I gadget dei cacciatori di fantasmi: il K-II EMF Meter
Traduzione dell’articolo originale di Kenny Biddle a cura di Daniele Bolognari
Esperimenti diretti rivelano quanto sia facile manipolare uno dei più popolari dispositivi per la “caccia ai fantasmi” e rivelano che il reale funzionamento di questo gadget va ben oltre le capacità di comprensione dei cacciatori di fantasmi.
Un semplice dispositivo portatile è diventato uno strumento standard di indagine paranormale e un fenomeno culturale: l’ormai famoso “K2 Meter”. Fin dal suo debutto in un popolare show sul paranormale, il K-II (K2) EMF Meter è diventato un dispositivo “da avere” nella scatola degli attrezzi di ogni cacciatore di fantasmi. È difficile trovare una squadra o una serie televisiva che non utilizzi il K2 Meter, molte volte come principale fonte di “rilevamento di fantasmi”.
Osservando questo dispositivo di persona, in TV, e in qualche centinaio di video su YouTube, si possono fare alcune interessanti osservazioni. La più evidente è che nessuno sta usando il dispositivo per lo scopo per il quale è stato originariamente progettato, cioè come misuratore del campo elettromagnetico.
L’unico scopo per il quale molti investigatori e cacciatori di fantasmi acquistano un misuratore del campo elettromagnetico è perché li aiuti ad individuare fantasmi. Inoltre, il motivo per il quale la maggior parte di questi cacciatori di fantasmi acquista in particolare il K2 Meter è perché crede che il dispositivo consenta di comunicare con i presunti spiriti. Ovviamente, un rilevatore EMF (campo elettromagnetico) non fa nessuna di queste cose, né è stato mai progettato per questi scopi.
Lo scopo di un qualsiasi misuratore del campo elettromagnetico è quello di individuare l’origine di una radiazione elettromagnetica (magnetica, elettrica e/o radiofrequenza/microonde) e fornire una lettura dell’intensità relativa (e la direzione, se sei un operatore esperto e competente) del campo elettromagnetico.
Una panoramica del K-II Meter
Il K-II Meter, noto anche come “Safe Range EMF”, è un semplice misuratore del campo elettromagnetico a singolo asse. Il dispositivo è racchiuso all’interno di un contenitore di plastica rigida ed è alimentato da una singola batteria da 9 V. Un pulsante posto frontalmente accende il dispositivo, ma occorre utilizzare il pollice per tenerlo premuto (un rapido trucco consiste nel far scivolare una moneta tra pulsante e contenitore). Sono disponibili versioni modificate dotate di un interruttore che permette di tenere acceso il dispositivo senza dover tenere premuto il pulsante.
Cinque Led costituiscono il display che divide le misure (in milligauss) in cinque livelli:1 verde = meno di 1,5 mG; 2 verde = da 1,5 mG a 2,5 mG; 3 giallo = da 2,5 mG a 10 mG; 4 rosso = da 10 mG a 20 mG; 5 rosso = più di 20 mG. Una volta acceso, il dispositivo esegue un auto-test: i Led si accendono in successione, dal primo all’ultimo (dal verde al rosso), per poi spegnersi dall’ultimo al primo Led verde (che continua a rimanere acceso n.d.t.). Lo fa due volte e lo fa velocemente (cosa importante da ricordare in seguito).
Il dispositivo opera in una gamma compresa tra i 50 e i 60 Hz. È in grado di rilevare le ELF (Extremely Low Frequencies comprese tra 50 a 1.000 Hz) e delle VLF (Very Low Frequencies comprese tra 1.000 a 20.000 Hz). Vorrei sottolineare che alcuni rivenditori di questo dispositivo pubblicizzano che esso opera a partire da 30 Hz ((Il KII EMF meter)). Un errore comune tra gli appassionati di paranormale è che quando utilizzano questi dispositivi, loro dicono che stanno misurando “lo” spettro elettromagnetico, cioè l’intero spettro elettromagnetico. Di fatto essi stanno misurando solo una piccola porzione dello spettro. Il K2 Meter copre solo le ELF e circa 1/8 della porzione dello spettro delle onde radio, una piccola frazione dell’intero spettro elettromagnetico.
