Approfondimenti

Alle origini del bla-bla sulla fisica quantistica

articolo di Sadri Hassani

L’autore è professore emerito di fisica alla Illinois State University e autore di diversi volumi accademici, ma anche di livello preuniversitario e divulgativo. Il suo blog (skepticaleducator.org) è finalizzato all’esposizione di malintesi e distorsioni dovute a scienziati professionisti. Questo articolo è stato pubblicato dapprima sullo Skeptical Inquirer, vol. 44, n. 6 del novembre-dicembre 2020, ed è disponibile qui. La traduzione è di Matteo Matassoni.

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In una serie di episodi del suo show andati in onda nel 2017, Oprah Winfrey parlò di quello che allora era un nuovo fenomeno del sensazionalismo New Age, conosciuto come The Secret: un film della produttrice australiana Rhonda Byrne, che in seguito scrisse anche un libro con lo stesso titolo, il quale, proprio a causa dell’entusiastica approvazione della Winfrey, divenne un bestseller internazionale.

The Secret sostiene che, semplicemente il pensare di perdere peso, fare soldi e innamorarsi permetta di diventare magri, ricchi e felicemente sposati

In un episodio, Rhonda Byrne venne affiancata da quattro insegnanti, noti guru dell’auto-aiuto, che aveva scelto per diffondere tale idea, come se la sua fosse la dottrina di un profeta, in una discussione solo apparentemente scientifica sulle leggi dell’attrazione, della potenza magnetica, dell’energia, della frequenza della vibrazione mentale e della vibrazione dell’Universo.

Tutti questi termini altro non sono che un avvio per arrivare al nocciolo della conversazione nella quale l’autore di Chicken Soup for the Soul (Brodo caldo per l’anima, nella traduzione italiana, NdT) proclama: “Se vai alla fisica quantistica, realizziamo che tutto è energia”.

Un altro esempio è quello di Marianne Williamson, candidata alle elezioni presidenziali per i Democratici, che descrive “il regno quantistico delle possibilità” come sorgente “del buono, del vero e del bello” e come soluzione per la schiavitù, il divieto del diritto di voto per le donne e la segregazione razziale (Williamson 2019). Ricorre alla fisica quantistica per affermare che “quando la nostra percezione di un oggetto cambia, l’oggetto stesso cambia” (Williamson 1996): tutto quello che dobbiamo fare per cambiare il mondo è cambiare la nostra opinione su di esso. Con questa premessa, la soluzione a tutti i problemi, per la possibile futura presidentessa Williamson, sarebbe ottenibile semplicemente con la meditazione a distanza, e per di più la sua idea sarebbe supportata dalla fisica quantistica!

Questa non è un’affermazione inventata, per quanto inverosimile e farsesca possa apparire. Infatti, quando l’Uragano Dorian stava dirigendo verso la Florida, la Williamson consigliò ai suoi followers di fermarlo con le menti (Levin 2019).

Altro esempio ancora è quello del guru indiano Maharishi Mahesh Yogi, che consiglio il medico Deepak Chopra per spiegare in modo chiaro e “scientifico” come funzionino certe tecniche di meditazione. Il risultato è un miscuglio da studentello immaturo, quello che però Chopra chiama Quantum Healing (Guarigione Quantica), per cercare di spiegarne la connessione con l’Ayurveda (Hassani 2016). La pubblicazione del volume di Chopra, appunto Quantum Healing (in italiano reso come Il guaritore interno), è stata una pietra miliare nella dilagante banalizzazione della fisica quantistica da parte dei guru dell’auto-aiuto. La ricerca dell’ossimoro “spiritualità quantistica” su Amazon.com genera elenchi di diverse centinaia di titoli che contengono tutti la parola Quantum nel titolo, nel sottotitolo o in varie loro pagine.

In questi testi si trovano dichiarazioni come:

“la Guarigione Quantica Angelica usa tecniche radicate nella scienza della fisica quantistica, che dimostrano come i pensieri ed il sistema di credenze dell’osservatore influenzino l’esito di una circostanza” (Mora 2011)

La fisica [quantistica] suggerisce che la coscienza dell’osservatore porti in essere l’oggetto osservato (McTaggart 2002);

e, se questo vi sembra troppo oscuro:

“la meccanica quantistica rivela che…la tua percezione determina la forma della tua realtà (Peirce 2009).

