È possibile fare il vaccino anti-Covid se si è positivi?
È rischioso vaccinarsi non sapendo di essere positivo perché asintomatico?
Questa è una domanda che molti si fanno, specialmente da quando è comparsa la variante Omicron, che è altamente contagiosa ma che, principalmente nei vaccinati, si manifesta spesso con sintomi lievi, tali da far passare inosservata l’infezione.
Molte persone si chiedono anche se sia utile fare un test sierologico per determinare il livello di anticorpi contro il virus Sars-Cov-2 da infezione pregressa o vaccinazione, per valutare se fare o meno il richiamo con la terza dose. In realtà si tratta di una precauzione inutile, poiché non vi è correlazione tra il titolo anticorpale e la protezione dall’infezione o dalla malattia, principalmente perché non è noto il valore minimo sopra il quale possiamo stare tranquilli; la presenza di anticorpi anti-Spike indica solo che l’organismo è venuto a contatto con il virus o con il vaccino, ma ciò di per sé non garantisce la protezione [1]. A conferma di ciò, il Ministero della Salute ha dichiarato che
“l’esecuzione non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale” (circolare del Ministero della Salute del 3 aprile 2021 “Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un’infezione da Sars-CoV-2”).
Ma allora, cosa fare? In particolare, è pericoloso vaccinarsi mentre si ha un’infezione da coronavirus in atto?
Nelle pagine di informazione (Faq) del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’AIFA non si trovano purtroppo indicazioni che permettano di risolvere questo dubbio.
Qualcosa si trova nella pagina dell’Ospedale Bambino Gesù dedicata alla vaccinazione anti Covid, dove leggiamo:
“Solo nel caso di una infezione da Sars-CoV-2 in corso, la vaccinazione deve essere rimandata fino a quando la persona non si sia ripresa dalla malattia acuta (se la persona ha avuto sintomi) e abbia soddisfatto i criteri per interrompere l’isolamento.” [2].
Che significa ciò, che l’infezione in corso è una controindicazione perché potrebbe provocare dei problemi? No, viene sconsigliato di sottoporsi alla vaccinazione se si hanno sintomi (e non se ci si è semplicemente infettati), unicamente perché se si è malati di COVID-19, secondo la regola, si deve rimanere in isolamento in attesa della guarigione. In tale condizione, recarsi presso un centro vaccinale pone a rischio di infezione tutti coloro che vi lavorano e le persone che sono in attesa di ricevere il vaccino. È per questo motivo che i medici del centro chiedono se si abbiano particolari sintomi prima di procedere con la somministrazione del vaccino.
Se i sintomi sono assenti è certamente difficile accorgersi di essere positivi, specialmente se si è in attesa di ricevere la dose booster. È infatti più probabile che chi è già vaccinato con due dosi non sviluppi sintomi in seguito a un’infezione, rispetto a chi non è ancora vaccinato.
In tal caso, comunque, non ci sono particolari rischi nel ricevere il vaccino.
L’unica cosa che potrebbe accadere è che eventuali sintomi della malattia potrebbero sommarsi agli eventuali effetti collaterali del vaccino e quindi la situazione potrebbe essere un po’ più spiacevole del normale.
Essere positivi al momento della vaccinazione non interferisce con la risposta immunitaria né può indurre una eccessiva stimolazione del sistema immunitario ma, al contrario, potrebbe portare allo sviluppo di una risposta migliore. Infatti la ripetuta stimolazione con un determinato antigene (semplificando, un antigene è un componente di un microrganismo che può essere riconosciuto dal sistema immunitario) induce una maturazione per affinità dei linfociti B, che diventano via via più abili nel produrre anticorpi altamente specifici contro la minaccia che hanno incontrato e quindi a fornire una migliore protezione. Questo processo avviene naturalmente anche nel caso del Sars-CoV-2 ed è potenziato da una ripetuta esposizione ai suoi antigeni, sia tramite infezione, sia tramite vaccinazione, sia dalla “somma” di entrambi [3-4].
Uno studio pubblicato su Nature e uno ancora preliminare presente su medRxiv mostrano che l’immunità da infezione viene potenziata da una successiva vaccinazione, risultando in una protezione maggiore contro una successiva infezione rispetto alla sola vaccinazione [5-6]. Letti superficialmente, i risultati di questi due studi potrebbero indurre nell’errore di pensare che perciò sia più conveniente infettarsi prima e usare la vaccinazione come “richiamo”.
