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Come nascono le nostre credenze? La conferenza di Massimo Polidoro e Telmo Pievani al CICAP Fest 2023

articolo di Camilla Fiz ed Eleonora Conca

Come nascono le nostre credenze? A questa domanda hanno provato a rispondere, nell’Aula Magna di Palazzo del Bo a Padova, Massimo Polidoro, scrittore e giornalista e segretario del CICAP, e Telmo Pievani, evoluzionista e professore di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Padova, in un incontro svoltosi nell’ambito della sesta edizione del CICAP Fest, la manifestazione promossa dal CICAP che si è svolta dal 13 al 15 ottobre 2023.

La discussione è partita dalla constatazione che tutti hanno delle credenze, anche gli scienziati, e ci sono buone ragioni per pensare che abbiano un’origine evolutiva. “Nel passato le credenze hanno avuto un ruolo fondamentale, per esempio per aiutarci a captare i pericoli naturali, da cui ci dovevamo difendere”, ha detto Telmo Pievani. Il complottismo deriva proprio da questo processo: “Le credenze, un tempo adattative, si rafforzano fino a diventare inscalfibili”.

Questo concetto è stato approfondito da Massimo Polidoro, che ha aggiunto: “Per quanto le teorie del complotto possano essere terrificanti, sono comunque confortanti, perché danno l’illusione di poter lottare contro qualcuno, mentre il caso e la complessità della vita non si possono combattere”. Bisogna abituarsi a non identificarsi con le proprie credenze e a considerare sempre che ci si potrebbe sbagliare: nessuno ha tutte le risposte e le informazioni che si possiedono sono sempre limitate. Per questo è fondamentale allenare una mentalità scientifica. Infatti il debunking, ovvero la semplice smentita delle notizie false, non è sufficiente, perché ha effetto soltanto su chi è disposto a cambiare idea. Le persone che hanno forti convinzioni ritengono di sapere già qual è la verità e non si spostano facilmente dalle proprie posizioni.

La discussione si è poi spostata sulla diffusione delle fake news tramite le piattaforme social, e sull’opportunità o meno di limitare la libertà di parola. La disinformazione è spesso facilitata dall’anonimato che questi mezzi permettono. Proprio per questo “anche sui social sarebbe necessario metterci la faccia. Non significa togliere la libertà, ma responsabilizzare”, ha affermato Massimo Polidoro.

Come possibile soluzione a lungo termine, i due relatori hanno riportato la proposta di Piero Angela di inserire nei programmi scolastici un’ora di educazione alla mentalità scientifica. “L’esercizio al ragionamento è un percorso lento e faticoso: richiede una profonda riforma della scuola e della società”, ha concluso Telmo Pievani. “La cultura è un importante modulatore dei comportamenti umani. Educare può aumentare lo spirito critico e fare la differenza.”