Speciale Omeopatia

L’ABC dell’omeopatia

Articolo di Rossana Garavaglia*

  1. Data di nascita: nel 1807, il medico tedesco Samuel Hahnemann coniò il termine omeopatia (dai termini greci hómoios, cioè simile, e pathos, cioè sofferenza) per indicare una disciplina alternativa alla medicina del tempo.

  2. Il principio fondatore: i rimedi omeopatici causano nel soggetto sano i sintomi che dovrebbero curare nel soggetto malato secondo il principio del simile cura il simile. Il rimedio omeopatico, causando gli stessi sintomi lamentati dal paziente, li farebbe entrare in risonanza con il sintomo naturale, lo spodesterebbe e, avendo una potenza inferiore al sintomo naturale, libererebbe le forze di autoguarigione insite nel corpo del malato (energia vitale).

    1. Tale principio fondatore manca di evidenze validate e di plausibilità scientifica: la sperimentazione pura omeopatica (somministrazione a soggetti sani del rimedio per identificare i sintomi elicitati che verranno poi curati nel soggetto malato) condotta da Hahnemann e da alcuni suoi seguaci odierni non è mai stata condotta con metodo scientifico rigoroso ed in doppio cieco; le conoscenze della biologia moderna non supportano l’ipotesi del sintomo artificiale che spodesta il sintomo naturale; manca sia la plausibilità scientifica che l’evidenza dell’esistenza della “forza vitale” causa dell’”autoguarigione”. Una teoria scientifica può essere definita tale solo se le singole affermazioni di cui è composta sono supportate da evidenze solide, cioè replicate da diversi gruppi di ricerca e validate dalla comunità scientifica.

  3. Profilazione del paziente: si basa sulla definizione di tipologie (terreno che identifica tre modalità reattive fondamentali: ipofunzionale, iperfunzionale o disfunzionale) degli individui, che esprimono gli squilibri dell’energia vitale con differenti sintomi che vengono poi curati secondo la legge del simile cura simile.

    1. La scienza medica progredisce nella comprensione delle cause biologiche delle malattie e nella identificazione della particolarità di ciascuna persona in base alle evidenze. La classificazione delle 3 modalità reattive omeopatiche è empirica e, come tale, non supportata di evidenze biologiche che definiscano sia l’esistenza come entità separate da cui derivano risposte biologiche peculiari, sia l’integrazione nella semeiotica medica (disciplina che ha per oggetto il rilievo e lo studio dei segni che orientano verso la diagnosi). Essa rimane quindi una ipotesi senza plausibilità scientifica. L’agire medico in base alle evidenze è garanzia di oggettività e rispetto della dignità della persona malata così come indicato dal Comitato Nazionale per la Bioetica (1,2).

  4. Origine dei rimedi omeopatici: minerale, animale e vegetale.

  5. Potenziamento, cioè diluizione e succussione: tutti i rimedi omeopatici, definiti ceppi omeopatici, sono diluiti. Esistono due modalità di esecuzione delle diluizioni omeopatiche. In generale si tratta di ripetute diluizioni decimali o centesimali fino alla duecentesima diluizione. La formulazione in pilloline di zucchero si ottiene vaporizzando la soluzione diluita sulle medesime. Lo scuotimento (succussione) della soluzione, dopo ogni diluizione del ceppo omeopatico, ne potenzierebbe il potere curativo.

    1. Manca la plausibilità scientifica sia del potenziamento in quanto tale, sia del suo essere causato dalla diluizione e dalla succussione. Mancanti sono le evidenze sperimentali dell’esistenza del fenomeno denominato “potenziamento”. La legge di Avogadro (chimico e fisico italiano) secondo la quale, oltre la 12° diluizione centesimale, ci sono 0,6 molecole di principio attivo in un litro di soluzione (partendo da una soluzione di 1 mole/litro), aiuta a capire perchè i rimedi omeopatici contengano solo acqua/alcool ma nessuna o infinitesime tracce di principio attivo.

  6. Meccanismo d’azione dei rimedi omeopatici: sconosciuto. Le diverse società italiane di omeopatia, gli omeopati e i produttori adducono ipotesi diverse tra loro. Tutte le ipotesi non sono scientificamente plausibili (3).

    1. Memoria dell’acqua: la succussione libererebbe energia che porterebbe le molecole d’acqua a formare dei clatrati attorno alle molecole del rimedio omeopatico. Le successive diluizioni asporterebbero il principio attivo dal centro dei clatrati che rimarrebbero vuoti, ma recherebbero la memoria del principio attivo contenuto in origine. A supporto di tale meccanismo, non plausibile scientificamente, non sono mai state portate evidenze.