Il tempo di risposta del K2 Meter è quasi istantaneo. Come strumento a “singolo asse” esso legge su un solo asse, da sinistra a destra (non legge cioè sugli altri due assi). Ciò significa che per ottenere una lettura più accurata lo strumento stesso deve essere ruotato sui tre assi (X, Y e Z). Dalle mie prove, il dispositivo misura al meglio i campi posti direttamente di fronte ad esso, tenendo il dispositivo in modo che i Led ti stiano di fronte e la sorgente del campo elettromagnetico sia sul lato opposto del dispositivo.
Una volta che apri il dispositivo e che dai un’occhiata al suo interno, esso rivela tutta la sua semplicità. Non c’è molto: un circuito e una batteria. Il dispositivo è prodotto da una società denominata K-II Enterprises, che produce anche altri tre dispositivi: il Dazer II® (un deterrente ad ultrasuoni per cani), il Pet-Agree® (un addestratore ad ultrasuoni per animali domestici) e la Tattle Tale® (un allarme a vibrazione per l’addestramento di animali domestici e per la sicurezza).
Il dispositivo pesa 108 g, è lungo 14 cm, largo 5 cm e alto 2,5 cm. Sul sito web della società non ho trovato alcuna menzione del suo uso come dispositivo di rilevamento nell’ambito del paranormale. Viene venduto a 59,99 dollari.
L’affermazione
Il K2 Meter ha guadagnato la sua notevole reputazione dopo essere comparso nella terza stagione dello show televisivo Ghost Hunters. Si è sostenuto che il dispositivo permettesse la comunicazione da parte degli spiriti mediante l’accensione dei Led dello strumento. In un episodio riguardante un’indagine sugli omicidi per i quali è stato condannato Charles Manson, Grant Wilson afferma:
“Il K2 Meter misura campi magnetici ed è stato appositamente calibrato per gli investigatori del paranormale”.
Devo ancora scoprire esattamente come questo dispositivo potrebbe essere “appositamente calibrato” per gli investigatori del paranormale (ma lui era in TV, quindi deve essere vero… giusto?). L’affermazione non è solo falsa, è assurda.
La presunta comunicazione con l’Aldilà è stata ottenuta ponendo varie domande e gli spiriti (o altre entità) avrebbero risposto facendo lampeggiare i Led in uno dei due modi: in rapida successione fino al terzo, quarto o quinto Led, quindi altrettanto rapidamente indietro… o tutti i Led accesi in rapida successione, poi di nuovo giù, per due volte. I cacciatori di fantasmi nel porre domande agli spiriti dovrebbero imporre un codice standard: i Led lampeggiano una volta per “No” e due volte per “Sì”.
Internet contiene una pletora di siti web e di video che mostrano come funziona il K2 Meter, come modificarlo, e di esempi di individui che mostrano (loro credono di farlo) come esso rilevi entità spirituali. Ci sono anche altrettanti video e siti web che dimostrano come sia facile manipolare il dispositivo in modo da produrre dappertutto i risultati desiderati dagli appassionati di fantasmi. La più notevole di queste manipolazioni è trovare il punto di contatto sul pulsante di alimentazione applicandovi sufficiente pressione in modo che sembri che sia premuto a fondo, mentre il pulsante sta facendo un falso contatto. Questo permette all’operatore di manipolare il dispositivo facendo sì che i Led ballino in modo strano e/o lampeggino due volte (ricordate l’auto-test?).
Sul sito ‘The KII EMF Meter‘ si afferma che
“Il K-II EMF Meter è il partner ideale da portare in tutte le tue indagini paranormali, per garantire la più alta probabilità di cogliere attività paranormale.”
Nonostante questa affermazione audace, non c’è mai stata, né vi è ancora alcuna prova scientificamente valida a sostegno di tale affermazione.
Gli esperimenti
Data la popolarità di questi dispositivi negli show aventi come tema il paranormale e con la presenza di squadre di cacciatori di fantasmi (e ora anche con i cacciatori di Bigfoot), ho deciso di eseguire alcuni semplici esperimenti per vedere come il dispositivo si comporta se sottoposto a una piccola indagine critica. Benché la gente in TV affermi che questi dispositivi sono in grado rilevare/comunicare con gli spiriti, nessuno ha testato i dispositivi in condizioni controllate durante una “caccia al fantasma”. Io volevo vedere cos’altro, oltre a presunti fantasmi, può causare l’accensione dei Led su questi dispositivi.
