Approfondimenti

L’epilogo del mistero di Caronia… forse!

Articolo di Marco Morocutti

Tutto ebbe inizio nel febbraio del 2004. Prima di quella data, Canneto di Caronia – in provincia di Messina – era un luogo noto per lo più agli abitanti della Sicilia orientale. Ma all’inizio di febbraio la zona divenne teatro di avvenimenti misteriosi e inquietanti, in un crescendo di interesse che arrivò a coinvolgere i mezzi di informazione nazionali e non solo. Gli impianti elettrici e gli elettrodomestici prendevano fuoco da soli, provocando danni di vario tipo e gravità, ma soprattutto senza alcuna causa apparente.

È noto che un mistero conclamato e addirittura ricorrente è qualcosa che vale oro, sia per gli appassionati dell’insolito che per i mezzi d’informazione. Non c’è quindi da stupirsi che i primi mesi del 2004 abbiano sollevato l’interesse di un gran numero di giornali e periodici: la rassegna stampa di quel periodo conta molte decine di articoli, a cui si aggiungono i servizi delle TV locali e nazionali.

Ma la stampa non è stata l’unica a muoversi. Anche le istituzioni sono intervenute su più fronti: per l’assistenza alla popolazione (Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Carabinieri) e per la ricerca delle cause dei fenomeni. Su questo aspetto, anche grazie ad uno stanziamento governativo di 250.000€ e all’intervento di Maris (ente che si occupa fra le altre cose di monitoraggio ambientale), si è assistito ad una nutrita serie di campagne di rilevamento e mappatura, che hanno visto la partecipazione anche di mezzi militari appartenenti alla Marina e all’Aviazione. Un report su tali attività si trova sul numero di dicembre 2007 di La Protezione Civile italiana, che si presenta come Mensile di informazione e studi per le Componenti del Servizio nazionale della protezione Civile. Sono riportate ben undici campagne di rilevamento; qui ne citiamo solo tre, che rendono però molto bene l’idea di come sia stata gestita la vicenda da parte delle istituzioni locali:

  • Campagna oceanografica condotta dalla Nave “Galatea” dell’Istituto Idrografico della Marina Militare su uno specchio di mare esteso, antistante la zona costiera di Canneto (magnetometria, parametri chimici e fisici, sedimentologia)
  • Campagna di monitoraggio dello spettro radioelettrico condotta dal Ministero delle Comunicazioni e dall’ARPA Sicilia
  • Campagna di rilevamento aereo, misure e mappatura dell’intensità totale del campo magnetico terrestre condotta con tecnologia d’avanguardia dall’INGV su un’ampia zona di mare compresa tra l’isola di Ustica e le Eolie

Ma si potrebbe proseguire oltre, elencando ulteriori imbarazzanti iniziative messe in atto dalle autorità.

Quale possa essere il motivo per cui partendo da alcuni incendi domestici si sia arrivati a mobilitare la Marina e l’Aviazione è cosa che richiederebbe un discorso approfondito, che in questa sede non faremo. Sarebbe però lecito attendersi che un tale impegno di mezzi e attività di indagine (svolte con soldi pubblici) abbia portato a comprendere la causa dei misteriosi incendi, ma le cose sono andate diversamente. A quanto è stato possibile apprendere dall’esterno, cioè senza far parte dei vari enti coinvolti o dei comitati formati per l’occasione, nessuno di questi studi ha fornito un parere esplicito sull’accaduto, e se ha redatto qualcosa non l’ha comunque pubblicato. A chi negli anni abbia seguito la vicenda, è sembrato quasi che si sia fatto il gioco di chissà quali soggetti che, per motivi vari e diversi, potevano forse avere interesse affinché nessun capitolo si chiudesse, anzi che ne venissero aperti sempre di nuovi.