    2. Fisica quantistica: il fondatore della ditta Boiron (uno dei maggiori produttori mondiali di rimedi omeopatici) fa ricorso alle teorie quantistiche senza però fornire alcuna plausibilità scientifica e nemmeno una prova validata.

    3. Farmacologia classica: SIOMI (Società Italiana Omeopatia e Medicina Integrata) sostiene che le poche molecole presenti nelle diluizioni potrebbero avere un effetto “ormetico” (diversi dosaggi del medesimo principio attivo esprimerebbero opposte funzioni biologiche). Il ricorso al principio ormetico è una iper estrapolazione di un effetto osservato solo per alcune sostanze che non può essere considerato valido per tutte le sostanze sic et simpliciter. (4)

  7. Sperimentazioni cliniche: ad oggi le revisioni sistematiche e le meta-analisi riportano l’assenza di evidenze sperimentali di efficacia dei rimedi omeopatici. (5-13)

  8. Efficacia dei prodotti omeopatici: il rapporto dell’Autorità Nazionale Francese per la Salute del 2019 afferma che non vi sono evidenze di efficacia, non vi è necessità dell’uso di farmaci per la cura di malattie benigne che guariscono spontaneamente, vi è assenza di benefici per la salute pubblica o in termini di consumo di farmaci e assenza di un chiaro ruolo nel percorso terapeutico (14, 15). In base a questa rapporto la Francia ha sospeso la rimborsabilità dei prodotti omeopatici dal 1.1.2021.

  9. SSN: alcune Regioni italiane offrono servizi di omeopatia all’interno delle strutture del Servizio Sanitario Regionale. Le spese di tali servizi sono a carico della Regione e, quindi, della comunità. Le terapie omeopatiche possono essere solo in regime di integrazione con terapie mediche.

  10. Commercializzazione dei rimedi omeopatici: al solo scopo di armonizzare e fornire “le garanzie utili in materia di qualità dei medicinali e di sicurezza dell’uso” e quindi la libera circolazione all’interno della CEE, è stata emessa la Direttiva Europea 2001/83/CE ed il relativo DL 219/2006 che stabiliscono una procedura semplificata per la commercializzazione dei rimedi omeopatici senza efficacia approvata. Tutti i rimedi omeopatici in commercio in Italia sono commercializzati con procedura semplificata e quindi nessuno ha una efficacia terapeutica approvata (16).

  11. Vie di somministrazione e dosaggio: non essendo commercializzati con dati di sicurezza ed efficacia clinica, la Direttiva Europea ed il DL 219/2006 impongono che i rimedi omeopatici siano in una forma farmaceutica ed un dosaggio che non presentino alcun rischio per il paziente. Sono quindi consentite le sole vie di somministrazione orale e topica ed un grado di diluizione tale da garantirne l’innocuità.

  12. Indicazione terapeutica: Nessuna. In base alla vigente legislazione i rimedi omeopatici commercializzati con procedura semplificata non possono vantare alcuna indicazione terapeutica approvata in quanto mancanti dei dati di efficacia.

  13. Medicinali omeopatici: nonostante il DL 219/2006 definisca i “medicinali” come “ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane”, lo stesso DL concede l’uso del termine di “medicinale” anche ai rimedi omeopatici pur se registrati senza indicazione terapeutica approvata. Il Comitato Nazionale per la Bioetica, evidenziando questa criticità, sottolinea “che nell’etichettatura ed eventualmente nel foglio illustrativo dei preparati omeopatici: – il termine «medicinale» sia sostituito dal termine «preparato»; – la frase «Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate» sia modificata e integrata in questo modo: «Preparato omeopatico di efficacia non convalidata scientificamente e senza indicazioni terapeutiche approvate»” (2).

  14. In Italia solo i medici possono praticare l’omeopatia. Questa decisione è stata presa allo scopo di evitare che persone malate potessero essere curate da soggetti senza adeguata preparazione. Indipendentemente da chi la pratica, l’omeopatia utilizza prodotti di non provata efficacia e senza indicazione terapeutica approvata. All’interno della Federazione Nazionale Ordine dei Medici e Chirurghi la discussione su questo paradosso è accesa da anni: “Il contro argomento che sento spesso afferma più o meno così: “Si’, all’Ordine sappiamo che si tratta di terapie di non provata efficacia, ma proprio per questo è preferibile che siano medici a prescriverle e quindi controllarne gli effetti piuttosto che praticoni senza laurea”. Che è un po’ come affermare che “Si’, rubare nei supermercati è da condannare, ma meglio che lo facciano persone per bene, piuttosto che ladri di professione” (17).