Sono stato invitato da un gruppo paranormale locale a partecipare a una pubblica caccia al fantasma a Sun Inn, Bethlehem, Pennsylvania. Questa è stata una buona occasione per vedere un gruppo utilizzare il dispositivo, nonché per osservare come interagivano con le altre apparecchiature standard utilizzate. I primi quattro esperimenti sono stati eseguiti durante questa caccia al fantasma. I restanti sei sono stati condotti nel mio ufficio.
Ho usato un gaussimetro ‘Gauss Master EMF Meter’ per verificare la sensibilità del K2 Meter. Nel primo di questi esperimenti sono stati utilizzati due K2 Meter congiuntamente al gaussimetro. Tutti e tre gli strumenti sono stati collocati sul pavimento, a non più di 90 cm l’uno dall’altro. Una volta che i dispositivi erano in posizione, non sono stati maneggiati in alcun modo (non vi è stato alcun contatto umano). È stato osservato un valore costante di poco meno di 2 mG (misurato con il gaussimetro) che abbiamo utilizzato come valore di riferimento.
Attrezzature utilizzate per gli esperimenti dall’1 al 4:
- K2 Meter n.1 – Modificato con un interruttore in sostituzione del pulsante;
- K2 Meter n.2 – Modificato, il circuito è stato rimosso ed è stato collocato all’interno di un nuovo contenitore (in plastica nera, rettangolare) e con l’aggiunta di un interruttore;
- Gauss Master EMF Meter – Originale, non modificato;
- Nikon D5000 (fotocamera), Speedlight SB-600 (flash), Sony Handycam (videocamera);
- Cobra MicroTalk PR4500 GMRS / FRS – 16 Mile Two-Way Radio (ricetrasmittente tipo walkie-talkie).
Esperimenti dal 5 al 9:
- K2 Meter – Originale, non modificato;
- Gauss Maestro EMF Meter (gaussimetro) – Modificato con l’inserimento di un interruttore di accensione e di un ulteriore indicatore Led di accensione;
- Motorola Two-Way Radio – Modello k7gt9500 (ricetrasmittente);
- Blackberry Storm – marchiato Verizon Wireless (telefono cellulare);
- Microsoft Wireless IntelliMouse Explorer (mouse wireless);
- Motorola T-9500 – (ricetrasmittente).
Esperimento 10:
- K2 Meter – Originale, non modificato;
- Gauss Maestro EMF Meter (gaussimetro) – Modificato con l’inserimento di un interruttore e di un ulteriore indicatore Led di accensione;
- Motorola Two-Way Radio – Modello k7gt9500 (ricetrasmittente);
- ELF-Zone Meter (gaussimentro) – Non modificato, prodotto da Enzone, data di produzione 1994.
Esperimento 1 – Accensione di una videocamera
Si è verificato un test inaspettato non appena uno degli investigatori ha acceso una videocamera Sony per registrare una “sessione EVP (Electronic Voice Phenomena: Psicofonia)”. Ad una distanza di circa due metri dal K2 Meter n.1 e dal Gauss Maestro, il K2 ha registrato un picco al 3° Led (da 2,5 mG a 10 mG), mentre l’indicazione del Gauss Maestro è aumentata momentaneamente a poco più di 2 mG. Ripetendo il ciclo di accensione della videocamera altre due volte i risultati si sono ripetuti.
Esperimento 2 – Utilizzo di un Flash
È stato utilizzata una fotocamera Nikon D5000 provvista di flash Nikon Speedlight SB-600. Abbiamo aspettato che il flash andasse in “stand by”. È stata esercitata una mezza pressione sul pulsante di scatto per “svegliare” il flash. Nel momento in cui il flash si è acceso, il K2 Meter n.2 ha registrato un picco al 3° Led (da 2,5 mG a 10 mG) e il K2 meter n.1 ha registrato un picco al 2° Led (da 1,5 mG a 2,5 mG).
Tuttavia, ad un secondo tentativo nessuno degli strumenti ha registrato alcun picco o variazione dei Led. Ad un terzo tentativo consecutivo è stato registrato nuovamente un picco al 3° Led. Ho dedotto che questo comportamento era probabilmente dovuto alla carica iniziale del flash quando esce dalla modalità di sospensione. Il nostro secondo tentativo era stato fatto subito dopo con il flash ancora carico. Facendo andare l’unità flash nuovamente in stand by, si registrava nuovamente il picco sugli strumenti.
