Termografia mammaria: un rischio per le ammalate di tumore al seno
Articolo di Alice Howarth
(traduzione di Stefano Ruia per il gruppo CICAP-ECSO, dal sito dello European Council of Skeptical Organisations, di cui il CICAP fa parte).
In Europa si è recentemente notata una crescita della proposta da parte degli appassionati di medicine alternative di utilizzare le immagini termografiche in sostituzione dei metodi tradizionali di esame, quali la mammografia e l’ecografia mammaria.
La dottoressa Alice Howarth, titolare di un dottorato di ricerca sul cancro dell’Università di Liverpool e vicepresidente della Merseyside Skeptics Society, ci spiega cos’è la termografia e se le affermazioni sulla sua efficacia siano suffragate da prove.
Cos’è la termografia?
La termografia è la rilevazione delle temperature degli oggetti attraverso l’uso di una speciale telecamera sensibile agli infrarossi (termocamera). La radiazione infrarossa è emessa da tutti gli oggetti che hanno una temperatura superiore allo zero assoluto (-273 °C). Le termocamere a infrarossi rilevano l’intensità di tale radiazione per evidenziare la temperatura e le sue variazioni. Sono adoperate, per esempio, per individuare la presenza di uomini e animali durante la notte, sia dai militari sia dai ricercatori della fauna selvatica.
La termografia è stata applicata nella diagnosi del tumore sin dalla fine degli anni ’50, quando fu proposta per la prima volta per la diagnosi del tumore al seno.
Come funzionerebbe la termografia nel caso dei tumori?
Un tumore in fase di crescita richiede un apporto di sostanze nutritive, affinché possa sopravvivere e aumentare di dimensioni. Per favorire l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive al suo interno, il tumore genera propri vasi sanguigni. Questo processo crea calore; pertanto si è ipotizzato che i tumori “attivi” (in crescita) possano essere rilevati come “punti caldi” corporei utilizzando la termografia.
La termografia funziona?
La termografia può solo rilevare il calore. I tumori alcune volte sono più caldi del tessuto circostante; pertanto, alcune volte la termografia può rilevare un tumore. Tuttavia, la termografia non può indicare se un “punto caldo” sia tale perché vi è un tumore. Non può nemmeno rilevare un tumore che non sia caldo. Quindi in molti casi la termografia “diagnostica” un tumore che non è veramente tale – generando quello che si chiama falso positivo. La termografia più frequentemente può non indicare la presenza di un tumore – generando quello che si chiama falso negativo.
È per questo motivo che la termografia non è considerata un esame affidabile per il tumore.
I falsi positivi e i falsi negativi sono talmente frequenti nella termografia che molti medici esperti e istituzioni sanitarie non raccomandano questa tecnica come test diagnostico unico per il tumore. Il Servizio Sanitario Nazionale della Gran Bretagna non offre fra i suoi servizi la termografia per l’individuazione dei tumori.
Nel 2017 la FDA (Food and Drug Administration) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento aggiornato in cui si afferma che la termografia non è un sostituto della mammografia. Al riguardo, il documenta afferma che “la termografia non si è dimostrata efficace come test autonomo per l’individuazione dei tumori al seno o come metodo diagnostico autonomo per rilevare il tumore al seno nella sua fase iniziale”.
Nel 2019 la FDA ha inoltre avvertito che “la termografia non dovrebbe essere usata al posto della mammografia per rilevare, diagnosticare o effettuare l’individuazione del tumore al seno“. Nemmeno il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti non raccomanda la termografia per l’individuazione dei tumori al seno.
Chi utilizza la termografia?
Il metodo termografico potrebbe essere utile per l’individuazione di altri problemi di salute e viene anche utilizzato per rilevare la febbre nei pazienti con sintomi di CoViD-19. Tuttavia, nessuna istituzione medica affidabile utilizza la termografia per l’individuazione dei tumori. La pratica dell’utilizzo della termografia per l’individuazione e la diagnosi dei tumori è suggerita solo da praticanti di medicine “alternative”.