  15. Codice deontologico: impone ai medici di agire in scienza e coscienza e di informare il paziente allo scopo di ottenere il suo consenso al trattamento. “Il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia”. La contraddizione tra il dover agire secondo scienza ed il dovere di informare il paziente sulla non provata efficacia dei rimedi omeopatici è una criticità etica sollevata anche dal comitato etico della Fondazione Veronesi. (18)

  16. Effetto placebo: è un meccanismo psicologico e neurobiologico attivato dalle aspettative positive, dal rapporto medico-paziente e dai rituali. La persona che soffre sperimenta un miglioramento della sua condizione di salute anche quando assume pastiglie di zucchero pensando che siano medicinali efficaci. Va rilevato che l’effetto placebo è di breve durata e si esprime solo sui sintomi, ma la malattia causa dei sintomi rimane se non autolimitante in sé. (19)

  17. Effetto nocebo: le aspettative negative determinano l’esperienza di effetti collaterali quando viene somministrato dello zucchero ad una persona che pena di assumere un farmaco (20). Negli studi registrativi dei vaccini anti COVID19 anche i soggetti che hanno ricevuto una iniezione di prodotto inerte (placebo) hanno lamentato i tipici effetti collaterali dei vaccini.

Bibliografia:

  1. p62_2005_medicine-alternative_it.pdf (governo.it)

  2. COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA (governo.it)

  3. Dobrilla Giorgio, Cimino Alessandro. “Omeopatia dal 1810 al 2019”. Cera una Volta.

  4. House of Commons – Evidence Check 2: Homeopathy – Science and Technology Committee (parliament.uk)

  5. Mathie R.T., Lloyd S.M., Legg L.A., Clausen J.,  Moss S.,    Davidson J.R.T., Ford I.,  Randomised placebo-controlled trials of individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Systematic Reviews 2014, 3:142. (https://systematicreviewsjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/2046-4053-3-142)
  6. Mathie R.T., Frye J., Fisher P., Homeopathic Oscillococcinum(®) for preventing and treating influenza and influenza-like illness. 2012. Cochrane Database of Systematic Reviews
  7. McCarney R. W., Linde K., Lasserson T. J., Homeopathy for chronic asthma. 2008. Cochrane Database of Systematic Reviews.
  8. Munar A., Gamboa O. A., Ortiz N. I., Homeopathy for osteoarthritis. 2008. Cochrane Database of Systematic Reviews.
  9. Coulter M. K., Dean M. E., Homeopathy for attention deficit/hyperactivity disorder or hyperkinetic disorder. 2009. Cochrane Database of Systematic Reviews.
  10. McCarney R., Warner J., Fisher P., Van Haselen R., Homeopathy for dementia. 2009. Cochrane Database of Systematic Reviews
  11. Kassab S., Cummings M., Berkovitz S., van Haselen R., Fisher P., Homeopathic medicines for adverse effects of cancer treatments. 2012. Cochrane Database of Systematic Reviews
  12. Peckham E.J., Cooper K., Roberts E., Agrawal A., Brabyn S., Tew G., Homeopathy for treatment of irritable bowel syndrome. 2019. Cochrane Database of Systematic Reviews
  13. Hawke K., van Driel M.L., Buffington B.J., McGuire T.M., King D., Are oral homeopathic medicinal products effective and safe to prevent and treat acute respiratory tract infections in children?. 2018. Cochrane Database of Systematic Reviews
  14. Haute Autorité de Santé – Assesment of homeopathic medicines (has-sante.fr)

  15. 1 (has-sante.fr)

  16. https://www.aifa.gov.it/medicinali-omeopatici

  17. Alla ricerca del vero, tra pregiudizi, credenze, falsi ricordi… – FNOMCeO

  18. https://scienceandethics.fondazioneveronesi.it/wp-content/uploads/2015/12/FSE-vol.4-2019-Omeopatia-Di-Grazia-Rufo-Cubelli-Montali-Della-Sala-10-.pdf

  19. Benedetti F. Placebo and the New Physiology of the Doctor-Patient RelationshipPhysiol Rev. 2013 Jul; 93(3): 1207–1246. doi: 10.1152/physrev.00043.2012

  20. Benedetti F, Lanotte M, Lopiano L, Colloca L. When words are painful: unraveling the mechanisms of the nocebo effect. Neuroscience. 2007 Jun 29; 147(2):260-71. 

