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Fare prevenzione per vivere meglio (e preservare la sanità pubblica): Silvio Garattini al CICAP Fest 2023

di Emanuela Pasi

“Si è sempre impegnato per rendere il mondo un posto migliore, sempre con umiltà e con la voglia di essere vicino alle persone. Per me è un medico da cui bisognerebbe prendere esempio”. In questo modo, Enrica Favaro, medico e biotecnologa, presenta alla platea del CICAP Fest 2023 Silvio Garattini, farmacologo, fondatore e direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. 

Garattini, che è socio onorario del CICAP, ama ricordare come fosse coetaneo e legato da una profonda amicizia a Piero Angela, fondatore dell’associazione. Il professore fin dall’inizio della presentazione ha deciso di avvicinarsi al pubblico, stando in piedi davanti alla prima fila per parlare più vicino al pubblico. .

Il direttore del Mario Negri ha iniziato ricordando che l’Italia ha un Sistema Sanitario Nazionale che, nonostante tutte le evidenti difficoltà, è un bene straordinario e bisogna cercare di non perderlo. “La maggior parte di voi non ha visto la situazione prima; – ha detto il Sistema Sanitario è nato nel 1978, e posso portare un esempio di casa mia. Mi ricordo come mio padre ha dovuto prendere un secondo lavoro per pagare i medici e i farmaci necessari per curare la nostra famiglia. Oggi è completamente differente, nessuno avrebbe i soldi per fare un trapianto d’organo o una cura chemioterapica. Per cui dobbiamo conservarlo per noi ma soprattutto per quelli che verranno dopo di noi”.

Garattini ha spiegato che, per preservarlo, dobbiamo però capire quali siano i problemi al suo interno. In particolare, la nostra società ha dato molta attenzione al concetto di “cura” e grazie a questo abbiamo sviluppato nuovi farmaci e aumentato di conseguenza la durata della nostra vita, “ma ci dimentichiamo di quello che è davvero importante, ovvero la durata di una vita sana. Su questo punto siamo carenti. Accentuiamo le cure ma molte delle malattie non piovono dal cielo: ce le auto-provochiamo noi”, ha sottolineato.

Questo è un problema, perché puntando solo sulle cure in realtà abbiamo sviluppato un grande mercato, che si autoalimenta cercando di instillare idee anche dannose: “Tra questi ci sono i livelli di normalità. Se si abbassa il livello di colesterolo che si considera normale, allora aumenta anche il numero delle persone che per tenere più bassi i livelli di colesterolo dovranno prendere le statine. Abbiamo reso malattia quello che è solo un’indicazione del fattore di rischio. In questo modo, una persona tende a pensare che se si tiene sotto controllo il colesterolo allora tutto è sistemato. Ma a me del livello di colesterolo non interessa di per sé, a me interessa non avere un infarto cardiaco o un ictus.”.

Garattini ha approfondito il discorso spiegando come soprattutto le malattie croniche possano essere prevenute. L’esempio più chiaro è il diabete di tipo 2, con circa 3.700.000 di diabetici presenti in Italia. Si tratta di una malattia prevenibile e sappiamo che ha tre fattori principali di rischio: alimentazione scorretta, mancanza di attività fisica e peso eccessivo. “Il problema vero del diabete non è il diabete in sé, che è curabile, ma le complicazioni che porta a livello visivo, del sistema cardiovascolare e del sistema renale. Questo ha un impatto sull’attività del Servizio sanitario nazionale. Lo facciamo lavorare senza una reale necessità, perché è evitabile – ha proseguito -. Questo vale anche per il cancro. Ogni anno in Italia muoiono 180mila persone di tumore e circa il 50% dei tumori è evitabile”. 

Enrica Favaro ha cercato di scoprire i segreti dell’ottimo stato di salute di Silvio Garattini chiedendogli di parlare delle sue buone abitudini di vita e la sua raccontare la sua giornata tipo: “Quando mi sveglio, al mattino prendo un caffè e poi, a mezzogiorno, una spremuta. In genere non pranzo e la sera mangio abitualmente. Inoltre cerco di camminare almeno 5km al giorno. Ma soprattutto non sono dipendente da fumo e alcolici“.

Il farmacologo è stato molto chiaro nell’affermare che il fumo sia assolutamente da evitare: “Abbiamo ancora 12.000.000 di persone che fumano in Italia. Noi pensiamo che il fumo, oltre a creare dipendenza, agisca solo sui tumori, ma in realtà è un fattore di rischio per ben 28 patologie come  la cataratta, l’artrite reumatoide, l’infarto cardiaco o l’ictus cerebrale”.

Alcuni punti che ha citato come fondamentali buone abitudini di vita sono l’esercizio fisico e il dormire adeguatamente: “L’esercizio fisico fa bene non solo perché attiva la circolazione, ma fa bene al cervello, proprio come organo. Con l’attività fisica dalle nostre arterie liberiamo i piccoli trombi si formano nei capillari del nostro cervello” e continua: “Diamo poca importanza al sonno ma dovremmo dormire almeno 7 ore. Il nostro cervello è l’organo che lavora di più, perché deve sovrintendere a tutti gli altri organi e lavorando di più ha un metabolismo intenso. Produce di conseguenza molte scorie che possono lederne le funzionalità. Nel sonno la velocità di eliminazione delle scorie raddoppia, quindi dormendo proteggiamo il cervello”. 

Secondo il professore, “abbiamo l’idea precisa di cosa fare, ma poi non lo facciamo perché abbiamo molti alibi. Il primo è la nostra pigrizia, il secondo è quello dei medici. Ci sono troppi medici che fumano, bevono o sono sovrappeso. Una delle funzioni del medico è quella di guidare il paziente nelle buone abitudini di vita, seguendole lui stesso”.

Garattini ha poi invitato a un cambio di mentalità anche nell’assunzione dei farmaci: “Quante volte ne prendiamo inutilmente?”, ha detto. “Serve un cambio di mentalità: c’è chi si scandalizza quando un medico non prescrive farmaci, sembra meno competente. Dobbiamo avere l’atteggiamento opposto e farci delle domande, del tipo: ‘Ci fa davvero bene questa medicina?’. Per far questo ci vuole anche un’informazione indipendente, come quella che fornisce il CICAP, ma è rara. Dovremmo in realtà giudicare i medici non tanto per la loro capacità di prescrivere farmaci ma per quella di parlare di buone attività per migliorare la salute. Bisognerebbe capire quanti pazienti, dopo la loro guida, hanno smesso di fumare e non sono più sovrappeso”, ha suggerito il relatore.

“Molte cose dipendono dalla società, ma molte cose dipendono da noi e in fondo siamo noi stessi la società – ha concluso Garattini -. Noi abbiamo il dovere di cambiare quello che possiamo cambiare, sia per un sano egoismo sia per le nostre famiglie e per il prossimo. Evitiamo che il Sistema Sanitario Nazionale faccia un lavoro inutile e possa concentrarsi meglio su cosa serve davvero”.