Come ha fatto la fisica quantistica a diventare una cosa così ridicola in mano ai guru moderni? L’influenza di Quantum Healing non può essere sottostimata, ma Chopra era un medico privo di qualsiasi background in fisica. Perché egli scelse proprio la fisica quantistica per avanzare la sua assurda teoria “scientifica” sull’Ayurveda?

Una traccia al riguardo si può trovare risalendo agli anni ’60, quando l’impopolarità della guerra del Vietnam aprì le porte ai movimenti occidentali per la pace e alle credenze mistiche dell’Estremo Oriente, la regione del mondo in cui avvenivano le atrocità di quella guerra.

Per dissociare la fisica dal “complesso industriale militare”, libri come The Tao of Physics (Il Tao della Fisica) e The Dancing Wu Li Masters (La Danza dei Maestri Wu Li) attinsero alla fisica quantistica per dipingere la fisica come l’incarnazione della “calma” legata al misticismo orientale.

Ma perché proprio la fisica quantistica? Beh, salta fuori che l’associazione fisica quantistica-misticismo risale ai fondatori stessi della fisica quantistica, e che tale associazione è stata facilitata da tre fattori convergenti: l’infiltrazione del pensiero orientale nella filosofia occidentale, l’ascesa del misticismo in occidente e l’unicità del carattere della fisica quantistica.

Teosofia orientale nella filosofia occidentale

Mentre stava dando gli ultimi ritocchi alla sua tesi di dottorato nel 1813, Arthur Schopenhauer venne a conoscenza di una traduzione latina delle Upanishad, gli antichi testi sanscriti che contengono alcuni dei concetti filosofici fondamentali dell’Induismo. Per Schopenhauer, le Upanishad erano la più elevata lettura che si potesse fare al mondo. Predisse profeticamente che quella filosofia sarebbe diventata una fede cara all’occidente. Fu così intrigato da questi testi da leggerne alcuni passaggi ogni sera prima di andare a dormire.

Il percorso intellettuale di Schopenhauer verso la teosofia orientale inizia con la sua critica della “cosa in sé” di Kant, un’entità indipendente della mente, al di là di tutte le esperienze umane, causa primaria della nostra percezione sensoriale. Schopenhauer sostenne che le nostre sensazioni non possono avere una causa esterna e che, se dobbiamo riferirci alla “cosa in sé” allora dobbiamo esserne consapevoli, non invocando rapporti con i meccanismi di causalità ma accettando che il mondo abbia un doppio aspetto: una “volontà” (un impulso non mediato, senza scopo, non razionale, verso l’essere fondamentale di ogni cosa) ed una “rappresentazione” (ciò che percepiamo intorno a noi). “Volontà” e “rappresentazione” sono la stessa realtà vista da diverse prospettive, come le due facce di una moneta, nessuna delle quali è causa dell’altra. Il dualismo indù Brahman – Atman, nel quale Brahman è “illimitato, non nato, su cui non si deve ragionare, da non concepire” (Muller 1884) e Atman è “il vero sé”, ha una somiglianza sorprendente con la “Volontà” e la “Rappresentazione” di Schopenhauer. Ciò non dovrebbe sorprendere, perché nel momento in cui il suo maggior lavoro (Il mondo come volontà e rappresentazione) fu pubblicato, nel 1818, Schopenhauer, stava già studiano le Upanishad da cinque anni.

Secondo la filosofia di Schopenhauer, la grande catena dell’essere, cioè le rocce, gli alberi, gli animali e gli esseri umani, sono una complicata oggettivazione a più livelli della “volontà” priva di significato.

Il livello finale di oggettivazione della volontà si manifesta quando le nostre menti introducono le forme del tempo, dello spazio e della causalità, per non dire della logica, la matematica, la geometria ed il ragionamento morale. Quando la volontà è oggettivata a questo livello, emerge il mondo della vita quotidiana. Dunque, le leggi della natura, insieme agli oggetti che sperimentiamo, sono una nostra creazione (Wicks [2003] 2007).

Ascesa del misticismo occidentale

Una delle conseguenze non volute della fisica che nasce con Galileo e Newton fu il potenziale declino delle religioni tradizionali occidentali. La risposta di Laplace: “Sire, non avevo bisogno di quella ipotesi” come risposta all’osservazione di Napoleone sul fatto che non ci fosse alcun riferimento a Dio nel suo libro Meccanica Celeste e la dichiarazione di Nietzsche il quale, per bocca di Zarathustra, affermava “Dio è morto”, crearono alla fine del Diciannovesimo secolo un vuoto morale che poteva essere riempito soltanto da un sistema di credenze che non contemplasse alcun essere supremo.

