Alieni ma non troppo

Giuliana d’Olanda, la guaritrice e il piazzista di Ufo

In un suo recente articolo Silvano Fuso ha spiegato come il nuovo sovrano del Regno Unito, Carlo III, mostri da sempre simpatie per diverse credenze prive di fondamento scientifico o, almeno, assai discutibili. Fra le case reali europee regnanti non si tratta di un caso isolato: ne sono un esempio la principessa Marta Luisa di Norvegia, delle cui idee New Age si è occupato Query n. 23, e la regina Giuliana dei Paesi Bassi, della quale parliamo oggi. 

L’affare Hofmans: un regno in crisi per una guaritrice

Nella seconda metà del Ventesimo secolo, una monarchia plurisecolare europea corse il rischio di esser mandata alle ortiche a causa dell’influenza di una guaritrice e occultista. È questo che accadde nei Paesi Bassi tra il 1948 e il 1956 per il legame che una santona, Greet Hofmans (1894-1968), riuscì a stringere con la regina Giuliana, che era succeduta nel 1948 alla madre Guglielmina.

Tutto ebbe origine dal fatto che la figlia più giovane di Giuliana e del principe Bernardo, la principessa Marijke Christina, nata nel 1947, fosse ipovedente grave. Disperato per lo stato d’animo in cui Giuliana era caduta, fu lo stesso Bernardo a presentare la Hofmans a corte, avendo appreso negli ambienti di palazzo della sua fama di guaritrice. Mal gliene incolse. La donna iniziò a soggiornare sovente a Palazzo Soestdijk, dimora sita nelle campagne della provincia di Utrecht che, anche a causa delle peculiarità psicologiche di Giuliana, era divenuta la residenza preferita della coppia reale. Fu lì che la Hofmans intrattenne per anni Giuliana con le sue idee esoteriche, in particolare quelle sulle energie cosmiche in grado di sanare ogni male e – non ultimo – di portare la tranquillità fra il blocco occidentale e quello sovietico.

Per quanto si tentasse di tenere la regina lontana dai riflettori, nella primavera del 1956 la stampa europea s’impadronì di questa storia. Il 28 giugno il governo nominò una commissione d’indagine, che rapidamente concluse che Greet Hofmans andasse subito allontanata da Palazzo Soestdijk e che le spese sostenute dai reali dovessero essere soggette a una forte revisione. Nel 2008, nel suo libro Juliana & Bernhard – het verhaal van een huwelijk: de jaren 1936–1956 (“Giuliana e Bernardo, storia di un matrimonio – 1936-56”) lo storico olandese Cees Fasseur ha presentato un documento che prova come la partenza della Hofmans da Soestdijk fu dovuta anche a minacce di morte anonime fatte pervenire per lettera a lei e al segretario privato di Giuliana. Il sospetto è che all’origine vi fosse lo stesso principe Bernardo.

Ad ogni modo, l’occultista ritornò nell’anonimato e morì dodici anni dopo. Il fatto che Giuliana continuasse con i suoi legami “pericolosi”, però, è testimoniato da un evento successivo, assai meno noto dell’affare Hofmans: una storia di dischi volanti e di contatti con i loro piloti.

Una crisi sventata: l’infatuazione di Giuliana per gli Ufo

George Adamski (1891-1965) è stato uno dei più celebri contattisti Ufo della fase classica dell’ufologia contemporanea, quella degli anni ‘40-’50. Cominciò a raccontare di foto e avvistamenti di navi extraterrestri sin da quasi dagli inizi dell’era dei dischi volanti (1947), ma diventò popolarissimo soltanto dall’autunno 1953, quando col contributo determinante di uno scrittore inglese, Desmond Leslie (1921-2001), firmò il suo primo libro, Flying Saucers Have Landed. Qui spiegava per filo e per segno i suoi rapporti con venusiani, marziani e saturniani e il funzionamento delle loro astronavi; in realtà, come quasi tutto il resto dei suoi scritti, la parte di Adamski era farina del sacco di una sua collaboratrice, Lucy McGinnis. 

La fama di Adamski crebbe fra gli ufomani di tutto il mondo, finché, nella primavera del 1959, i suoi fan riuscirono a organizzargli un tour di conferenze in tutto il mondo. Vi fu una tappa anche in Italia: a Roma, a metà giugno, tenne una prolusione che divise gli stessi appassionati.  Per la verità, in molti luoghi, come in Svizzera, l’ufologo fu accolto malissimo sia dalla stampa sia da gruppi di burloni.

A riservare una sorpresa, però, fu la tappa olandese. Adamski ricevette una lettera sorprendente da Rey d’Aquila, uno degli organizzatori del giro nei Paesi Bassi. Era stato contattato dal palazzo reale di Soestdijk, Giuliana voleva riceverlo! Adamski, impegnato nella preparazione del suo tour, raccontò la cosa a un giornale inglese, il che spinse la corte olandese a cercare di dissuadere la regina dal ricevere il contattista californiano (Time, 1° giugno 1959). Giuliana però fu irremovibile, e i due si videro. Per fortuna della casa reale, l’incontro non avvenne nelle sedi ufficiali dell’Aia o di Amsterdam, ma nel più appartato Palazzo Soestdijk.