In quegli anni il CICAP, anche per voce di chi scrive, ha più volte evidenziato come gli oggetti danneggiati dal fuoco apparissero sempre e invariabilmente bruciati solo sulla parte esterna, senza alcuna eccezione, a indicare che la causa non andava ricercata in fenomeni elettrici o elettromagnetici ma più semplicemente in una fiamma applicata dall’esterno. E con tutta evidenza ciò suggeriva scenari ben meno misteriosi di quelli ipotizzati da giornali e comitati vari, certamente meno stimolanti per la stampa e per i sostenitori dei misteri a oltranza. I fatti misteriosi avevano tutto il carattere di atti volontari compiuti da qualcuno a danno dei residenti.

A rendere più evidente il dubbio del dolo ci ha pensato la magistratura: nel giugno del 2008 i giornali riportarono come la procura di Mistretta si sia pronunciata “smentendo il pool di scienziati che per mesi ha lavorato alla soluzione del mistero” e indicando la mano umana all’origine dei fenomeni, senza tuttavia risalire all’autore dei gesti. Com’è facile immaginare la notizia non è stata accolta favorevolmente dagli appassionati, e allo stesso modo ha avuto scarsissimo rilievo sulla stampa. Volendo pensar male, forse è perché una simile conclusione toglieva a tutti gli attori il bel giocattolo con cui poter giocare. E pensando ancor peggio, se si fosse trattato di semplice dolo, diversi protagonisti della vicenda sarebbero stati considerati sotto un aspetto ben diverso da quello con cui si presentavano.

Perciò, con il colpevole o i colpevoli a piede libero, gli incendi misteriosi sono proseguiti negli anni successivi, alternando lunghi periodi di calma mediatica a più marcati – è il caso di dirlo – ritorni di fiamma. La nota trasmissione Voyager, ad esempio, ha prodotto nell’agosto del 2014 uno speciale in cui sembrava che quasi ogni possibile mistero o macchinazione potesse essere coinvolta all’origine dei misteriosissimi fenomeni. Ma senza mai citare, neppure per contestarla, l’osservazione sui danni che in nessun caso interessavano le parti interne degli oggetti bruciati. E guardandosi bene dal riferire che tutto ciò che era stato danneggiato si trovava di regola in posizione fisicamente accessibile da chi si fosse trovato sul posto.

Fra discussioni e polemiche si è così giunti all’annuncio clamoroso del 5 marzo 2015. Solo pochi mesi prima, con un intervento molto esplicito a TG2 Insieme (10 ottobre 2014), in presenza del nuovo sindaco di Caronia, di un esponente della protezione civile ed altri ospiti, chi scrive sosteneva ancora una volta come la probabile causa dei danni provocati agli abitanti fosse da ricercarsi in un atto doloso. Ma ecco che il 5 marzo veniva annunciato il colpo di scena finale. Dopo appostamenti durati alcuni mesi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, stazione di Caronia, hanno colto due incendiari con le mani nel sacco. Si trattava di Nino Pezzino, portavoce dei danneggiati, e del figlio 25enne Giuseppe, che all’epoca in cui iniziarono i fatti aveva 15 anni. Le telecamere nascoste degli inquirenti avevano documentato ben 40 episodi accertati, in cui i due indiziati appiccavano il fuoco a oggetti vari, mostrando fra l’altro una discreta abilità nel non farsi scoprire. Alcuni dei filmati rilasciati dai Carabinieri erano in tal senso particolarmente espliciti. E questa volta la notizia non venne affatto taciuta dalla stampa, anzi ottenne una ampia rilevanza su tutti i media, suscitando certamente diversi imbarazzi.

Sono stati i Pezzino padre e figlio a causare tutta quella serie di danni avvenuti dal 2004 al 2014? Ci furono anche altre cause? O altri colpevoli? Probabilmente non lo sapremo mai, a meno di inaspettati pentimenti, un’ipotesi però alquanto improbabile.

Ma per chi segue le cose del CICAP non sarà certo sfuggito il fatto che l’età di 15 anni è perfettamente compatibile con la casistica del cosiddetto Poltergeist. Con questo termine si indicano episodi di danneggiamento volontario dei beni di famiglia, compiuti da adolescenti come conseguenza di disagi giovanili, conflitti, necessità di affermazione e così via. Il tutto provocato in modo subdolo, facendo quindi credere che la causa dei danni vada ricercata in qualche genere di “forza” o presenza misteriosa.

