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Santi e remissioni spontanee, cosa rende miracolosa una guarigione?  

di Sergio Della Sala

I miracoli per definizione sono eventi inspiegabili che violano le leggi della natura. Persone che hanno condotto una vita retta e particolarmente devota vengono riconosciuti come santi dalla Chiesa Cattolica e canonizzati con particolare attenzione e molta cautela tramite un processo a diverse tappe. Un requisito essenziale è l’attribuzione di almeno due miracoli, che devono essere avvenuti per intercessione del futuro santo. Tali eventi sono quasi invariabilmente guarigioni ritenute non spiegabili da diverse commissioni, tra cui una a carattere medico-scientifico. Per i credenti ogni santificazione è fonte di gioia e materia a sostegno della loro fede. 

Ancora oggi, il riconoscimento di una guarigione come inspiegabile dal punto di vista medico-scientifico fa riferimento a una lista di criteri che Papa Benedetto XIV (1675-1758) redasse nel De servorum beatificatione et beatorum canonizatione, un testo del 1734.

Non intendo qui discutere la legittimità per chiunque di credere in ciò che aggiunge benessere alla propria vita. E neppure intendo disquisire sulle procedure che una confessione religiosa si dà per definire i suoi scopi. Mi focalizzo soltanto sul concetto di inspiegabilità per la scienza, che è un concetto rilevante anche per i laici. Come può verificarsi un fenomeno ritenuto impossibile? Una prima considerazione è che ciò che è inspiegabile in una data epoca diventa più accessibile con l’avanzare delle nostre conoscenze. Nessuno considera più l’epilessia un male sacro dovuto alla possessione del demonio. Per discutere del concetto di inspiegabilità scientifica, prendo ad esempio una storia recente di santificazione.

Carlo Acutis, un giovane appassionato di informatica, ammalatosi di una forma aggressiva di leucemia mieloide, morì il 12 ottobre 2006. Aveva solo quindici anni. Carlo divenne presto un simbolo di spiritualità, celebrato in molte sedi (si veda, per esempio, qui, qui e qui) e in libri che ne raccontano la vita, incluso uno scritto da sua madre.

Il giovane è stato beatificato il 10 ottobre 2020 grazie al riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione: la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni, nato con una malformazione al pancreas (un “pancreas anulare”), a causa della quale soffriva di problemi digestivi gravi. Matheus evitò l’operazione chirurgica prevista, e oggi sembra che stia bene.

Non molto tempo dopo, il Dicastero delle Cause dei santi riconobbe il secondo miracolo necessario per la canonizzazione. Fu la guarigione di una studentessa costaricana, Valeria Valverde, che aveva subito gravi lesioni cerebrali in seguito a un incidente. 

La Consulta Medica del Vaticano ritenne questa guarigione inspiegabile dalla scienza medica, portando a riconoscerla ufficialmente come un miracolo attribuito all’intercessione di Carlo Acutis. Con il riconoscimento di questo secondo miracolo, Carlo Acutis ha raggiunto tutti i requisiti per essere dichiarato santo, diventando il primo millennial a ottenere questo riconoscimento. La cerimonia di canonizzazione è prevista durante l’Anno Giubilare 2025, precisamente il prossimo 27 aprile. 

Chiunque come me abbia lavorato in reparti di medicina, come l’oncologia o le neuroscienze cliniche, dove vengono ricoverati pazienti con patologie gravi, sa che guarigioni inaspettate avvengono per fortuna non di rado (per alcuni episodi simili potete andare qui, qui e qui). 

Facciamo ora un esercizio. Riporto qua sotto due casi clinici. Qual è quello miracoloso?

Caso Clinico A

Ventiduenne, ha riportato un trauma cranico in seguito ad un incidente. Perdita di coscienza. Una scansione TAC ha rivelato un ematoma subdurale situato nella regione frontotemporoparietale sinistra e uno spostamento moderato della linea mediana, nonché una compressione del ventricolo laterale. Una seconda TAC, un giorno dopo il primo esame ha rivelato una significativa diminuzione delle dimensioni dell’ematoma e la scomparsa dello spostamento della linea mediana. Paziente dimesso una settimana dopo senza alcun deficit neurologico.

Caso Clinico B

Ventiduenne, ha riportato un trauma cranico in seguito ad un incidente. Perdita di coscienza. Una scansione TAC ha rivelato un ematoma subdurale situato nella regione occipitotemporoparietale sinistra e uno spostamento moderato della linea mediana, nonché una compressione del ventricolo laterale. È stata eseguita una craniotomia per rilasciare la pressione. Una seconda TAC 16 giorni dopo la prima visita ha evidenziato la scomparsa dell’ematoma. Paziente trasferito un mese dopo in un’unità di riabilitazione da cui viene dimesso due mesi dopo con deficit neurologici minimi.

Il caso clinico A è riportato in una rivista medica. Riferisce di una remissione spontanea di un trauma cranico che aveva dato origine ad un grave ematoma subdurale acuto. Si tratta di eventi rari, ma descritti nella letteratura medica (esempi qui, qui e qui).  Il riquadro B, invece, riporta il caso di Valeria, così come descritto dalle fonti d’informazione. Valeria cadde dalla bicicletta nel centro storico di Firenze il 2 luglio 2022. Al Policlinico Careggi le diagnosticarono un trauma cranico molto grave, per il quale venne effettuato un intervento di craniotomia con asportazione dell’osso occipitale destro per diminuire la pressione intracranica. 

Dopo le preghiere di sua mamma Liliana, rivolte a Carlo Acutis, Valeria riprese a respirare spontaneamente, e nei giorni successivi a muoversi e parzialmente a parlare. Il 18 luglio la TAC cerebrale mostrò la riduzione dell’emorragia. L’11 agosto la ragazza venne trasferita in altra struttura per iniziare una terapia riabilitativa. Due mesi dopo, Valeria, accompagnata da sua madre, si recò ad Assisi a rendere omaggio alla tomba di Carlo e a ringraziarlo di averla guarita (si veda qui, qui e qui).

Perché il Caso B è considerato così eccezionale al punto da violare le leggi della scienza e il Caso A, invece, un raro caso di guarigione medica senza intervento divino? Medici e scienziati non hanno al momento una spiegazione convincente per il fatto che il paziente A abbia recuperato così rapidamente e così bene, mentre moltissimi altri, in condizioni simili, decedono o sopravvivono con gravi lesioni motorie o cognitive. L’unica vera differenza rispetto alla storia di Valeria (Caso B) consiste nella ritenuta intercessione di un santo. Non ho modo di dubitare di questa causalità. Possiamo però chiederci: se la Consulta Medica del Vaticano avesse preso in esame entrambe queste descrizioni, sulla base di quali dati avrebbe potuto stabilire che una era dovuta a un miracolo e l’altra a un fatto del tutto naturale? Inoltre, anche una guarigione naturale potrebbe essere stata aiutata da un’intercessione soprannaturale. Quindi perché i credenti dovrebbero discernere i diversi casi basandosi sulle scelte di una commissione che ratifica la supposta inspiegabilità di un evento? 

Foto di Pete Linforth da Pixabay