Esperimento 3 – Utilizzo di una ricetrasmittente
Una ricetrasmittente è stata posizionata a circa 1 metro di distanza dal K2 Meter n.1 e dal Gauss Maestro e a circa 1,5 metri dal K2 Meter n.2. È stato rapidamente premuto e rilasciato una volta il tasto “Parla” sulla ricetrasmittente. Su entrambi i K2 Meter si sono illuminati i Led fino al 3° (da 2,5 mG a 10 mG), ma il Gauss Maestro non ha registrato alcuna variazione dalla nostra linea di riferimento base. Il tasto “Parla” è stato premuto diverse volte e il display a Led ha lampeggiato fino al 3° o 4° Led a ogni rilascio del tasto.
Per testare il funzionamento al variare della posizione relativa, la ricetrasmittente è stata spostata ad una distanza di circa tre metri dal K2 n.1 e dal Gauss Maestro, in quattro diverse posizioni (con il K2 Meter posizionato sul pavimento, la ricetrasmittente è stata posta davanti allo strumento, dietro allo strumento, a destra e poi sopra lo strumento). Il tasto “Parla” è stato premuto più volte. Da queste quattro posizioni, lo strumento ha registrato i massimi valori quando la ricetrasmittente era posizionata a destra dello strumento con l’antenna puntata verso lo strumento.
Esperimento 4 – Sessione EVP
Il gruppo ha proseguito con una sessione di EVP (Electronic Voice Phenomena: Psicofonia) nel tentativo di comunicare con uno spirito. Per me è stato un buon momento per testare l’affermazione che è possibile comunicare con gli spiriti. Durante questo esperimento, abbiamo deciso di non attenerci allo standard “due flash = sì, un flash = no”. Questo per evitare qualsiasi confusione tra una possibile “pressione” (cioè la manipolazione del dispositivo da parte di un’entità sconosciuta) e il normale funzionamento dell’auto-test del dispositivo (che lo fa lampeggiare automaticamente due volte).
Per rendere il test il più accurato possibile, ho cercato di eliminare ogni possibile influenza del dispositivo dovuta a fonti esterne. Durante questa sessione, tutte le attrezzature, compresi i telefoni cellulari e gli altri misuratori EMF, sono stati rimossi dalla zona. Mentre il dispositivo era acceso, il leader del gruppo ha parlato ad alta voce: “Se qui ci sono spiriti, per favore rispondete alle nostre domande facendo illuminare i Led del dispositivo”.
Domande:
- “C’è qualcuno qui oltre a me, Mike e Scott… potresti fare in modo che il dispositivo si illumini?”
- “Tu puoi, in teoria, far accendere le luci semplicemente muovendoti vicino a questo dispositivo. Ti sposteresti per stare accanto al dispositivo? “
- “Puoi provare ad afferrare il dispositivo?”
- “Per favore, puoi toccare il dispositivo?”
- “Ti siederesti su questa sedia?” (la sedia era posta accanto al K2 Meter)
- “Se hai bisogno di dire “Sì”, cerca di accendere i Led del dispositivo due volte. Puoi farlo?”
- “Riesci a saltare sul dispositivo?”
- “Puoi provare a spingere il dispositivo fuori dal tavolo?”
- “C’è qualcosa che puoi fare per manipolare il dispositivo per farlo illuminare?”
- “Ultima possibilità, fai che il dispositivo si illumini, o con te abbiamo finito.”
Dopo questa serie di domande, abbiamo lasciato acceso il K2 Meter per tutto il resto della sessione di investigazione. In nessun momento lo strumento ha registrato una qualsiasi variazione.
Esperimento 5 – Ricetrasmittente in una mano e il K2 Meter nell’altra
L’esperimento riproduce una situazione comune dell’impiego del dispositivo vista in vari spettacoli televisivi nei quali il K2 Meter viene tenuto in una mano mentre si intrattiene una conversazione utilizzando una ricetrasmittente nell’altra mano. Questo è il modo peggiore di utilizzare questo dispositivo, ma l’ho visto fare decine di volte.
