Il mistero dell’UFO-nuvola – e quando lo vedevamo anche in Italia!
Articolo di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo
La nuvola rossa è apparsa mercoledì 3 marzo, verso le 18 ora locale, al largo della Costa orientale degli Stati Uniti. L’hanno vista da moltissimi Paesi: a nord, in Delaware, New Jersey e Pennsylvania; a sud, sino a Porto Rico… Una palla luminosa rosso intenso che fluttuava nel cielo. Qualcuno ha aggiunto che era accompagnata da una specie di arcobaleno bianco di forma irregolare.
Ma siamo nell’era delle immagini e, visto che il fenomeno è rimasto visibile per parecchi minuti, non ci sono solo testimonianze orali: sui social e sui media si trovano un bel po’ di foto e video. È il caso di questa bella immagine proveniente da Porto Rico.
Cos’era? I sostenitori degli UFO ci perdoneranno, visto che nemmeno questa volta si tratta di astronavi provenienti da altri mondi. È stata la NASA a dare la spiegazione: quelli avvistati da così tanti cittadini degli Stati Uniti erano gli effetti dell’ennesimo esperimento di fisica condotto dal Dipartimento della Difesa americano.
L’obiettivo era studiare la ionizzazione negli strati più alti dell’atmosfera terrestre. A questo scopo, un razzo è stato lanciato dalla Wallops Island Flight Facility, in Virginia. Raggiunta un’altezza adeguata (il tipo di vettore utilizzato è in grado di salire sino a 320 chilometri), il razzo ha rilasciato una nube di vapore che ha causato la nuvola rossa ben visibile sull’Oceano. Per essere più precisi, si è trattato di un carico pagante trasportato da un razzo-sonda Talos-Terrier-Oriole, che vedete in evidenza, qui sopra, in un’immagine NASA. È stato lanciato dalla US Space Force per conto dell’Air Force Reseach Laboratory.
Per quanto spettacolare, peraltro, l’esperimento è del tutto innocuo dal punto di vista ambientale
La base di Wallops Island, dalla quale è partito il vettore, è da molto tempo una specie di luna park per ufologi: funziona dal 1945, dalle sue piazzole sono stati effettuati forse ventimila lanci di oggetti volanti di ogni tipo, ma soprattutto di palloni sonda e di razzi suborbitali. Sebbene le sue attività siano ormai da decenni ampiamente pubblicizzate (è quanto avvenuto pure in questa occasione), l’impossibilità di disseminare in modo capillare l’informazione e la pervasività del mito degli UFO continuano a produrre, periodicamente, emozioni di breve durata in migliaia e migliaia di persone.
Oggi, in casi ufologici di massa come questo, è assai facile e rapido trovare la spiegazione (quasi tutti i rari casi ufologici non spiegati hanno invece un numero di testimoni bassissimo…). Qualche decennio fa, invece, le cose erano un po’ più complicate – e più lente.
Nuvole luminose anche sull’Italia!
Ora non succede più, ma c’è stato un lungo periodo in cui questo genere di UFO sorprendeva anche gli italiani – a migliaia e migliaia ogni volta. Gli avvistamenti coinvolgevano per lo più Sicilia, Sardegna, Calabria e costa tirrenica, dal Lazio in giù, e In generale, comunque tutta la parte sud della nostra penisola.
Nelle belle serate, il cielo si illuminava, verso ovest o verso sud; poi, lentamente, si formava una specie di colossale, impressionante nube luminosa in espansione. Molti si spaventavano, perché il fenomeno dava l’idea di una lenta esplosione che si consumava in un punto distante, oppure molto vicino (in parecchi avevano la sensazione che il fenomeno fosse prossimo al loro punto d’osservazione). Diversi erano impauriti al pensiero che qualcosa stesse precipitando dall’alto, oppure arrivavano a pensare a un’esplosione nucleare.
La casistica ufologica del nostro Paese è piena di queste storie, in particolare per gli anni ‘60. Clamorosi furono i casi della sera dell’8 luglio 1964 e dell’estate 1969, che misero in allarme migliaia di abitanti del sud Italia.
La responsabilità principale di quegli avvistamenti era dovuta alle attività di lancio del grande poligono missilistico sardo di Salto di Quirra. Tra il 1961 e il 1975 da lì partirono razzi e missili di ogni genere. Quelli britannici di tipo Skylark, che servivano a studiare la fisica dell’alta atmosfera, rilasciavano bario a quote suborbitali; questo, interagendo con i flussi di particelle provenienti dallo spazio esterno, generava luminosità spettacolari, quasi aurore boreali di origine artificiale. Fra il 1961 e il 1972 furono effettuati almeno sessantadue lanci di questo tipo. A questi si aggiunsero quelli effettuati per il test di un missile balistico a testata nucleare di costruzione italiana, mai andato in porto: l’Alfa. Oltre a quelli che partivano da Salto di Quirra, c’erano poi i lanci dalla base sahariana francese di Hammaguir, in Algeria, che proseguirono sino al 1967 e che, in alcune occasioni, comportarono esperimenti col rilascio di bario come quelli con gli Skylark. Anche i lanci dal Sahara a volte furono visibili sino all’estremo sud italiano.
Se vivete dalla Toscana in giù e avete l’età adatta, può darsi che vi ricordiate questi strabilianti spettacoli estivi. Se è così, sappiate che siete stati partecipi anche voi dello sviluppo della missilistica che proprio in quegli anni visse la sua epoca d’oro. E dei progressi che ogni volta, con quei lanci, si stavano facendo, verso la spiegazione della fisica dell’alta atmosfera e dei suoi rapporti con lo spazio esterno.
Immagine in evidenza in testa all’articolo: NASA – di pubblico dominio
“Sebbene le indagini epidemiologiche e sanitarie precedenti (sino al 1993) non avessero rivelato situazioni di allarme[2], le notizie sull’insorgenza di tumori erano emerse, nel 2000, a seguito della pubblica denuncia dell’allora sindaco di Villaputzu[3]. Nel gennaio 2011 furono resi noti i risultati di una serie di indagini e ricerche svolte, dai medici veterinari delle ASL di Lanusei e di Cagliari, che stabilivano una coincidenza statisticamente significativa tra malformazioni negli animali e tumori emolinfatici nei pastori stanziati presso determinati ovili, descritta, in termini tecnici, come un’antropo-zoonosi[4].” Dalla Scheda Wiki sulla Base Missilistica di Salto di Quirra.