“Sarà la pace”, “Nessuna guerra”: le previsioni degli astrologi europei per il 1939
di Paolo Cortesi
Negli ultimi giorni del 1938, l’Europa era un cratere vulcanico di cui tutti temevano e aspettavano l’eruzione. La politica aggressiva degli stati totalitari pareva talvolta neutralizzata dalle dichiarazioni concilianti di Hitler e Mussolini, alle quali però si dava sempre meno fiducia, in un’altalena di minacce e rassicurazioni.
Incertezza, timore e diffidenza attraversavano l’Europa come una febbre che continuava a crescere, nonostante quello che i governi di Francia e Gran Bretagna facevano per cercare di evitare il disastro.
È del tutto comprensibile che si cercasse qualche risposta nelle scienze occulte, dato che la ragione pareva incapace di trovare una guida negli avvenimenti.
Comprensibile, certo, senza tuttavia rinunciare a considerarla una resa del pensiero, il suicidio del raziocinio, una dichiarazione di sconfitta e di impotenza che suscita pietà e commozione, ma che comunque non deve farci dimenticare che il sonno della ragione genera mostri.
Negli ultimi giorni del 1938, secondo vecchia abitudine, gli astrologi e le astrologhe pubblicarono le loro previsioni, e il fatto che infinite volte si fossero rivelate sbagliate non impediva che le si continuasse a leggere.
Per la vasta minoranza dei praticanti dell’astrologia, le previsioni erano il prezioso risultato di complicatissimi (quanto arbitrari) calcoli, basati sull’astronomia geocentrica, compilati con procedimenti laboriosi, scambiando per garanzia di scientificità quello che era soltanto un astruso gioco fondato su dogmi e credenze che risalivano, nella loro originaria formulazione, ad alcuni millenni prima di Cristo.
Le profezie, tutte le profezie, sono la proiezione nel futuro delle risposte alle angosce del presente.
Gran parte delle predizioni astrologiche per il 1939 escludevano la minaccia della guerra, quella guerra che invece Hitler farà scoppiare il 1 settembre 1939 con l’invasione della Polonia, e che si estenderà nel giro di pochi mesi fino a diventare mondiale.
Argelia è lo pseudonimo di una astrologa attiva negli anni Trenta del secolo scorso destinata a lunga fortuna, che ancora nel marzo 1972 veniva definita dal giornalista che la intervistava «una delle più illustri studiose italiane di problemi astrologici […] l’astrologa della Milano-bene», e che riceveva i clienti allo stesso indirizzo pubblicizzato nel 1939: via Santa Maria Fulcorina 17, a Milano.
L’astrologa Argelia pubblicò sulla rivista Ali del Pensiero del febbraio 1939 delle “Previsioni astrologiche” per l’anno appena iniziato, e datate 27 dicembre 1938-XVII. Prudentemente, Argelia faceva notare che «è difficile precisare avvenimenti e situazioni senza rischi e senza errori» (ma allora perché uno dovrebbe rivolgersi ad un’astrologa?). Tuttavia proseguiva:
«non vedo vicini i temuti ed annunziati disastri che verrebbero ora a distruggere l’Europa (destinata a scomparire come l’Atlantide alla fine del ciclo della 5° razza umana). Il risultato delle mie indagini porterebbe questi avvenimenti temuti dal 1961 al 1999 (mille non più mille, secondo la profezia?). Possiamo quindi riprendere fiato e guardare ancora l’avvenire con fiducia e speranza».
Nel dettaglio, l’astrologa notava che
«il grafico stellare eretto pel cielo di Roma porta Sole e Luna allo Zenit e l’Ascendente nel giovane segno di Ariete. È questa una configurazione celeste che presagisce successo regale e ritengo riguardi particolarmente il nostro Principe. Uno speciale e decisivo momento del suo destino si compirà fra poco, ed il suo nome sarà legato a importanti avvenimenti di indole nazionale».
