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In viaggio tra Terra e spazio, Luca Parmitano dialoga con Pif: “Facciamo la nostra parte per il pianeta”.

di Emanuele Romeo e Chiara Siracusa

Il pianeta Terra è popolato da otto miliardi di esseri umani. Otto miliardi di persone che vivono sulla sua superficie e che ogni giorno cercano di accaparrarsi e dividersi le sue risorse. Ma cosa vede un essere umano lontano dal suolo, volando a quattrocento chilometri dalla superficie? Lo sa bene Luca Parmitano, ex capitano della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e ospite insieme a Pif di un evento della seconda giornata del CICAP Fest 2023. L’astronauta ha presentato al pubblico alcune foto scattate da lui stesso durante le sue due missioni, nel 2013 e nel 2019. 

Voglio partire dalle parole ‘facciamo la nostra parte’, centrali nel festival di quest’anno. Come posso io fare la mia parte? Raccontandovi che il mio lavoro è fatto di scienza, tecnologia ed esplorazione e mostrandovi alcune foto dal mio punto di vista dalla ISS”. Un mestiere che, dai quattrocento chilometri di distanza della ISS, viene raccontato con passione ed umorismo. “La tecnologia è il perno della nostra attività mentre l’esplorazione va nella direzione di tracciare il nostro futuro”, ha spiegato l’astronauta

La responsabilità di un lavoro per il quale sono necessari addestramento e dedizione traspare vivida quando l’astronauta fa scorrere sullo schermo le immagini di paesaggi mutati nel tempo e in sofferenza per gli effetti del cambiamento climatico. Ricordo ancora vivide davanti ai miei occhi le immagini della foresta Amazzonica drasticamente stravolta in soli sei anni”, ha affermato. L’urbanizzazione, la deforestazione e la desertificazione appaiono chiare dall’alto della sua prospettiva; così come appaiono evidenti le distribuzioni diseguali delle risorse tra paesi differenti, come il buio notturno dei territori della Corea del Nord confinanti con l’abbagliante scintillio delle luci di Seul, capitale della confinante Corea del Sud.

Queste immagini non servono a spaventarvi, bensì a cercare di dare una risposta alla domanda ‘cosa possiamo fare?’. La risposta si trova nel cercare di ridistribuire equamente le risorse”, ha detto. Parmitano ha concluso la sua presentazione andando al cuore del suo pensiero, richiamando cioè ciascuno alla propria responsabilità sociale, affermando che “dai piccoli gesti può nascere un grande effetto e ognuno di quei gesti conta. Dobbiamo cambiare la mentalità con cui ci approcciamo a pensare cosa siamo noi esseri umani sulla Terra. Noi partecipiamo alla vita sul pianeta, non ne siamo i padroni e ciascuno di noi deve usare la sua influenza per chiedere ai decisori politici di cambiare le regole del gioco”.

Per quanto il lavoro da astronauta abbia portato Parmitano in un luogo apparentemente distante dalle dinamiche e dalle problematiche “terrestri”, l’esplorazione spaziale resta un’attività strettamente connessa alla vita sul nostro pianeta. “L’esplorazione non è mirata all’espansione e va, al contrario, verso l’interno, cioè verso lo studio della biologia e della fisiologia. È l’unica strada che ci permette di pensare di spingerci sulla Luna ed oltre”. 

Cogliendo questo spunto è intervenuto Pif, che ha intervistato l’astronauta, sviscerando gli aspetti di vita quotidiana e quelli più eccezionali del suo lavoro. Parmitano ha però dipinto il ritratto di una persona ordinaria. L’astronauta, ha detto, “è una persona assolutamente normale, selezionata appositamente per essere tale. È il lavoro a essere eccezionale e sono due cose diverse”. 

Le sfide e i problemi della vita in orbita sono sempre affrontati con umorismo e spirito di adattamento, anche per smorzare la lontananza da casa. La moglie di Parmitano, presente in sala, è intervenuta su invito di Pif per una diversa prospettiva della vita “normale” di un uomo spaziale. Da qui sono scaturiti aneddoti di  scene di vita e telefonate quotidiane. E della realtà dell’ISS raccontata come l’avventura di un gruppo di fuorisede, con Parmitano che ha raccontato di aver “preso in prestito” piselli secchi al wasabi dalle frigo della stazione, probabilmente un lascito di coinquilini internazionali, finendo per spargerli inavvertitamente per tutta la cabina. 

Pif ha proseguito poi la chiacchierata “riportando il discorso sulla Terra”. Anzi, ancora più nello specifico, sull’isola che ha dato i natali a entrambi (sebbene in parti opposte, come amano ricordare), la Sicilia. La foto dell’Etna, il gigante bianco ritratto da Parmitano dall’ISS, spinge i due a parlare delle meraviglie e delle cicatrici della loro terra. “La mafia è codardia e l’evoluzione della società rimuoverà questo effetto antisociale”, ha detto Parmitano. 

Prospettiva contemporaneamente lontana e vicina, che rende allo stesso tempo le dinamiche umane piccole ma importanti. La conclusione del dibattito è tornata sul senso di responsabilità individuale e sull’importanza di ciascun gesto. “I supereroi non esistono e nessuno è un’isola”, ha detto, aggiungendo che “gli eroi sono quei lavoratori invisibili, che riconosci perché, quando succede qualcosa, vanno nella direzione opposta di chi scappa”. Siamo tutti, in fondo, parte dell’equipaggio di un’unica straordinaria astronave e abbiamo gli strumenti per poter fare la nostra parte.