Il trillo del diavolo

Brutto come uno Squonk

Lo Squonk è una creatura mitologica così brutta che si nasconde alla vista e passa buona parte del suo tempo a piangere. 

Recita così un meme che è circolato parecchio su internet e che ogni tanto ritorna fra le pagine social dedicate ai fatti curiosi. Povero, povero, Squonk

La sua storia, però, è un po’ più complessa. Dove vive lo Squonk? Quando nasce? E perché? Ma soprattutto, davvero qualcuno è convinto che esista una creatura del genere? Oggi esploriamo l’etologia e le caratteristiche di questo curioso animaletto, oltre alla canzone dedicatagli dai Genesis…

Cominciamo col dire che lo Squonk vive nelle foreste della Pennsylvania. Comparve per la prima volta in un libro del 1910, Fearsome Creatures of the Lumberwoods, a firma di William T. Cox. Potete leggerlo integralmente qui.

L’autore era il direttore dei servizi forestali del Minnesota, e raccolse nel volume un buon numero di animali immaginari di cui si raccontava fra i boscaioli degli Stati Uniti, e in particolare nelle regioni dei Grandi Laghi, al confine con il Canada. Ognuna delle “bestie” che compaiono nell’elenco è accompagnata da un’illustrazione e da un nome scientifico in latino, come in un vero manuale di zoologia. Al riguardo, Cox si avvalse dell’aiuto di due dipendenti, il disegnatore Coert Du Bois e il naturalista George B. Sudworth (specializzato in dendrologia).

Creature spaventose, come recita il titolo: chimere e bestie dalle caratteristiche inconsuete, buone per tessere racconti horror o per far ridere tutti, alla sera intorno al fuoco. Ma anche per prendere in giro “quelli nuovi”, magari appena arrivati dalla grande città. Non è che ci credessero davvero, probabilmente; erano più un modo per far squadra, in quelle terre selvagge, condividendo storie e spacconate (nel folklore americano c’è una lunga tradizione di tall tales, racconti esagerati, che i boscaioli sfoderavano proprio in queste occasioni). 

E quindi, ecco che i taglialegna di quelle zone avrebbero potuto mettervi in guardia contro il Gumberoo, un orso dalla pelle gommosa sopra alla quale i proiettili rimbalzano; o dirvi di far attenzione allo Snoligoster, un mostro di palude simile a un coccodrillo, ma senza arti, in grado di muoversi grazie a un’elica piazzata in fondo alla coda. Oppure, avrebbero potuto raccontarvi con un sorriso sornione delle meraviglie del Cactus Cat, un felino selvatico ghiottissimo di cactus fermentato, con cui si ubriaca tutte le sere; o ancora del Tote-Road Shagamaw, animale bipede in grado di lasciare impronte di orso, di alce o di altri animali, per confondere i cacciatori… Animali strani, dalle caratteristiche assurde, frutto di uno spirito goliardico e burlesco. Se ne trovano tracce fin dal Diciottesimo secolo in molti testi, ma a Cox va il merito di averli raccolti in un catalogo. 

Se volessimo trovare un’analogia con il folklore italiano, forse potremmo menzionare il ghiozzo quaglione, uno strano uccello di cui si vocifera nel Bolognese, oppure il dahu, quella specie di camoscio con due zampe più lunghe e due più corte che compare ogni tanto sui sentieri delle Alpi (o forse no). 

Il nostro triste Squonk è una di queste fearsome critters che popolano il libro di Cox. Gli venne assegnato il nome scientifico di Lacrimacorpis dissolvens. Questa è la sua descrizione: 

L’areale dello Squonk è molto limitato. Poche persone al di fuori della Pennsylvania hanno sentito parlare di questo singolare animale, che si dice piuttosto comune nelle foreste di conifere dello Stato. Lo Squonk ha un’indole molto timida e si muove generalmente all’alba e al crepuscolo. A causa della pelle in eccesso, che è coperta di chiazze e verruche, è sempre infelice; e infatti si ritiene, da parte di coloro che sono più adatti nel giudicare, che sia la più orribile delle bestie. I cacciatori che sono abili nel cercar tracce sono in grado di individuare uno Squonk dalla scia di lacrime che l’animale piange costantemente. Se messo all’angolo e impossibilitato a fuggire, o quando è sorpreso e spaventato, può dissolversi in lacrime. I cacciatori di Squonk hanno i loro maggiori successi nelle gelide notti di Luna, quando le lacrime scendono lentamente e gli animali han voglia di muoversi; è allora che i cacciatori possono sentirli piangere sotto i rami degli alberi di pino nero. Il signor J.P. Wentling, che un tempo abitava in Pennsylvania ma ora vive a St. Anthony Park, nel Minnesota, ebbe una deludente esperienza con uno Squonk, vicino a Monte Alto. Ne aveva astutamente catturato uno, imitandone il verso e inducendolo a entrare in un sacco; lo  stava trasportando a casa, quando improvvisamente il fardello si alleggerì e il pianto cessò. Wentling slegò il sacco e ci guardò dentro. Non c’era più nulla, se non bolle e lacrime. 

Povero, povero Squonk. 