Molte cose lasciano intendere che, anche dopo che l’incontro era diventato inevitabile, le autorità cercarono di contenere le conseguenze dell’iniziativa di Giuliana. L’influenza esercitata dall’affaire Hofmans aveva scottato tutti. Per questo motivo, la regina non fu lasciata da sola con Adamski e le sue foto delle navi madri di altri pianeti.

La mattina del 18 maggio 1959 attorno a lei erano seduti, oltre al principe Bernanrdo, quattro personaggi di peso. Erano il capo di stato maggiore dell’aeronautica, tenente generale Heije Schaper, il professor Jacob Jongbloed, docente di medicina aeronautica, il professor Maarten Rooij, studioso di comunicazioni di massa dell’Università di Amsterdam e Cornelis Kolff, presidente dell’Associazione aeronautica olandese.

Non si sa in dettaglio che cosa Adamski raccontò quel giorno: il comunicato stampa che ne seguì fu laconico ed educato: “Il signor Adamski” aveva “spiegato le sue idee sui viaggi nello spazio, come sono descritte anche nei suoi libri”. Filtrarono tuttavia altre indiscrezioni, sia sulla stampa olandese sia su periodici francesi allora popolari, come il settimanale Paris Match (30 maggio).

A quanto pare, la visita di Adamski a Palazzo Soestdijk fu il frutto di un compromesso. A fini pubblicitari gli organizzatori del tour olandese del contattista avrebbero voluto che l’incontro si svolgesse all’Aia. Giuliana voleva andarci ma, prevedibilmente, Bernardo si era opposto. Da qui, la decisione di accontentare la regina, “proteggendola” tuttavia con uno stuolo di autorità. Secondo la stampa del tempo, del resto, il ciambellano di corte Da Costa aveva confermato ad Adamski che Giuliana nei giorni precedenti aveva letto con interesse i suoi due libri, bestseller internazionali usciti nel 1953 e nel 1955 (il secondo era Inside the Space Ships). Era dunque plausibile che, in una certa misura, inizialmente ne fosse davvero rimasta affascinata. D’altro canto, a fronte delle domande cattive dei consulenti scientifici, Adamski, un uomo d’istruzione primaria che aveva fatto la sua fortuna trasferendo i Maestri Ascesi della Teosofia dall’Asia centrale nello spazio, al termine dell’ora e mezza di conversazione avrebbe lasciato delusa la regina. Pare comunque che Giuliana fosse attentissima alle parole del contattista, e suo marito, come prevedibile, gelido.

Tutto sommato, molte delle fantasie sullo spazio e la spiritualità di Adamski furono indigeste anche per lei, e il contattista fu riaccompagnato al suo albergo da un’elegante Cadillac. La stampa olandese nel suo complesso fu feroce, e, a parte beffarsi del confidente dei venusiani, non nascose la preoccupazione per la nuova uscita pro-occulto della regina.

Se è vero che Adamski era un obiettivo facile per chiunque avesse un approccio razionale alla realtà e qualche nozione scientifica, è bene spendere due parole anche sul modello comunicativo e relazionale alla base delle legnate che, sia pur simbolicamente, l’americano ricevette dalla corte olandese. Si trattò, in sostanza, di umiliare una persona modesta usando uniformi, luoghi sontuosi, cattedre universitarie e titoli con cui mettere in ridicolo le sue teorie. Fu fatto uso di un modello autoritario, e, in ultima analisi, classista. Un metodo che non era necessario, era detestabile nel lontano 1959 e lo sarebbe tanto più oggi, se si volesse continuare a utilizzarlo per cercare di liberarsi di pseudoscienze, profeti, contattisti o dei più folli complottisti che si possano concepire.

Immagine in evidenza: Giuliana d’Olanda (a destra) serve il tè al suo staff a Natale del 1960 insieme alla figlia, principessa Beatrice, un anno e mezzo dopo il suo incontro con il contattista Ufo George Adamski (fonte: By Harry Pot – https://www.flickr.com/photos/nationaalarchief/3441796786/ (Original at GaHetNa), e Nationaal Archief dei Paesi Bassi).

 

Giuseppe Stilo

Giuseppe Stilo (Firenze, 1965) si occupa di pseudoscienze, in particolare di ufologia, privilegiando il metodo storiografico. Fra gli altri suoi lavori, "Alieni ma non troppo. Guida scettica all'ufologia" (Cicap, Padova, 2022). Insieme a Sofia Lincos è titolare delle rubriche "Misteri Vintage" (su Query Online), "Il Giandujotto scettico" (sul sito del Cicap Piemonte) e "Divergenti" (sul trimestrale Query).

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