Un Ufo tira l’altro
di Andrea Berti
Avete mai guardato il cielo? Cioè, lo avete mai guardato in condizioni ottimali? Purtroppo, chi vive nelle grandi città ha inevitabilmente perso contatto con il cielo notturno: a causa dell’inquinamento atmosferico e luminoso urbano o per la presenza di una leggera foschia, ciò che si riesce ad apprezzare è davvero esiguo. Ed è un vero peccato! Chi scrive ha la fortuna di abitare in una zona nella quale (nuvole permettendo) è ancora possibile rimanere incantati solo alzando lo sguardo e godersi la volta celeste. L’immensità che ci sovrasta porta quasi subito a chiederci se da qualche parte, magari molto lontano, possa esistere qualche altra forma di vita e se riusciremo mai a venire in contatto con altre civiltà. Sono pensieri più che leciti, a patto che non ci si faccia prendere troppo la mano, giungendo a conclusioni spesso a dir poco azzardate. Se vediamo qualcosa di insolito in cielo, qualcosa che magari non riusciamo a spiegarci, ciò non dovrebbe automaticamente portarci a fare affermazioni come “loro sono già qui!”. Queste opinioni, che sentiamo ormai da molte decine di anni, non sono mai supportare – purtroppo – da adeguate prove.
Da alcuni mesi a questa parte, ad esempio, al Gruppo Indagini del CICAP riceviamo con una certa regolarità richieste di un nostro parere a proposito di misteriosi avvistamenti nel cielo notturno. Le varie mail riportano tutte una descrizione molto simile del fenomeno: chi è stato testimone dell’avvistamento racconta di aver notato in cielo il passaggio di un certo numero di luci, tutte in fila ed equidistanti tra loro. Si spostavano con moto uniforme e senza che si percepisse alcun rumore. Tra le persone che ci hanno contattato, qualcuno ha tentato anche un approccio razionale al fenomeno, cercando di fare qualche utile ipotesi a spiegazione di tale avvistamento.
Riporto qui di seguito – a titolo esemplificativo – un estratto della mail di Daniele B. che, a differenza della gran parte delle persone, ha ancora la passione e il tempo di scrutare il cielo notturno per goderne la straordinaria bellezza, nonché il buongusto di non saltare subito a conclusioni azzardate:
“Premetto che sono una persona che guarda molto spesso il cielo sia di
notte che di giorno, so distinguere i pianeti dalle stelle e so individuare
con facilità le costellazioni, so distinguere gli aerei dalle stelle e
dalle lanterne cinesi.
Pochi minuti fa, guardando dalla finestra l’orizzonte, verso ovest ho
visto un puntino moderatamente luminoso simile alle stelle di media
“luminosità” che si vedono in cielo. Il puntino si moveva ed ho iniziato
a pensare che poteva trattarsi della stazione spaziale internazionale.
La cosa curiosa è che quello è stato il primo punto di una lunga serie
(forse 50!) che correvano distanziati in maniera pressoché costante
partendo da ovest per direzionarsi verso Nord-Est.”[…]
Avete idea di cosa poteva trattarsi? Non riesco a trovare una
spiegazione!
Il nostro amico ha ragione: non ci sono solo pianeti e stelle da ammirare. Sopra le nostre teste passano regolarmente molti oggetti artificiali che, spesso, i “non addetti ai lavori” (e, sappiatelo, anche tantissimi ufologi) non sanno identificare. Al CICAP – bisogna dirlo – arriva ogni tipo di segnalazione su cose strane in cielo: più di una volta il pianeta Venere, aerei di linea o lanterne cinesi sono stati scambiati per astronavi aliene! Un altro oggetto orbitante che viene facilmente identificato come navicella extraterrestre è la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ben visibile anche a occhio nudo nella forma di un grosso puntino luminoso che, alcune volte, attraversa l’intera volta celeste in pochi minuti.
Se almeno in parte questi oggetti volanti dovrebbero, almeno sulla carta, essere stati metabolizzati da buona parte delle persone, da un tempo relativamente breve si sono aggiunti altri componenti ad arricchire il “parco macchine” che orbita intorno alla Terra. E sono proprio questi ultimi quelli osservati da D.: si tratta di un gruppo di Starlink, una “costellazione” di satelliti artificiali prodotte dalla SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation), l’agenzia spaziale statunitense costituita nel 2002 da Elon Musk. Dopo i primi satelliti mandati in orbita nel 2019, a fine settembre 2021 siamo arrivati a quasi 1800 piccoli corpi artificiali. Ne avevamo parlato in maniera più estesa un paio di anni fa, ma il ripresentarsi dell’equivoco in maniera consistente ci ha spinti a commentare un altro caso del genere: trovate l’articolo qui, corredato anche da un video che permette di osservare il passaggio di tali satelliti.
Per chi volesse sapere come osservare il passaggio della ISS o degli Starlink, consiglio il bel sito Heavens Above: basta fare il log-in e indicare la propria posizione geografica per ottenere le date, gli orari di passaggio e la direzione di spostamento dei vari satelliti artificiali.
Il fatto che per molti gli Starlink rientrino con estrema facilità nella categoria “UFO” (cioè oggetti volanti non identificati) è – a mio avviso – interessante e degno di nota. Se, da un lato, molti manufatti (lanterne cinesi, elicotteri, aerei) vengono facilmente identificati da (quasi) tutti dopo un attimo di attenzione, diventando così degli IFO (oggetti volanti identificati), dall’altro si ha sempre un’assai maggiore tendenza a scambiare per qualcosa di extraterrestre tutto ciò che è nuovo ma che non è ancora noto al grande pubblico, con buona pace del Principio di parsimonia.
Se la percezione e la conoscenza del cielo notturno (e di cosa è possibile vederci) tendono sempre di più al ribasso, si sta assistendo a un incremento del numero di persone che crede possibile non solo l’arrivo sul nostro pianeta di velivoli alieni, cosa in fin dei conti ancora accettabile, ma addirittura che tali velivoli siano presenti sopra le nostre teste in “flottiglie” di centinaia o migliaia di esemplari per volta (è una delle mode relativamente recenti dell’ufologia). A sentire loro, infatti, basterebbe guardare il cielo, ogni sera, per avere senza troppe difficoltà la “prova” dell’esistenza di civiltà extraterrestri in visita dalle nostre parti.
Ve li immaginate dei veri e propri tour intergalattici verso il nostro pianeta solo per il (dis)gusto di sbirciarci dall’alto?
Intuisco che il codice di navigazione interstellare punisce severamente chi viaggia a luci spente.
Più che gli allarmismi degli avvistatori, mi preoccupa l’impatto di questi satelliti sulle osservazioni astronomiche. Come se non bastassero le altre difficoltà…