Il riempitivo si è rivelato essere un minestrone di spiritualismo, filosofie esoteriche occidentali e pensiero orientale.

Lo spiritualismo era un movimento radicato nella credenza che gli spiriti dei morti esistessero e continuassero ad evolversi. I medium erano individui dotati dell’abilità, mediante le sedute spiritiche, di comunicare con gli spiriti ed apprenderne la conoscenza riguardo a Dio che avevano raggiunto nell’aldilà. Lo spiritualismo guadagnò enorme popolarità tra gli intellettuali europei di quel periodo. Un sostenitore di spicco dello spiritualismo fu sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes. Per valutare il grado in cui le sedute spiritiche ipnotizzarono gli intellettuali in questo periodo, è sufficiente ricordare che Harry Houdini, il mago americano che divenne uno dei principali oppositori del movimento spiritualista, in un’occasione eseguì un trucco impressionante in presenza di Doyle. Houdini assicurò Doyle che il trucco era di pura illusione e che lui stava tentando di persuadere Doyle a non avallare i fenomeni semplicemente perché non riusciva a spiegarli. Doyle, tuttavia, rifiutò di credere che fosse un trucco e continuò ad insistere che Houdini  possedeva poteri soprannaturali (“Arthur Conan Doyle” 2019)!

L’inganno dei medium era così impressionante che persino alcuni famosi scienziati finirono per sostenere lo spiritualismo. Nel 1905, la nota medium Eusapia Palladino si recò a Parigi, dove i fisici premi Nobel Pierre e Marie Curie ed alcuni dei loro colleghi scienziati la interrogarono più volte. Nel 1906, cinque giorni prima della sua morte accidentale, Pierre Curie scrisse sulla sua ultima seduta spiritica con la Palladino: “Secondo me, qui c’è un intero ambito di fatti e stati fisici nello spazio completamente nuovi, di cui non abbiamo idea” (Quinn 1995).

Un altro movimento che riempiva il vuoto morale era la Teosofia, un pot-pourri di filosofie occidentali e pensiero asiatico come l’Induismo e il Buddismo. Poiché la scienza aveva minato l’essenza delle religioni occidentali tradizionali, la Teosofia si proclamò sostenitrice della scienza. Nel 1902, Rudolf Steiner aveva trasformato gli insegnamenti del movimento teosofico in Antroposofia, che pubblicizzava come la scienza di un mondo spirituale oggettivo, intellettualmente comprensibile e accessibile all’esperienza umana.

L’ondata di misticismo che devastò l’Europa nel primo decennio del secolo scorso, alla fine ha preso piede nella scienza ufficiale. Nel 1920 il famoso astronomo britannico Arthur Eddington pubblicò un libro popolare in cui presentava le teorie generale e speciale della relatività a un pubblico di non esperti. Ma Eddington andò oltre  una semplice esposizione della scienza. Sottomise arbitrariamente alcuni dei simboli matematici della teoria della relatività alla sua specifica interpretazione filosofica e concluse:

“Attraverso tutto il mondo fisico scorre quel contenuto sconosciuto che deve sicuramente essere la sostanza della nostra coscienza… abbiamo scoperto che dove la scienza è progredita maggiormente, la mente ha solo riguadagnato dalla natura ciò che la mente ha messo nella natura” (Eddington 1920).

L’attribuzione del misticismo alla relatività fatta da Eddington era troppo artificiosa per attirare l’attenzione del pubblico in modo significativo, malgrado il grande appetito del pubblico per un’unione fra scienza e soprannaturale.  Per una unificazione “naturale”, il pubblico dovette attendere la scoperta della fisica quantistica.

Teosofia orientale nella fisica quantistica

La fisica quantistica è una teoria altamente matematica che predice le probabilità di fenomeni fisici che coinvolgono particelle subatomiche e lin cui a probabilità sfida la spiegazione. Ma i fondatori della fisica quantistica, non abituati alla nuova nozione, non potevano mandar giù questo fatto. Cercavano terreni di conoscenza al di là della matematica e della fisica che “dessero un senso” alle stranezze della fisica quantistica, e la filosofia era l’unica branca secolare della conoscenza capace di racchiudere in sé un quantitativo abbastanza ampio di possibili spiegazioni.