In alcuni casi l’investigatore pone lo strumento sul pavimento, sul letto, o su un tavolo e si siede a poca distanza (a volte sul letto con il dispositivo) ponendo domande. Poi comincia a comunicare via radio con gli altri membri del team su quello che sta succedendo.
Ogni cacciatore di fantasmi che ha una ricetrasmittente in un raggio di 7,5 metri dal K2 Meter può provocarvi qualunque lettura. Posizionata nelle immediate vicinanze, la radio fa sì che i Led sul K2 Meter lampeggino molto rapidamente. Con una certa pratica io sono stato in grado, manipolando il pulsante “Chiama” sulla ricetrasmittente, di far ballare in vari modi i Led del K2 Meter. I risultati di questo test sono stati confermati ad ogni tentativo di manipolare il dispositivo.
Esperimento 6 – Ricetrasmittente tra 1 metro e 1,5 metri
Nell’esperimento 5, abbiamo tenuto lo strumento a soli 40-50 cm di distanza dalla ricetrasmittente. Questa distanza simulava la distanza media che ci sarebbe se un investigatore tenesse lo strumento in una mano mentre parla alla radio con l’altra. Nell’esperimento 6, abbiamo simulato le situazioni in cui un cacciatore di fantasmi ponesse il K2 Meter su un letto o un tavolo e poi si sedesse accanto ad esso.
Questo test non ha prodotto risultati identici ad ogni pressione del pulsante “Chiama” della ricetrasmittente. A volte lo strumento ha fatto lampeggiare il 5° Led rosso, mentre altre volte ha provocato un debole lampeggio dei primi due Led verdi. Ciò sembra essere dovuto alla posizione dello strumento, alla posizione della radio e da quanto velocemente ho premuto e rilasciato il pulsante “Chiama”. L’orientamento relativo di entrambi i dispositivi può causare una lettura più alta o più bassa. Questo si adatta bene a molti video disponibili in rete che mostrano cacciatori di fantasmi riposizionare gli strumenti più volte durante una sessione, al fine di ottenere la “connessione” migliore (orientamento più efficace) con gli “spiriti”.
Fu durante questo esperimento che ho notato che il mio stesso corpo faceva aumentare la lettura. Tenendo la ricetrasmittente alla distanza pari alla lunghezza del braccio, ho cominciato a manipolare il tasto “Chiama” mentre tenevo premuto il pulsante di alimentazione del K2 Meter. Dopo aver ottenuto diversi picchi, ho infilato una moneta da un centesimo sotto il pulsante del K2 Meter (cosa che mantiene effettivamente premuto il pulsante), l’ho messo giù e ho tenuto la ricetrasmittente di nuovo alla distanza di un braccio. Questa volta, sullo strumento si sono illuminati solo tre Led. Mi sono chiesto se il mio corpo era stata la causa della precedente più alta lettura. Ho messo la mia mano sul K2 Meter e ho attivato la radio e la lettura è stata molto più forte. Sono stati costantemente registrati livelli più elevati sul K2 Meter togliendo e rimettendo la mia mano sullo strumento.
Esperimento 7 – Ricetrasmittente posta a distanza
Questo esperimento è stato eseguito nel corridoio al secondo piano della mia casa. Ho posto il K2 Meter contro una porta (in piedi e con i Led di fronte a me). Con una ricetrasmittente in mano, ho provato a influenzare il K2 Meter a varie distanze. La ricetrasmittente è stata impostata sul Canale 1, e ho cominciato premendo il tasto “Chiama” più volte, girando la ricetrasmittente in direzioni diverse. A seconda della posizione in cui ho tenuto la ricetrasmittente, sono stato in grado di ottenere un picco consistente di tre Led ogni volta che ho premuto il tasto “Chiama”, anche quando il pulsante è stato rilasciato. Questo comportamento è diminuito con la distanza. A 4,5 metri dal bersaglio (K2 Meter), ero ancora in grado di ottenere l’accensione di due Led. A 4,9 metri, non riuscivo più a influenzare lo strumento.
Esperimento 8 – Chiamata al Telefono cellulare
Diversi amici mi hanno informato che avevano notato che il K2 Meter registra un “colpo” alla ricezione o trasmissione di una chiamata sui loro telefoni cellulari. Molti degli attuali smartphone inviano periodicamente, mediante un impulso, segnali di aggiornamento al ripetitore.
