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Cacciari e Agamben: i conti non tornano

Articolo di Sergio Della Sala*

Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, due stimati filosofi, hanno espresso il loro dissenso al green pass e all’obbligo vaccinale. Ma un argomento a favore della loro tesi è illogico. Per dimostrare l’apparente inutilità dei vaccini anti-Covid nel mitigare la malattia e il numero dei morti scrivono infatti che

“in Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 avevano ricevuto la doppia dose”,

suggerendo che essere vaccinati o meno faccia poca differenza. Questi dati sono tratti da un documento di Public Health England, ma indicano una realtà diversa da quella proposta dai due filosofi.

Nessun vaccino è perfetto. Quelli contro il Covid ci proteggono per il 90-95 per cento. Quindi, un piccolo numero di persone sarà vittima del virus nonostante il vaccino. Le morti causate dal virus si riscontrano quasi esclusivamente fra persone che appartengono alle varie categorie a rischio (fra cui l’età avanzata); queste sono quantificate nel Regno Unito in circa 20 milioni. Al momento di questa osservazione numerica, circa il 90 per cento delle persone a rischio era vaccinata. I numeri riportati dai Cacciari e Agamben quindi riferiscono di 50 casi di morti nel 90 per cento delle persone vaccinate contro 67 casi di morti nel restante 10 per cento non vaccinato. Cioè 50 casi su 18 milioni contro 67 casi su 2 milioni; come si vede la probabilità di morte di un vaccinato risulta molto inferiore a quella di un non vaccinato. Lo stesso documento pubblicato da Public Health England calcola che la probabilità di morte di un vaccinato sia 20 volte inferiore a quella di un non-vaccinato, e stima in 27000 le vite salvate in Inghilterra grazie ai vaccini nel periodo di osservazione cui i dati riportati da Cacciari e Agamben si riferiscono.

Public Health England ipotizza che con il tempo ci saranno più morti vaccinati che non vaccinati; immaginate una situazione in cui tutti siano vaccinati: se ciò avvenisse il 100% di coloro che muoiono a causa del virus sarebbero vaccinati, il che probabilmente accentuerebbe il dissenso dei due filosofi alla vaccinazione obbligatoria. Invece è semplicemente il risultato atteso degli effetti di vaccini molto efficaci, ma non perfetti, e dimostra come statistiche apparentemente convincenti, se in accordo con le nostre tesi, possono ingannare anche lettori attenti.

* Sergio della Sala è Professore di Human Cognitive Neuroscience all’Università di Edinburgo, nonché Presidente CICAP

10 pensieri riguardo “Cacciari e Agamben: i conti non tornano

  • Ovviamente, Sergio, hai ragione. Ma il problema di fondo è che la pretesa di fermare una influenza micidiale porta , tra gli effetti collaterali, fratture enormi tra gli addetti ai lavori e tra governanti e governati. Uno Scettico Razionalista deve saper guardare in faccia la morte e dire: in fondo è il male minore.

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  • Abbiamo davvero ancora bisogno di filosofi?

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    • Di filosofia magari sì, ma sui filosofi sarei molto selettivo.

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  • Io dimostrerei cosi’: visto che a quanto pare i vaccini non servono, immaginiamo che in Inghilterra non ci siano vaccinati. Possiamo stimare il numero di morti estendendo la percentuale di morti nei non vaccinati (67/2 milioni = 33ppm) alla restante popolazione. Si ottiene: 33ppm*18 milioni = 603 persone anziche’ 50.
    Il totale dei morti sarebbe dunque 670 anziche’ 117.
    E si noti che la stima e’ estremamente per difetto in quanto i 18 milioni di vaccinati sono a rischio, quindi la mortalita’ nel loro caso sarebbe molto superiore.

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  • Cancellate l’ultima frase. Non avevo notato che nell’articolo si consideravano solo le persone a rischio.

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  • Scusate l’ignoranza, ma che significa dire “di 117 nuovi decessi”? Nuovi rispetto a cosa?
    Anche se fosse la stima giornaliera, un giorno solo non dovrebbe fare statistica.
    È come dire che i contagi sono organizzati come batterie di una corsa: “Via con i prossimi 117 di oggi! Pronti, partenza, contagiati!” e poi si vede chi muore.
    Non capisco la logica che lo renda rilevante.

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  • Questo mi sembra un classico esempio in cui si puo’ applicare il teorema di Bayes. L’affermazione 50 decessi su 117 sono di persone vaccinate significa calcolare la probabilita’ che una persona malata/deceduta sia vaccinata; probabilita’ che e’ relativamente alta e ci porta alla conclusione, fallace, di una scarsa efficacia del vaccino.
    In relata’ a noi interessa molto piu’ la probabilita’ opposta ossia quella di ammalarsi/morire se vaccinati. Ora il teorema di Bayes permette di legare le 2:
    P(V|M) = P(M|V)*P(V)/P(M)
    P(V|M) e’ la probabilita’ che una persona malata sia vaccinata
    P(M|V) e’ la probabilita’ che una persona vaccinata sia malata
    P(V) e’ la probabilita’ che una persona sia vaccinata
    P(M) e’ la probabilita’ che una persona sia malata (indipendentemente dal fatto che sia vaccinata o meno)
    Non svolgo i calcoli per semplicita’ ma, come detto ne;ll’articolo anche se P(M|V) e’ molto basso (vaccino molto efficace), il fatto che P(V) sia alto (molte persone vaccinate), rende piu’ alta la probabilita’ di P(V|M).
    In altri termini la probabilita’ P(V|M) NON da’ la misura dell’efficacia del vaccino..

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  • Sono estremamente confusa ,tra le troppe affermazioni che intasano la rete…tutto può essere interpretabile e,dunque,deformabile ..vedo che anche il CICAP si avvia, però,verso …… l’omologazione del pensiero ..con notevole rammarico. .

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  • Mi meraviglia la indeterminatezza ( per non usare termini piu pesanti) con cui avete riportato la questione e la conseguente inconsistenza delle critiche. E indubbio , come rimarcato da un competente (maurizio) che senza Bayes non si può procedere. Morale riportare le notizie con maggiore attenzione.

    qmmmmmcon cui avete riportat

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  • Ogni tanto qualche numero simile salta fuori anche per altri paesi, dove i vaccinati non sono così tanti. Credo che ci sia un altro punto importantissimo (come ricordava l’ottimo Dario Bressanini): i due gruppi “vaccinati” e “non vaccinati” sono diversi e non paragonabili; nel primo è finita ovviamente la gran parte dei più vecchi, più malati e più fragili, nel secondo ci sono un sacco di giovani sani che non sentono nessuna urgenza di vaccinarsi. Perfettamente logico che quelli del primo gruppo si ammalino o muoiano comunque di più di quelli del secondo; in altri termini potremmo dire, ad esempio, che se i fumatori 20enni stanno meglio dei 90enni non fumatori non vuol dire che il fumo faccia bene.
    Se invece si confrontano vaccinati e non vaccinati DELLA STESSA FASCIA DI ETA’ ecco che tutto torna, il vaccino è molto efficace.

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