Se, come è probabile, il principe cui alludeva Argelia era Umberto di Savoia, l’erede al trono, la previsione è del tutto sbagliata, perché nel 1939 resterà immutata la figura del principe di Piemonte, tenuto accuratamente fuori da ogni azione di governo – personaggio secondario anzi irrilevante, ignorato dal padre, il funesto Vittorio Emanuele III, sommerso e zittito dall’autorità dispotica di Mussolini che non lo stimava e faceva ingrossare dalle spie dell’Ovra dossier a suo carico.
Altra predizione errata:
«Invenzioni utilissime si compiranno nel campo scientifico, specialmente nella chimica ed elettricità, consentendo un maggiore sviluppo autarchico della nostra Nazione».
Nel 1938, il mito dell’autarchia era più forte che mai: a seguito dell’aggressione fascista dell’Etiopia, la Società delle Nazioni, nel novembre 1935, aveva decretato l’embargo economico all’Italia; il regime decise di realizzare in maniera autonoma tutto ciò che serviva al paese, dai carburanti all’acciaio, dai farmaci ai tessuti; era un’ambizione insensata e fallimentare, ma che ebbe un potente effetto propagandistico di supporto alla dittatura.
«Marte, il guerriero, appare in cielo più rosseggiante e quindi minaccioso per tutti» continuava Argelia «ma osservando bene nelle sue interferenze, non vedo raggi che possano scatenare conflitti temibili; tuttavia verso aprile, e per la durata di sette mesi, esso passerà nella spira solare in modo inquietante, armando cannoni e riavvicinandoci ad un passo dalla conflagrazione generale. Non è senza inquietudine che noi dobbiamo considerare l’odierna incursione di Marte nella spira solare, però, a toglierci dall’ansia, il paterno Giove ancora si interporrà benefico per riportare sulla travagliata terra l’accordo e l’equilibrio».
Evidentemente, Argelia non sapeva leggere bene il codice delle stelle; o le stelle mentivano; o il paterno Giove non riuscì a placare il bellicoso Marte. Fatto sta che proprio il 1939 fu il primo anno di una guerra atroce, che fece milioni di morti.
La previsione di Argelia prosegue:
«Il Duce, che è nato sotto una forte corrente di Marte e Sole, nel 1939 si troverà fortemente impegnato in lotte decisive che risolverà con ferrea volontà. Molti si schiereranno contro il suo operato, ma non potranno deviare l’esito fattivo della sua potente azione»
Insomma, tutto secondo copione. Tra parentesi, durante il regime fascista non c’era astrologo nel Regno d’Italia che non restasse ammirato davanti alla sublimità dell’oroscopo di Mussolini, nel quale tutti gli astri partecipavano a plasmare un essere eccezionale, sovrumano, dotato di ogni virtù e di ogni eccellenza. Mario Segato, astrologo attivissimo per decenni, fino alla morte avvenuta nel 1962, scriveva nel 1939:
«Il tema di Benito Mussolini, che è il più bell’oroscopo di Europa, presenta il segno zodiacale dello Scorpione all’ascendente; Urano – il pianeta risvegliatore che eleva i suoi protetti a clamorose altezze, e crea i Condottieri di umili origini – si trova al mezzo cielo».
Per leggere oroscopi che prevedevano la decadenza, la malattia e anche la morte di Mussolini bisognava cercare pubblicazioni francesi e inglesi.
L’oroscopo di Argelia è tragicamente comico quando predice che Hitler
«troverà più misurato spirito nell’affrontare nuove situazioni e nell’imporle. Il prestigio e la potenza della Germania sono in aumento ed è assai probabile che la Francia, conscia di questo fatto, cerchi di appoggiarsi ed accordarsi ad essa».
Il 3 settembre 1939, la Francia – con la Gran Bretagna – dichiarava guerra alla Germania.
Stalin non piaceva agli astrologi del ventennio, che lo descrivono come una belva feroce assetata di sangue, il che non era lontano dalla realtà, ma si trattava di una mostruosa caratteristica che il tiranno sovietico condivideva con i suoi omologhi europei:
«Stalin nel 1939 è destinato a gravi lotte, è assai minacciato e si difenderà facendo strage attorno a sé».