Ho provato diverse funzioni su un dispositivo Blackberry Storm per vedere se si verificava un qualsiasi effetto sul K2 Meter. A volte lo strumento, posto a circa 13 centimetri di distanza, segnalava quando vi era una notifica da Facebook, a volte no. Ho fatto 63 chiamate a casa mia e 64 chiamate da casa mia al telefono cellulare. Chiamare o ricevere la chiamata ha provocato lo stesso risultato. Ad una distanza di 18-25 cm, la chiamata poteva causare un picco sul K2 Meter. Tenere lo strumento a circa 25 cm da un telefono tenuto sulla cintura è una condizione molto naturale che può facilmente portare a false letture. Alcune squadre di ricerche paranormali chiedono di silenziare il telefono cellulare durante le indagini. Tuttavia, se tu ricevi una chiamata mentre stai verificando la presenza di anomalie elettromagnetiche, puoi non renderti conto che era il telefono, e non un fantasma, ad attivare lo strumento.
Esperimento 9 – Mouse wireless
Mentre stavo lavorando su questo articolo, ho osservato un altro semplice modo per provocare l’accensione dei Led del dispositivo. Avevo posto lo strumento sulla mia scrivania e avevo cominciato ad usare il mouse wireless del computer. Ho notato che come spostavo il mouse lampeggiavano sul display del K2 Meter da tre a quattro Led. Lo strumento era inizialmente a circa 15 centimetri dal mouse, così ho spostato lo strumento a 65 centimetri di distanza. Ottenevo ancora una lettura sullo strumento ogni volta che muovevo il mouse. Il valore del campo elettromagnetico rilevato dipendeva dall’orientamento dello strumento stesso e ho scoperto che potevo ancora ottenere una lettura fino a 90 cm di distanza.
Esperimento 10 – Tre Strumenti con ricetrasmittente
Per l’esperimento finale, ho acquistato da Enzone un misuratore di campo elettromagnetico ELF-Zone Meter. Ho utilizzato tre diversi strumenti di misura del campo elettromagnetico, li ho messi in fila appoggiati contro una scatola di cartone. Ho premuto il pulsante “Parla” della ricetrasmittente per osservare la risposta degli strumenti a varie distanze.
Fino a una distanza di 1,5 metri, il K2 Meter ha rapidamente e continuamente fatto lampeggiare quattro Led finché ho tenuto il pulsante “Parla”, questo se la ricetrasmittente era di fronte agli strumenti. Con la ricetrasmittente col dorso verso il rivelatore, sul K2 Meter si verificava una debole illuminazione del secondo Led.
Quando facevo girare rapidamente la ricetrasmittente in tondo, in un movimento rapido, il K2 Meter lampeggiava fino a tutti e cinque i Led da una distanza di circa 3,5 metri, con un’intensità del campo dipendente dalla direzione e dall’angolo della ricetrasmittente.
Anche se il misuratore a volte è stato imprevedibile, è stato sempre facile influenzarlo.
Discussione
Questi semplici test mostrano diverse ragioni per le quali il dispositivo K2 Meter NON deve essere usato durante una qualsiasi indagine sul paranormale. La prima è il pulsante di alimentazione. Con un po’ di pratica, è stato molto semplice individuare il punto di contatto dove il pulsante si posiziona tra acceso e spento senza che l’operatore veda o senta se si trova in posizione di spento. Poiché l’auto-test del dispositivo fa sì che tutti e cinque i Led si illuminino due volte e quando l’alimentazione viene interrotta il primo Led si spegne… possiamo tornare indietro ai primi utilizzi del dispositivo in alcuni popolari spettacoli televisivi e vedere che il comportamento dello strumento era probabilmente dovuto a questa causa piuttosto che a una qualsiasi “comunicazione con gli spiriti”.
Questo particolare “trucco” alla fine divenne noto alla maggior parte dei cacciatori di fantasmi. Anche il “trucco” della ricetrasmittente, per far sì che il K2 Meter si illumini come un albero di Natale, è stato scoperto da molti cacciatori di fantasmi. Cacciatori di fantasmi fin troppo entusiasti potrebbero essere stati ovunque nella stanza o, cosa ancora più importante, non essere ripresi dalle telecamere e provocare l’accensione dei Led dello strumento.