Siccome la natura probabilistica della fisica quantistica permetteva l’assenza di causalità, il filosofo scelto dai suoi fondatori diventò proprio Arthur Schopenhauer, la cui enfasi sull’insensatezza, la mancanza di scopo e l’irrazionalità della volontà “dava un senso” all’idea di casualità legata alla fisica quantistica. Sia attraverso Schopenhauer che per conto loro, i fondatori della fisica quantistica (Niels Bohr, Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli ed Erwin Schrödinger) svilupparono tutti una forte affinità con la Teosofia orientale e, purtroppo, legarono la loro scienza a quel punto di vista mistico.

Bohr, facendo un parallelo tra il Buddismo/Taoismo e fisica quantistica, disse:

Per un parallelo alla lezione della teoria atomica … dobbiamo di fatto rivolgerci ad altre branche della scienza, come la psicologia o anche a quel tipo di problemi epistemologici coi quali si sono già confrontati pensatori come Buddha e Lao Tse quando hanno cercato di armonizzare la nostra posizione di spettatori ed attori nel grande dramma dell’esistenza” (Bohr 2010).

Heisenberg fu colui che ebbe maggiore influenza nell’infiltrare il pensiero orientale nella fisica quantistica. Nel corso del suo viaggio in Estremo Oriente (1929), ebbe una lunga conversazione con il poeta indiano Rabindranath Tagore, a seguito della quale dichiarò di aver compreso che tutti gli aspetti fondamentali della realtà fisica, cui era stato così difficile “dare un senso” sia da parte sua sia da quella dei suoi colleghi fisici, erano la vera base delle tradizioni spirituali indiane. Heisenberg disse che: “Dopo quelle conversazioni con Tagore, alcune delle idee che mi erano sembrate così folli ad un tratto acquistarono molto più senso” (Capra 1989).

Heisenberg ricordava che, durante la famosa Conferenza Solvay del 1927, alcuni degli assistenti più giovani si riunirono nell’atrio del loro hotel per conversare su religione e scienza e sul il contrasto tra le credenze religiose di Planck e di Einstein.

Mentre Planck credeva fermamente in un Dio personale dristiano al di fuori del regno della scienza, il Dio di Einstein erano le immutabili leggi della natura. Per Pauli, che era presente a quel raduno, la prospettiva di Einstein permetteva l’unità di oggetto e soggetto (Einstein stesso detestava questa unificazione, e si opponeva in maniera veemente ad ogni attribuzione di soggettività alla scienza). Pauli vide la separazione di oggetto e soggetto di Planck come una minaccia all’etica ed ai valori della società e trovò la soluzione in una cornice di spiritualità in cui unificare fede e conoscenza, scienza e religione, oggetto e soggetto. Egli espresse la sua speranza nella complementarietà di Bohr, perché questa implicava che

“l’idea di oggetti materiali che siano completamente indipendenti dal modo in cui noi li osserviamo si è dimostrata essere nient’altro che un’estrapolazione astratta… Nella filosofia asiatica e nelle religioni orientali troviamo l’idea complementare di un puro soggetto di conoscenza, che non si confronta con alcun oggetto” (Heisenberg 1971).

La fede di Pauli nella Teosofia orientale era legata alla sua grande ammirazione per Schopenhauer, di cui disse: “Schopenhauer ha esercitato un effetto duraturo ed affascinante su di me e mi pare che abbia anticipato una svolta futura nelle scienze naturali” (Enz 2002). In effetti, la sua venerazione per Schopenhauer era grande al punto da difenderne la nozione pseudoscientifica di percezione extrasensoriale perché: “perfino un filosofo così critico come Schopenhauer ha considerato gli eventi parapsicologici non solo come possibili, ma come supporto per la sua filosofia” (Pauli 1994).

Schrödinger ricordava come, dopo aver accettato un posto come docente di fisica teorica a Czernowitz, pianificò di passare tutto il tempo libero per acquisire una conoscenza più profonda della filosofia, avendo appena scoperto Schopenhauer, che lo aveva introdotto alla Teoria Unificata delle Upanishad. L’oggettivazione della volontà di Schopenhauer è l’essenza di questa affermazione di Schrödinger: “La mente ha eretto il mondo esterno oggettivo del filosofo naturale fuori dalle sue stesse cose” (Schrödinger 2012). Schrödinger riconosceva quindi il paradosso degli individui che hanno menti differenti mentre c’è un solo mondo: “c’è ovviamente solo un’alternativa, cioè l’unificazione delle menti o delle coscienze. La loro molteplicità è solo apparente ma, in verità, vi è una sola mente. Questa è la dottrina delle Upanishad (Schrödinger 2012, 129).