In realtà questa sarebbe una pessima scelta, perché nessuno di noi, per quanto possa essere in buona salute, può essere veramente sicuro di non sviluppare una forma grave o letale di Covid.
Inoltre, non solo chi ha avuto una malattia grave, ma anche chi ha avuto un’infezione in forma lieve o asintomatica può sviluppare la cosiddetta “long Covid”, cioè manifestare per diverso tempo dopo la negativizzazione (fino a sei mesi e oltre) sintomi variabili e debilitanti (tra cui, dolori muscolari e ossei, stanchezza e fiato corto, difficoltà di concentrazione e attenzione, perdita di memoria, ansia e depressione). [7-8]
La percentuale di persone che sviluppano la long Covid dopo un’infezione acuta non è ancora stata stabilita in modo definitivo, perché colpisce in modo differente le popolazioni e i risultati degli studi presentano ampia variabilità in base ai criteri usati per la diagnosi ed ai gruppi di popolazione. Secondo una stima dell’Office for National Statistics del Regno Unito, la prevalenza a cinque settimane di qualsiasi sintomo tra i contagiati da Sars-CoV-2 sarebbe del 22,1%, mentre la prevalenza a 12 settimane sarebbe del 9,9% [9].
È evidente, quindi, che la cosa più sensata è vaccinarsi e ricevere un richiamo quando necessario.
Con una raccomandazione finale: il fatto di essere vaccinati, magari con tre dosi, non ci deve indurre un falso senso di sicurezza, perché nonostante i vaccini siano fondamentali per ridurre di molto il rischio di ospedalizzazione e di morte, nessun vaccino è efficace al 100% ed è perciò inevitabile che diverse persone pur vaccinate si ammalino lo stesso di COVID-19, specialmente con la variante Omicron.
Quindi anche da vaccinati è necessario continuare ad adottare i corretti comportamenti di sicurezza, cioè le mascherine (meglio se FFP2), il distanziamento e il lavaggio o la disinfezione frequente delle mani.
Note:
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- https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=1800781
- https://www.ospedalebambinogesu.it/nuovo-coronavirus-chi-ha-avuto-il-covid-19-si-deve-vaccinare-121923/
- W Kim, JQ Zhou, AJ Sturtz, SC Horvath, AJ Schmitz, TLei, E Kalaidina, M Thapa, WB Alsoussi et al. Germinal centre-driven maturation of B cell response to SARS-CoV-2 vaccination https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.10.31.466651v1
- Tang J, Grubbs G, Lee Y, Huang C, Ravichandran S, Forgacs D, Golding H, Ross TM, Khurana S. Antibody affinity maturation and cross-variant activity following SARS-CoV-2 mRNA vaccination: Impact of prior exposure and sex. EBioMedicine. 2021 Dec;74
- Lucas, C.B.F Vogels, I Yildirim, et al. Impact of circulating SARS-CoV-2 variants on mRNA vaccine-induced immunity. Nature 600, 523–529, 2021
- Goldberg, Mi Mandel, Y Bar-On, O Bodenheimer, L Freedman, N Ash, S Alroy-Preis, A Huppert, R Milo. Protection and waning of natural and hybrid COVID-19 immunity. medRxiv 2021
- Crook H, Raza S, Nowell J, Young M, Edison P. Long Covid—mechanisms, risk factors, and management, British Medical Journal 2021; 374
- https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmed.2021.750378/full
- https://www.ons.gov.uk/peoplepopulationandcommunity/healthandsocialcare/healthandlifeexpectancies/datasets/prevalenceoflongcovidsymptomsandcovid19complications
Foto di Katja Fuhlert da Pixabay
Sarebbe bene che la smetteste di continuare a disinformare; e possibilmente spiegare l’utilità di questi (pseudo) vaccini visto che non prevengono in nessun modo contagi e trasmissione del virus.
È incredibile. Ma voi novax vivete nel mondo degli elfi? L’evitare come minimo il 90% di morti e ospedalizzazioni ti sembra poco. Salutami le fate.
Potrei risponderle in maniera più che adeguata…. purtroppo il sottoscritto si rifiuta categoricamente di replicare a persone maleducate ed insultanti come lei.
Addio !!!!
Cara Graziella, l’ interazione tra antigene e anticorpo vale anche per i “vaccini” mRna?
Certo, perchè nella cellula l’mRNA viene tradotto nella proteina Spike, che viene poi riconosciuta dal sistema immunitario.