Ora, a distanza di sette anni dagli accertamenti, si è giunti ad una prima sentenza del tribunale di Patti che il 26 marzo 2022 ha visto Antonino e Giuseppe Pezzino condannati in primo grado rispettivamente a un anno e mezzo e a sei anni di reclusione. I reati sono: incendio, danneggiamento e truffa. L’accusa di procurato allarme è stata invece prescritta, una circostanza che lascia l’amaro in bocca a chi come il sottoscritto ha potuto ampiamente constatare come numerosi organi di stampa, televisione e informazione in genere, compresi quelli online, non abbiano fatto altro che cavalcare l’onda di episodi che, ad una attenta e competente analisi, avrebbero potuto essere identificati come dolosi fin dai primi mesi del 2004. La stampa però ha preferito fare esattamente il contrario, ignorando le conseguenze pratiche e sociali che da questo comportamento sono derivate. Per tacere dell’imbarazzante operato degli enti militari e dei responsabili della Protezione Civile. E non essendoci alcuna responsabilità per il procurato allarme, tutto ciò è rimasto impunito.

A dire la verità un mistero è rimasto, ed è quello di cosa possa spingere persone altrimenti per bene a proseguire e amplificare un comportamento delittuoso, forse dopo che un piccolo e probabilmente insignificante episodio era finito per sfuggire di mano.

Dopo la sentenza la vicenda è chiusa? No, prima di tutto perché siamo al primo grado di giudizio. Poi perché chi vive nutrendosi di misteri anziché di soluzioni non si arrenderà certo neppure di fronte alle evidenze, ed è probabile che per vedere la parola fine sulle vicende di Canneto di Caronia si dovrà attendere ancora a lungo.

Immagine: veduta di Canneto di Caronia, foto di Giovanni.prinzi, da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0

2 pensieri riguardo “L’epilogo del mistero di Caronia… forse!

  • Carissimo Marco , sinceramente non ho voglia di fare sempre gli stessi discorsi, rischiando anche polemiche stupide e, soprattutto, inutili: il Mistero, comunque, è in via di morte spontanea, essendo cessati i fenomeni ed essendo gli ultimi incendi assai probabilmente dovuti ai Pezzino o ad altri “privati” che, altrettanto probabilmente, non avevano grandi interessi se non mantenere una visibilità al piccolo centro abitato. Ma i Pezzino non possono essere gli autori di tutti i fenomeni che, per la loro stranezza, unita alla gravità dei danni arrecati, se sono “attentati” fatti da persone fisiche presuppongono una capace organizzazione criminale. Quale movente, allora? Canneto di Caronia (meno di 200 abitanti !!) fu interamente sgombrato e i fenomeni avvenivano lo stesso. Fenomeni che non erano solo incendi, i quali erano una conseguenza di fenomeni di natura elettromagnetica, come appurato e messo per iscritto da tecnici competenti dell’ Enel, delle FS, dell’ Esercito. E non naturali. Tu e Massimo siete arrivati tardi, già convinti di aver trovato la soluzione, e la Vostra soluzione è stata apprezzata perché risolveva comunque un problema che nessuno era riuscito a risolvere. A distanza di 10 anni, poi diventati quasi 20 prima che uscisse la prima sentenza, tutti erano contenti di uscirne, anche gli abitanti (tranne i Pezzino) che si conoscono bene tra loro. Speriamo che, almeno, qualche incendio lo abbiano appiccato sul serio, perché ci mancherebbe anche una condanna ingiusta, fatta solo per trovare un capro espiatorio, a completare il quadro. Per quanto riguarda le eventuali cause paranormali, se ve ne fosse una valida tra le tante ventilate, resta da chiarire il perché sono cessate. Fantasmi, Demoni, Extraterrestri in genere non abbandonano i luoghi dove si divertono tanto.

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  • Vi adoro cari depositari della verità, voi che assurgete la fallace scienza a religione pur essendo antireligiosi e liquidano la questione poltergeist in due righe dinun blogghino sconosciuto sul quale capiti neanche sai perchè, con l’atteggiamento di ragazzino che opera subdolamente per cacare il cazzo ai genitori

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