I fisici odierni, per la maggior parte è interessata principalmente alle ramificazioni teoretiche e sperimentali della fisica quantistica. Procedendo in quella direzione, siamo stati benedetti da invenzioni come i transistor, i laser ed i microchip e dalla comprensione teorica dei più piccoli costituenti della materia e delle più grandi galassie. La maggior parte dei fisici lascia da parte le implicazioni filosofiche della fisica quantistica, perché hanno capito che, se cercheranno di comprendere la fisica quantistica in termini di filosofia, “andranno in malora” (Feynman 1967).

L’unificazione oggetto-soggetto proposta dai fondatori, che i guru moderni hanno rinominato “effetti degli sperimentatori”, ha giocato un ruolo fondamentale nell’accademizzazione delle pseudoscienze.

Larry Dossey è il coordinatore di Explore: The Journal of Science and Healing,che, nonostante la reputazione scientifica della sua casa editrice, la Elsevier, è una rivista devota alle pseudoscienze. Dossey offre una lista di suggerimenti sulle future ricerche nel suo campo, che è la la preghiera di guarigione.

Il terzo suggerimento della lista è questo: “in considerazione delle prove degli ‘effetti degli sperimentatori’, le credenze preesistenti in coloro che praticano la preghiera dovrebbero essere accertate e registrate come parte dello studio” (Dossey 2008). 

In altri termini, per Dossey i risultati degli studi che negano l’efficacia della preghiera nella guarigione dovrebbero essere attribuiti alla mancanza di fede degli sperimentatori!

Messaggero contro messaggio

Con una copia a stampa (in modo da eliminarne l’identificazione in base alla calligrafia) di un brano musicale appena scoperto, un musicologo specializzato in musica di Beethoven può non solo accertare se l’opera sia effettivamente del maestro, ma anche determinare il periodo della creatività del compositore cui appartiene.

Questo non può succedere nella scienza!

Einstein presentò la sua equazione di campo della relatività generale il 25 novembre 1915 all’Accademia di Prussia. Cinque giorni prima, David Hilbert, il grande matematico tedesco, avevas presentato una relazione che conteneva la medesima equazione all’Accademia Reale delle scinze di Gottinga (Thorne 1995).

Uno storico della fisica, con davanti la versione stampata delle due equazioni, non potrebbe dire quale delle due equazioni è di Einstein e quale è di Hilbert.

Questa creatività simultanea è così comune nella scienza che i premi Nobel in un dato campo sono spesso assegnati a più scienziati, mentre è inaudita in altre aree creative: l’idea di due artisti che creano lo stesso quadro della Gioconda sarebbe assurda!

I geni scientifici condividono molti dei punti di forza e di debolezza che tutti noi possediamo. Al di fuori delle loro aree di competenza, sono personaggi abbastanza ordinari. Possono avere idee pessime sulla politica, la religione, alla moralità e alle concezioni filosofiche. (vedi “The Nobel Disease”, in Skeptical Inquirer, maggio-giugno 2020).

Einstein ha incoraggiato il presidente Roosevelt ad avviare lo sviluppo delle armi atomiche, Linus Pauling, vincitore di due premi Nobel (per la chimica e per la pace), è stato l’ideatore della terapia ortomolecolare, una pericolosa procedura medica alternativa, e James Watson, il co-scopritore della natura a doppia elica del DNA, è stato un acceso razzista. Ma questi errori non sono corretti dal fatto che i loro autori sono scienziati, così come la scienza non è sbagliata a causa degli errori di chi ne effettua le scoperte.

Comunque, i beneficiari dell’industria dell’auto-aiuto, affermano che, proprio come la sinfonia Eroica non può essere separata da Beethoven, l’unificazione mistica oggetto-soggetto dei fondatori della fisica quantistica non può essere separata dalla fisica quantistica stessa. Sostengono che le antiche scritture dell’Estremo Oriente siano basate sulla fisica quantistica. 

Niente è più lontano dalla verità! 