Argelia chiudeva la sua previsione per l’anno nuovo con un messaggio di serenità:
«Non ascoltiamo dunque le voci sediziose di fomentatori, che predicono disastri prossimi, specialmente per l’Europa. Marte, ripeto, durante il 1939 sarà ridotto all’impotenza da correnti celesti più forti e più elevate».
Secondo l’antica fenomenologia della profezia, l’astrologa fissava in un futuro remoto la malefica influenza del pianeta che porta la guerra sulla terra:
«È ancora lontano l’effetto violento che esso emanerà quando, retrocedendo nella sua rivoluzione si incontrerà nel punto più idoneo alle sue violenze. Ciò avverrà verso il 1960. Un’altra data molto allarmante, ma, fortunatamente per noi, anche molto lontana, è il 1990, che porterà tutti i pianeti a transitare nel Capricorno, salvo Giove che si troverà in opposizione. Questa configurazione celeste è ritenuta sommamente malefica, poiché esprime che tutto il mondo sarà in contrasto colle leggi naturali e celesti. Questo contrasto porterà a rivoluzioni materiali e morali terribili che culmineranno in una immane catastrofe nel 1999».
E sempre secondo l’archetipica struttura della profezia, all’apocalittica sciagura sarebbe seguito un luminoso periodo di pace e di elevazione spirituale:
«Nel 1999 avrà inizio il nuovo ciclo dell’Acquario, che è un segno cosmico, simbolizzato da un uomo che versa l’acqua da un’anfora. Esso annunzia la rinascita dell’uomo in un’atmosfera più pura».
Anche fuori dell’Italia fascista, gli astrologi prevedevano un 1939 senza guerra. Nel 1937, per le edizioni della rivista belga Demain, specializzata in astrologia, Louis Lasson (1901-1989) pubblicava il libro Astrologie mondiale, che aveva un sottotitolo consolante: Quinze ans de paix sur l’Europe (Quindici anni di pace in Europa).
Lasson utilizzava le occultazioni dei pianeti Marte, Saturno e Giove da parte di Luna e Sole per prevedere la storia mondiale. In base a questo metodo (assurdo come ogni altro metodo astrologico), Lasson credeva che quando i pretesi influssi malefici di Marte venivano intercettati dalla Luna o dal Sole, sarebbe seguito un periodo di pace sulla terra; era cioè come se uno schermo difendesse il nostro pianeta dalle influenze aggressive del pianeta rosso, che inducevano alla guerra gli esseri umani. Lasson affermava che tali effetti si dispiegavano sulla terra tre anni dopo che era avvenuto l’evento astronomico, e qui veramente non si possono fare commenti.
Dunque, scriveva Lasson che l’occultazione lunare di Marte avvenuta la sera del 17 luglio 1937 sul meridiano di Parigi,
«entra in gioco (entre en jeu) per l’Europa Occidentale verso il 1940, e i suoi effetti si estendono per circa tre anni. Ora, questa occultazione sembra assai poco favorevole a un conflitto per le nostre regioni; prima di tutto, perché è Marte, il violento, il guerriero, che è eclissato, poi perché il tema di questo fenomeno non è malvagio, almeno per Parigi. […] Restano da considerare le eclissi del Sole, generalmente molto caratteristiche nei conflitti armati. Ma di nuovo, i pericoli non sembrano particolarmente gravi».
Louis Lasson si chiedeva: «Sarà la Pace? Sarà la Guerra?» e rispondeva con ammirevole chiarezza:
«Sarà la Pace. Almeno per un certo periodo, perché mi guarderei bene dal pretendere che la Pace possa essere eterna. L’alta filosofia che rappresenta per noi l’astrologia ci insegna, ahinoi, a rassegnarci al contrario: le passioni umane sono rimestate come onde del mare dalle forze cosmiche e, con il girare della Ruota del Tempo, la Storia si ripete, sempre uguale sotto aspetti diversi: il cielo colpisce un giorno qui, un altro più lontano; accontentiamoci quando ci risparmia. Ora, il cielo ci risparmierà un nuovo grande bagno di sangue almeno per i prossimi 12 o 15 anni!» (La traduzione è mia).