Gli esponenti delle medicine alternative potrebbero raccomandare la termografia perché non è invasiva e non emette alcun tipo di raggi X, né dà tanto fastidio come può dare la mammografia. Tuttavia la termografia non è in grado di rilevare o diagnosticare in modo accurato il tumore e non dovrebbe essere utilizzata al posto delle mammografie tradizionali.
La termografia è più sicura della mammografia?
Alcuni sostenitori della termografia affermano che essa sia più sicura della mammografia. Costoro sostengono che, poiché il tessuto del seno viene “schiacciato” per effettuare una mammografia, un tumore potrebbe essere alterato e quindi avere maggiori probabilità di diffondersi nel corpo. Non ci sono prove che i tumori possano essere alterati in questo modo o che una alterazione possa portare alla diffusione del tumore.
La mammografia è stata utilizzata in modo sicuro fin dagli anni ’30, con la tecnica di compressione aggiunta negli anni ’50. Il metodo utilizza bassi livelli di radiazioni a raggi X per individuare i tumori nel tessuto mammario.
Non ci sono prove di alterazioni in pazienti con tumori al seno e non ci sono prove a sostegno dell’affermazione secondo cui la mammografia aumenterebbe il rischio di diffusione del tumore. [NdT: in merito al rapporto rischi/benefici della mammografia rimandiamo ai link presenti alla pagina dell’intervista al dottor. Salvo Di Grazia].
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Oltre a illustrare il funzionamento della termografia mammaria e i limiti per cui è sconsigliata in sostituzione dei metodi tradizionali, Alice Howarth ha fornito utili spunti per capirne di più su un esame a cui si sottopongono moltissime donne: la mammografia.
1. Non ci sono prove di alterazioni in pazienti con tumori al seno e non ci sono prove a sostegno dell’affermazione secondo cui la mammografia aumenterebbe il rischio di diffusione del tumore.
Come si legge anche in questa guida alla mammografia della Fondazione Veronesi:
“La compressione della mammella facilita la visibilità e l’esplorazione di tutta l’architettura mammaria e non altera affatto il tessuto della mammella”.
2. Gli esponenti delle medicine alternative potrebbero raccomandare la termografia perché non è invasiva e non emette alcun tipo di raggi X né dà tanto fastidio come può dare la mammografia.
Come si legge sul portale ISSalute, “l’esame espone a una quantità di raggi X che, grazie ai progressi tecnologici, è stata ormai drasticamente ridotta. Inoltre, la periodicità consigliata per la mammografia (ogni 2 anni) è stata stabilita in modo tale che i benefici di una diagnosi precoce sovrastino i possibili rischi legati alle radiazioni.”
Per saperne di più sul tumore al seno e sull’impiego di mammografia ed ecografia mammaria, visitate questo link. Per i rischi legati all’impiego di radiazioni, andate qui.
Per l’importanza di non eccedere con i controlli per mantenere l’ago della bilancia più spostato verso i benefici che sui rischi, rimandiamo alla lettura di quest’articolo della dottoressa Roberta Villa, apparso sul portale “Dottore, ma è vero che…?” e del capitolo “Prevenire è bene… ma senza esagerare” del volume Quello che alle donne non dicono. La salute al femminile, di Salvo Di Grazia.
Per quel che riguarda il fastidio che può arrecare, questo è solo temporaneo e bisogna aver presente che si fa per un bene maggiore. L’FDA consiglia comunque di effettuare il test a metà del ciclo (quindi non vicino alle mestruazioni) quando il seno della donna è meno sensibile.
3. La termografia è più sicura della mammografia?
Come gli altri metodi alternativi, apparentemente sì… invece, attenzione, in realtà è molto pericolosa!
I canali del CICAP sono ricchi di informazioni su metodi e terapie non convenzionali. Vi invitiamo a visitarli. Vi consigliamo la lettura del Quaderno del CICAP dedicato a questo tema e di un articolo del professor Antonio Crisafulli su Query Online per capire come funzionano queste terapie (e metodi) anche sul piano emotivo: quando una donna si reca a fare una mammografia come screening non ha la sensazione di un pericolo immediato, così come quando porta il proprio bambino a fare le vaccinazioni. È molto importante capire che cosa si sta andando a fare e tener quindi ben presente perché lo si fa.
Immagine in evidenza: USMC, pubblico dominio, via Wikimedia Commons