Rossana Garavaglia è laureata in Medicina e Chirurgia, specializzata in Psichiatria e Master in Patologia Genetica Molecolare. Ha esperienza pluriennale come medico di base, come Psichiatra e nella sperimentazione clinica di farmaci e vaccini fase I-IV.

3 pensieri riguardo “L’ABC dell’omeopatia

  • “3. promozione della copertura sanitaria globale integrando i servizi di MT&C
    nell’assistenza sanitaria e nell’autoterapia, capitalizzando il loro potenziale
    contributo a migliorare i servizi sanitari e i livelli di salute, e garantendo agli
    utenti la capacità di intraprendere scelte informate in merito all’autoterapia.”
    Tratto da questo Documento dell’ OMS: https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/92455/9789241506090_ita.pdf?sequence=14&isAllowed=y
    Cara Rossana, Ti ringrazio per il riassunto, sempre utile. Come sai noi Italiani abbiamo dei pesanti vincoli esterni nelle Politiche Sanitarie, oltre che in quelle Militari. In particolare non possiamo non tenere conto delle raccomandazioni OMS per le Medicine Tradizionali e Complementari, di cui l’ Omeopatia fa parte, vantando, tra l’ altro, la maggior quantità di studi pubblicati su riviste scientifiche rispetto alle altre MT & C. Il documento linkato ha ormai sdoganato da oltre un “decennio” queste terapie. Da qui il poter chiamare Farmaci quelli che una volta erano chiamati Rimedi. Quindi, se volete essere efficaci, mi permetto di consigliarVi di agire a livello di OMS per far cambiare opinione a chi, ignorando tutte le Vs/tesi, vede nelle MT & C. una occasione di miglioramento della Salute Pubblica e di risparmio in spese sanitarie.

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    • Gentile signor Grano, la ringrazio per l’utile contributo e per il documento che ho letto integralmente. Se è vero che l’omeopatia vanta moltissime pubblicazioni, è altrettanto vero che le meta analisi (quelle citate nell’articolo sono solo alcune) rilevano come la maggioranza di esse sia viziata da bias che ne pregiudicano la qualità e quindi la solidità dei dati: la qualità fornisce le evidenze non la quantità. Secondo il documento da lei linkato l’omeopatia potrebbe essere annoverata tra le medicine complementari, ma non tra quelle tradizionali (box 1 pag. 15). Ho usato il condizionale perchè la WHO sottolinea in più punti nel suo documento il concetto di “efficacia” ed invita l’integrazione delle MT&C sicure ed efficaci. Il documento fa riferimento all’appropriatezza delle MT&C (pagg. 11 e 12-appropriatezza che dipende dall’efficacia: Appropriatezza ed Omeopatia – CICAP Toscana) e ne chiede l’integrazione “laddove possibile” (pag. 11): ciò implica la valutazione da parte di ciascuno stato in base al proprio specifico contesto. Inoltre a pag. 16 il documento chiarisce le caratteristiche delle MT&Cdi cui il documento parla: “le medicine tradizionali, di cui siano comprovate qualità, sicurezza ed efficacia, contribuiscono all’obiettivo di garantire a tutte le popolazioni l’accesso alle cure” per poi specificare che “Per molti milioni di persone le piante medicinali, i trattamenti tradizionali e i professionisti tradizionali sono la principale, e a volte l’unica, fonte di assistenza sanitaria”. Questa non è la situazione in Italia i cui cittadini hanno ampio accesso ai trattamenti di provata efficacia della medicina scientifica (come definita dal Comitato Nazionale per la Bioetica). Dal momento che le raccomandazioni riguardano trattamenti efficaci, un “nostro” intervento a livello WHO non sembra necessario. Per quanto riguarda il termine “farmaco”, il DL 219/2006 specifica, come detto nell’articolo, che i rimedi omeopatici possono essere chiamati “medicinali omeopatici”, ma l’uso del vocabolo non rende implicita l’efficacia di tali prodotti. Ad oggi in Italia nessun prodotto omeopatico è registrato secondo procedura ordinaria e nessun prodotto omeopatico ha una efficacia approvata, dato che nessun dossier di efficacia è stato reso disponibile ad AIFA. Per quanto riguarda le spese sanitarie, un prodotto che non ha efficacia, se non quella placebo, non può far risparmiare: infatti la Francia ha sospeso la rimborsabilità di tali rimedi dal 1.1.21. RingraziandoLa per l’attenzione e sperando di averle dato utili informazioni, care cose Rossana Garavaglia.

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