Tuttavia, l’idea che il K2 Meter abbia costantemente “provato” la comunicazione con gli spiriti è diventata una convinzione consolidata tra molti entusiasti del paranormale. Ci sono decine e decine di squadre di cacciatori di fantasmi che si spacciano per scienziati che ancora sostengono questa affermazione straordinaria, senza però mai fornire prove valide a sostegno.
Il dispositivo K2 Meter ha dimostrato di essere molto più sensibile di altri strumenti misuratori di campi elettromagnetici presenti sul mercato. Ho trovato una nota interessante nel sito GhostMart in risposta a propri test con vari dispositivi. Hanno dichiarato: “Quando è stato utilizzato fianco a fianco con questi modelli digitali di fascia alta, una cosa è risultata molto chiara: le letture prodotte dal K-II sono risultate semplicemente non corrispondenti. È infatti molto sensibile alle fluttuazioni dei campi elettromagnetici, ma non c’è stata alcuna corrispondenza con il livello del campo elettromagnetico misurato dal K-II Meter”((GhostMart.com)).
Il mio test ha confermato la stessa cosa. Dobbiamo anche tener conto dei vari dispositivi utilizzati dentro ed intorno a un ambiente non controllato oggetto di accertamento – registratori audio, sensori di movimento, scatole fantasma (radio modificate), frigoriferi, sistemi di allarme, ecc. Questi dispositivi generano diversi campi elettromagnetici a seconda della sequenza di accensione, dei cicli di accensione e spegnimento, della potenza assorbita, ecc.
Ogni spezzone video che è stato presentato come “prova” di comunicazione con gli spiriti può essere facilmente replicato mediante una comune ricetrasmittente attivata anche da qualcuno in un’altra stanza. Tenendo conto che tante squadre di caccia al fantasma utilizzano ricetrasmittenti come equipaggiamento standard, è facile vedere come possono verificarsi abbastanza facilmente false letture e vere e proprie frodi.
Il dispositivo K2 Meter non è stato progettato o fabbricato per svolgere indagini nell’ambito paranormale. È stato progettato per leggere una piccola parte del campo elettromagnetico proveniente dalle apparecchiature di casa e dare una misura generale dell’intensità del campo. L’aggiunta di un interruttore (in sostituzione del pulsante) non lo rende “modificato per la ricerca paranormale”. Riconoscimenti provenienti da presunte celebrità della ricerca sul paranormale non convalidano questo dispositivo come uno strumento valido nel campo paranormale. Il K2 Meter svolge il compito per cui è stato costruito, niente di più e niente di soprannaturale.
Non ci sono prove a supporto dell’affermazione che i fantasmi (comunque li si voglia definire) abbiano alcun effetto sul campo elettromagnetico, o che qualsiasi strumento misuratore di campi elettromagnetici abbia la capacità di rilevare o di essere manipolato da un fantasma.
Milioni di spettatori ogni settimana si sintonizzano sui vari show di caccia ai fantasmi. Troppi appassionati e desiderosi del paranormale accettano facilmente un concetto e un dispositivo, semplicemente perché lo hanno visto in uno show televisivo – spettacolo concepito solo a scopo di intrattenimento. Gruppi stanno comprando il K2 Meter e altri altrettanto inutili dispositivi di ricerca del paranormale, perché le loro pseudo personalità preferite li utilizzano.
Questo articolo mostra come semplici e diretti esperimenti rivelino quanto sia facile manipolare uno dei più popolari dispositivi di “caccia ai fantasmi”. Anche se non ho coperto accuratamente ogni possibile scenario, credo che il punto sia stato fatto. È uno spreco di denaro e di fatica e fornisce dati inutili per conclusioni infondate.
Tutte le fotografie sono di Kenneth Biddle e sono utilizzate con il suo permesso. Immagine di apertura di Enrique Meseguer, da Pixabay
Kenny Biddle è uno scrittore, fotografo e ricercatore delle affermazioni sul paranormale. È un consulente fotografico per il Mutual UFO Network (MUFON) e dà consulenza e formazione sul pensiero critico e sui falsi-positivi nella fotografia paranormale. Per consigli per quanto riguarda un’affermazione paranormale, contattatelo attraverso la Anomalies Research Soc.