Le visioni mistiche dei fondatori della fisica quantistica furono pubblicate fra atti di convegni e in libri commerciali privi di correzioni o di o revisione scientifica, perché gli editori che stampavano i loro trattati di fisica si sarebbero rifiutati di pubblicare anche quei loro punti di vista privi di basi scientifiche: gli stessi fondatori della quantistica ne erano pienamente consapevoli. 

Un fatto importante è stato seppellito dall’intensa e purtroppo ben riuscita campagna dei guru moderni, finalizzata a sposare le loro sciocchezze alla fisica quantistica: il messaggero non è il messaggio.

Bibliografia

Arthur Conan Doyle. 2019. Wikipedia. Disponibile all’indirizzo: https://en.wikipedia.org/wiki/Arthur_Conan_Doyle#Spiritualism,_Freemasonry.

Bohr, N. 2010. Atomic Physics and Human Knowledge. Garden City, NY: Dover Publications, 20.

Capra, F. 1989. Uncommon Wisdom. New York, NY: Bantam Books, 43.

Dossey, L. 2008. Healing research: What we know and don’t know. Explore 4(6): 341–352.

Eddington, A. 1920. Space Time and Gravitation. Cambridge, UK: Cambridge University Press, 182.

Enz, C.P. 2002. No Time to Be Brief. Oxford, UK: Oxford University Press, 426.

Feynman, R. 1967. The Character of Physical Law. Cambridge, MA: MIT Press, 129.

Hassani, S. 2016. Deepak Chopra’s ‘Physics.’ Skeptical Inquirer 40(1): 55–58. Disponibile all’indirizzo https://skepticalinquirer.org/2016/05/deepak-chopras-physics/.

Heisenberg, W. 1971. Physics and Beyond. New York, NY: Harper and Row Publishers, 83–85.

Levin, Bess. 2019. Marianne Williamson insists she’s not crazy after telling followers to stop Hurricane Dorian with their minds. Vanity Fair (4 settembre). Disponibile all’indirizzo: https://www.vanityfair.com/news/2019/09/marianne-williamson-hurricane-dorian.

McTaggart, L. 2002. The Field. New York, NY: HarperCollins, 12.

Mora, E. 2011. Quantum Angel Healing. Amora Creations, ii.

Müller, M. 1884. The Upanishads, Part 2. Oxford, UK: Clarendon Press, 318. Disponibile all’indirizzo: https://www.sacred-texts.com/hin/sbe15/sbe15117.htm.

Pauli, W. 1994. Writings on Physics and Philosophy. Berlin, Germany: Springer, 163.

Peirce, P. 2009. Frequency: The Power of Personal Vibration. New York, NY: Atria Books, 28.

Quinn, S. 1995. Marie Curie: A Life. New York, NY: Simon and Schuster, 208, 226.

Schrödinger, E. 2012. What Is Life?. Cambridge, UK: Cambridge University Press, 121.

Thorne, K. 1995. Black Holes and Time Warps. New York, NY: W.W. Norton, 115–117.

Wicks, R. (2003) 2017. Arthur Schopenhauer. The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Summer Edition), Edward N. Zalta (ed.). Disponibile all’indirizzo: https://stanford.io/2T3CXIX.

Williamson, M. 1996. A Return to Love. New York, NY: HarperOne, 66; 2019. Politics of Love. New York, NY: HarperOne, 224.

 

Immagine in evidenza: Pink Elephant, By Anne Burgess, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13803748

5 pensieri riguardo “Alle origini del bla-bla sulla fisica quantistica

  • È inesatto parlare di “teosofia orientale” per riferirsi alle dottrine (filosofiche e religiose) orientali, sia perché ne esistono anche di atee incluse nel novero, sia perché con “teosofia” si fa universalmente riferimento a un ben preciso movimento spirituale (cui peraltro è anche capitato di fraintendere o travisare certe concezioni orientali).

    Per quanto riguarda i testi che hanno forse favorito l’affermarsi di un infelice accostamento tra spiritualità e fisica quantistica, temo che l’antologia “Quantum questions” (1984) curata da Ken Wilber possa essere stata tra questi, nonostante il filosofo abbia messo in guardia nell’introduzione i lettori proprio contro un tale equivoco, che iniziava già a diffondersi.
    E oggi, purtroppo, la situazione sembra totalmente fuori controllo…

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  • Non perdeteVi d’ animo, c’è sempre una soluzione al Problema: in Italia è l’ Art. 348 del Codice Penale, che punisce tutti gli Abusi Professionali. Il fatto che venga usato quasi esclusivamente per i Medici in ambito Scientifico e per i Giornalisti in ambito divulgativo è dovuto al fatto che i Fisici delle Particelle Elementari non hanno mai istituito un ordine Professionale. Fatelo, ne vale la pena, Ve lo dice un Farmacista.

