel folklore a significati prevalentemente negativi. Siete a conoscenza di studi che abbiano indagato questo aspetto e dei loro risultati?

Sono pochissimi gli studi che hanno affrontato il rapporto tra uomo e pipistrelli cercando di trovare risposte ai motivi per cui spesso questi animali hanno connotazioni negative. Un lavoro recente, attraverso l’analisi dei pochi studi presenti, ha ricercato fra le cause le attitudini culturali, sociali e le percezioni dell’uomo. Il risultato è che i pipistrelli vengono spesso citati come animali “disgustosi” al pari di scarafaggi, ragni, larve, vermi e sanguisughe, persino dai bambini dell’asilo, indicando come sia l’influenza degli adulti e di informazioni errate fornite fin da piccoli a contribuire alla formazione di questi sentimenti immotivati.

Per quanto riguarda i retaggi culturali, i pipistrelli non sono associati a qualcosa di diabolico o alla morte solo in occidente: ad esempio in Nigeria questi animali sono considerati streghe, criminali in Madagascar e spiriti della morte in Costa d’Avorio. Fa eccezione la Cina, dove sono invece considerati simbolo di fortuna e dipinti spesso come buon auspicio per l’anno nuovo.

Un ultimo aspetto da considerare riguarda invece la naturale predisposizione dell’uomo verso specie che sono esteticamente attraenti, come i gattini e i cagnolini che invadono i social network… mentre i pipistrelli, nonostante moltissime specie siano effettivamente attraenti, provocano sentimenti di disgusto, probabilmente perché poco conosciuti e, sebbene mammiferi, molto distanti dall’uomo nel loro aspetto.

In Italia il progetto “Bat box, un pipistrello per amico”, promosso dal Museo di Storia Naturale di Firenze, ha contribuito enormemente a diffondere un’immagine positiva dei pipistrelli in Italia, anche tra i ragazzi, con la collaborazione di Disney attraverso la creazione di un personaggio, il pipistrello” Chiro”, protagonista insieme a Paperino di alcune divertenti storie a fumetti.

Questo ci sembra un progetto molto interessante, anche perché i pipistrelli hanno invece un ruolo importante nel nostro ecosistema. Giusto?

I pipistrelli sono elementi fondamentali di tutti gli ecosistemi in cui sono presenti. In varie parti del mondo sono importanti impollinatori e dispersori di semi di moltissime piante, anche di interesse commerciale (es. mango e banana) e farmaceutico; la maggior parte delle specie però si nutre di insetti, incluse tutte e 36 le specie di pipistrelli presenti in Italia. Nei nostri ecosistemi quindi i pipistrelli contribuiscono a mantenere sotto controllo il numero di insetti, molto spesso anche quelli nocivi alle foreste o alle coltivazioni, oltre che le onnipresenti zanzare. Visto che molti pipistrelli poi frequentano anche gli ambienti antropizzati come le città o le aree coltivate, con la loro alimentazione ci offrono un vero e proprio “servizio” a costo zero nel mantenere basse le popolazioni di insetti nocivi.

I pipistrelli sono una specie minacciata dall’uomo? Perché e come?

Molte attività umane mettono a rischio l’esistenza dei pipistrelli. Molte delle 36 specie italiane sono minacciate o fortemente minacciate dalla perdita di habitat dovuta all’urbanizzazione, alla deforestazione o a una gestione forestale errata ed all’intensificazione delle attività agricole con il conseguente uso di pesticidi. La costruzione di strade che attraversano aree naturali importanti, e le “libere uscite” notturne di gatti domestici sono ulteriori fattori di mortalità di pipistrelli. L’inquinamento delle acque e l’inquinamento luminoso costituiscono altre “minacce silenziose” per moltissime specie, la cui scomparsa per questi fattori passa facilmente inosservata.

Le specie strettamente legate alle foreste soffrono invece di alcune pratiche forestali quali il taglio e la gestione a fini commerciali, entrambe attività che eliminano gli importanti alberi vetusti da cui queste specie dipendono. Altre specie, che si rifugiano in grotte ed ipogei, possono essere particolarmente disturbate dall’uso turistico dei loro rifugi, o da visite ed escursioni da parte di persone non istruite sul “bon ton” da mantenere in questi ambienti delicatissimi.

Infine, le specie che si rifugiano negli edifici incorrono spesso in problemi di convivenza con i loro “coinquilini” umani, per cui possono essere allontanati, o peggio eliminati (sebbene la legge italiana sia chiara sull’illegalità di queste azioni di disturbo!).

Cosa potrebbe fare concretamente una persona che volesse aiutare questi animali?

Sicuramente contribuire a far conoscere questi animali, per diminuire le false credenze e la persecuzione da parte delle persone, è un’attività importante che ognuno di noi può intraprendere. Come azioni quotidiane che possono aiutare i pipistrelli, possiamo innanzitutto batterci per proteggere gli ambienti naturali e gli spazi verdi, anche nelle nostre città. Inoltre può essere utile cercare di favorire il consumo di beni alimentari prodotti senza l’uso di pesticidi o farmaci, limitare l’utilizzo di veleni o repellenti nei nostri giardini e condomini, e limitare le uscite notturne del nostro gatto domestico. Inoltre può essere utile comprare (o costruirsi da sé!) e apporre una bat-box in giardino o sul nostro terrazzo, per fornire ai pipistrelli un luogo sicuro dove rifugiarsi, e godere dei vantaggi della loro vicinanza.

Riferimenti bibliografici

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  • Kubiatko M (2012) Kindergarten children’s perception of animals focusing on the look and fear of animals. Educ Sci: Theory Pract 12:3181–3186
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