Forse lo consolerebbe sapere che nel Ventunesimo secolo è popolarissimo su internet, dove miriadi di utenti giurano di averlo eletto a loro animale guida. Ma il suo successo non si ferma qui: lo Squonk compare anche in un capolavoro come il Manuale di zoologia fantastica di Jorge Luis Borges (1957) e nel soprannome di alcune sostanze chimiche, pronte a dissolversi appena si è convinti di averle isolate. Nel 1976, poi, i Genesis gli dedicarono una canzone, inclusa nell’album A Trick of the Trail: il testo segue da vicino la storia del signor Wentling e del suo infruttuoso tentativo di cattura. Potete ascoltarla qui di seguito. Forse contribuirete ad alzare l’autostima del nostro desolato e piangente amico, e ad asciugargli qualche lacrima. 

Testo Traduzione
Like father like son
Not flesh nor fish nor bone
A red rag hangs from an open mouth.
Alive at both ends but a little dead in the middle,
A-tumbling and a-bumbling he will go.
All the King’s horses and all the King’s men
Could never put a smile on that face.
Tale padre tale figlio
Né carne né pesce né ossa,
Uno straccio rosso pende dalla bocca aperta.
Vivo ad entrambe le estremità ma un po’ morto nel mezzo,
Se ne andrà.
Tutti i cavalli e tutti gli uomini del re
Non poterono mettere un sorriso su quel viso.
He’s a sly one, he’s a shy one
Wouldn’t you be too.
Scared to be left all on his own.
Hasn’t a, hasn’t a friend to play with, the Ugly Duckling
The pressure on, the bubble will burst before our eyes.
All the while in perfect time
His tears are falling on the ground
BUT IF YOU DON’T STAND UP YOU DON’T STAND A CHANCE.
È un furbo, è un timido –
Non lo saresti anche tu?
Ha paura di essere lasciato tutto solo.
Non ha, non ha un amico con cui giocare, il Brutto Anatroccolo
La pressione sale, la bolla scoppierà davanti ai nostri occhi.
E intanto puntualmente
Le sue lacrime stanno cadendo a terra
MA SE NON TI ALZI NON HAI POSSIBILITÀ.
Go a little faster now, you might get there in time.
Mirror mirror on the wall,

His heart was broken long before he ever came to you.
Stop your tears from falling,
The trail they leave is very clear for all to see at night
all to see at night.
THEY COME AT NIGHT!
Vai un po’ più veloce ora, potresti arrivare in tempo.
Specchio specchio sul muro,
Il suo cuore era spezzato molto prima che venisse da te.
Ferma le tue lacrime dal cadere,
Il sentiero che lasciano è molto nitido da vedere di notte
tutto da vedere di notte.
ARRIVANO DI NOTTE!
In season, out of season
What’s the difference when you don’t know the reason.
In one hand bread, the other a stone.
The Hunter enters the forest.
All are not huntsmen who can blow the huntsman’s horn
By the look of this one you’ve not got much to fear.
In stagione, fuori stagione
Qual è la differenza quando non si conosce il motivo?
In una mano il pane, nell’altra un sasso.
Il cacciatore entra nella foresta.
Non tutti sono cacciatori capaci di suonare il corno
Dal suo aspetto non hai molto da temere.
Here I am, I’m very fierce and frightening
Come to match my skill to yours.
Now listen here, listen to me, don’t you run away now
I am a friend, I’d really like to play with you.
Making noises my little furry friend would make
I’ll trick him, then I’ll kick him into my sack.
You better watch out… You better watch out.
Eccomi, sono molto feroce e spaventoso
Vieni a misurare la mia abilità alla tua.
Ora ascolta qui, ascolta me, non scappare adesso
Sono un amico, mi piacerebbe molto giocare con te.
Facendo i versi che farebbe il mio amichetto peloso
Lo ingannerò, poi lo butterò a calci nel sacco.
Faresti meglio a stare attento… Faresti meglio a stare attento.
I’ve got you, I’ve got you, you’ll never get away. Ti ho preso, ti ho preso, non scapperai mai più.
Walking home that night
The sack across my back, the sound of sobbing on my shoulder.
When suddenly it stopped,
I opened up the sack, all that I had
A pool of bubbles and tears – JUST A POOL OF TEARS.
Tornando a casa quella notte
Il sacco sulla schiena, il suono dei singhiozzi sulla mia spalla.
Quando improvvisamente si fermò,
Aprii il sacco, e tutto quello che avevo
Era una lago di bolle e lacrime – SOLO UN LAGO DI LACRIME.
All in all you are a very dying race
Placing trust upon a cruel world.
You never had the things you thought you should have had
And you’ll not get them now,
And all the while in perfect time
Your tears are falling on the ground.
Tutto sommato sei una razza in via d’estinzione
Nel riporre fiducia in un mondo crudele.
Non hai mai avuto le cose che pensavi di dover avere
E non le otterrai ora,
E per tutto il tempo, puntualmente
Le tue lacrime cadono in terra.

 

Sofia Lincos

Sofia Lincos collabora col CICAP dal 2005 ed è caporedattrice di Queryonline. Fa parte del CeRaVoLC (Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee) e si interessa da anni di leggende metropolitane, creepypasta, bufale e storia della scienza.

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