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    • Caro Marcello, molto belli i concetti che esprimi, appartenenti alla Filosofia della Scienza. Ma…Ti sembra questa la Sede? Facciamo così: battiamoci per mantenere un primato della Sperimentazione sulla Teoria. Del resto i Fondi alla Ricerca Scientifica vengono dati perché raggiunga risultati materiali nel Mondo Materiale.

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      • Ah si’, continuate a sperimentare come gli apprendisti stregoni che non sanno cosa toccano. Il problema ambientale che viviamo e’ il risultato di applicazioni scientifiche che non tengono conto del back-ground ontologico ed epistemologico della relazione tra soggetto e oggetto come evento. Il materialismo e’ pura ignoranza e la sua decostruzione una semplificazione pregiudiziale culturalista ad una dimensione dove lei non e’ neanche un esperto…Il fatto e’ che i pionieri della fisica quantistica erano molto piu’ colti di quelli di oggi…Inoltre…la sua argomentazione retorica che spaccia per logica e’ assurda anche dal punto di vista della scienza…infatti che ci siano stati scienziati che abbiano fatto degli errori di valutazione su certe cose fuori dalla scienza non significa nulla rispetto alle dichiarazioni dei fisici citate…sarebbe come dire che siccome l’umano puo’ errare allora le riflessioni di quei fisici non vadano prese in considerazione…Una sperimentazione senza teoria e’ una cosa assolutamente barbara…i successi della scienza vanno poi misurati con i suoi effetti multidimensionali di breve, medio e lungo periodo…

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  • Lo scienziato ritiene generalmente di studiare un mondo in se già “dato”. Egli non nota però che tutte le qualità che egli attribuisce a tale mondo sono elaborate a partire dalla sua esperienza soggettiva, la quale solo in un secondo momento può essere interpretata come esperienza “del mondo”. Prima di elaborare la concezione di un “mondo oggettivo” all’interno della propria esperienza, tale esperienza non è esperienza “di un mondo”, è solamente esperienza.

    Lo studio empirico del processo conoscitivo rivela che l’elemento fondamentale della conoscenza non è “il mondo” ma “l’esperienza”. E che solo poi all’interno di questa viene costruito ciò che chiamiamo “il mondo”, che viene poi comunemente interpretato (erroneamente dal punto di vista epistemologico) come origine dell’esperienza.

    Penso che molte fra le menti più sensibili e acute in qualche misura intuiscano questo problema epistemologico di fondo, e non trovando risposta vicino la cerchino, giustamente, più lontano.

    Il matematico e filosofo Edmund Husserl, a cavallo fra 1800 e 1900 si dedico intensamente allo sviluppo di una nuova concezione scientifica, che potesse estendere l’attuale paradigma ponendo al centro non il mondo come “già dato” (realismo ingenuo), ma l’esperienza vissuta. Questo paradigma permette, oltre ad integrare (rigenerando al suo interno) le “acquisite” conoscenze sul mondo fisico, di gettare le basi di uno studio altrettanto scientifico della psicologia come scienza dell’esperienza umana.

    La rivoluzione epistemologica di Husserl, che si potrebbe a mio avviso equiparare per portata a quella avvenuta con l’inizio della scienza moderna, non si diffuse però così rapidamente e tutt’oggi, seppur pare essere in espansione, non è universalmente compresa.
    Ritengo che ciò sia comprensibile alla luce del fatto che ogni rivoluzione del modo di conoscere coinvolge una trasformazione del proprio “mondo”, del proprio modo di intendere se stessi e la propria esperienza. Mi sembrerebbe infatti che il riconoscere pienamente che cosa significa “conoscere il mondo come esperienza” non possa che portare ad una trasformazione molto profonda del proprio modo di “stare in esso”.

    Forse in questo “spostamento” trovo maggiormente affinità con le grandi tradizioni sapienziali orientali che sembrano ricercare, in certa misura ed in modo più istintivo, uno spostamento analogo, ma in modo “discontinuo” rispetto all’evoluzione intellettuale e filosofica occidentale.

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