Dopo il decennio di pace in Europa previsto da Lasson (e che invece corrispose ad uno dei periodi più tragici del continente), sarebbe seguita una guerra negli anni 1960-1965, compresa la distruzione di Roma e grandi sventure per il papato.
Il quotidiano parigino Excelsior del 26 dicembre 1938 riportava le previsioni della signora Marion Claude, veggente tramite i fiori (spécialiste de la voyance par les fleurs, qualunque cosa possa significare): nessuna guerra, ed anzi nel 1939 si sarebbe fatta una scoperta decisiva per la pace:
«Entro breve tempo, i bombardamenti aerei sarebbero diventati impossibili, grazie ad una recente scoperta il cui segreto è ancora gelosamente custodito».
Per l’Italia, madame Claude prevedeva cose grosse:
«Un attentato fallito contro Mussolini il quale, dopo aver superato molti ostacoli, sarà costretto a modificare la sua politica estera, soprattutto con la Germania».
Non è il caso di sottolineare che nessuno di questi eventi si è realizzato.
Il giorno successivo, 27 dicembre 1938, il giornale della Rue d’Enghien continuava la serie di interviste agli oracoli; questa volta si esprimeva madame Christine Nora, astrologa specializzata nell’interpretare l’andamento delle macchie solari. La signora era sicurissima:
«Pas de guerre, sans doute»
(«Nessuna guerra, senza dubbio»).
Certo, ci sarebbero stati problemi sociali e attriti internazionali, ma tutto sommato a lieto fine:
«Ore d’angoscia all’inizio dell’estate; eppure tutto consente di credere che ancora una volta le catastrofi saranno evitate nel corso del 1939. Urano, accompagnato dalla stella fissa Algol, assai pericolosa, che si trova a mezzo il cielo, annuncia eventi spiacevoli ma non catastrofici. Vedo in Germania a febbraio una grave minaccia su Hitler. In Italia, un sovrano è in pericolo di morte».
Sullo stesso fascicolo dell’Excelsior, madame Florida – che leggeva il futuro nel piombo fuso colato nell’acqua – confermava che la guerra non era imminente:
«L’ordine perfetto è ancora lontano dal regnare sul mondo, sebbene un buon accordo mondiale, che sembra duraturo, si disegna nettamente quest’anno».
248 giorni dopo questa rassicurante affermazione, le truppe naziste attaccavano la Polonia e iniziavano sei anni di guerra.
Paris-Midi del 24 dicembre 1938 pubblicava in prima pagina le previsioni di Dom Neroman, pseudonimo di Pierre Maurice Rougié (1884-1953), un ingegnere minerario, fondatore e presidente del Collegio Astrologico di Francia (1933).
Al giornalista che gli chiedeva su quali paesi si sarebbero concentrate le influenze celesti nel 1939, Neroman rispose:
«Fisicamente gli astri agiranno sulle Indie, Mosca, la Palestina, l’Etiopia, i mari di Cina e del Giappone e infine Chicago».
Una bizzarra mappa geopolitica, non c’è che dire.
Alexandre Volguine (1903-1976), fondatore della più prestigiosa rivista francese di astrologia, i Cahiers Astrologiques, scriveva proprio sul fascicolo uscito nel settembre 1939:
«Questo numero, che appare in ore drammatiche, deve portare ai lettori un sollievo, perché la guerra mondiale non è scritta sul cielo d’Europa!».
Non è il caso di continuare questa antologia di fallimenti. Ed è ancora più inutile rimarcare l’evidente nullità dell’astrologia. Ma è invece interessante osservare qual era (qual è) la sua autentica funzione: una narrazione la cui parvenza scientifica può sedurre chi ha un’idea incerta della scienza, ma che è invece una piccola mitologia inventata per trovare un senso a ciò che sembra sfuggirlo. «Se la vita avesse uno scopo, non sarebbe più la vita»; sono parole di Paul Valéry.
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