Jack Parsons, l’occultista che voleva portarci nello spazio
di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo
John “Jack” Whiteside Parsons non è vissuto nemmeno trentotto anni. Eppure, ha lasciato un segno importante in due ambiti che, allo sguardo di molti, risultano del tutto incompatibili: lo sviluppo dell’ingegneria astronautica, e l’occultismo moderno, in particolare la magia rituale di Aleister Crowley.
Lui cercò di tenere insieme queste parti – e tutte le altre parti di sé stesso. Vedremo in che modi, e con quali esiti.
Inizi convulsi, ma brillanti
Nacque nel 1914 a Los Angeles da una famiglia agiata, ma il matrimonio dei suoi si ruppe quasi subito. Il padre, ufficiale dell’esercito, lo condusse con lui in California, e fu lì che Jack crebbe. Sbeffeggiato a scuola per la dislessia e per l’aspetto ritenuto, secondo il lessico del tempo, “effeminato”, trovò il suo talento nella manipolazione degli esplosivi. Aveva due grandi passioni: la fantascienza e lo spiritismo. La prima lo condusse rapidamente verso l’interesse per un ambito che, per quanto visto con scetticismo, dal 1930 un po’ in tutto il mondo stava cominciando ad affermarsi: l’idea di usare le bombe come mezzo di propulsione per razzi e altri velivoli.
In quegli anni, iniziò anche un’amicizia di lunga durata con un ragazzo di estrazione sociale modesta, Edward S. Forman, anche lui brillante appassionato di razzi. Tornato a vivere con la madre, dopo il diploma s’iscrisse al college della città di Pasadena, dove intendeva perseguire una carriera come ricercatore negli ambiti della fisica e della chimica; ma non aveva i soldi sufficienti per seguire quel percorso. Intanto però lavorava per conto di una ditta di esplosivi, la Hercules Powder Company, poco più che adolescente.
Parsons e Forman ebbero la fortuna di essere indirizzati verso un altro giovane promettente, Frank Malina (1912-1981), che diventerà matematico e, soprattutto, un ingegnere aeronautico importante, oltre che direttore del futuro Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. Nel 1934 i tre fecero il passo decisivo: chiesero un finanziamento al Caltech, il California Institute of Technology. Grazie al fisico Theodore von Kármán, uno dei padri dell’astronautica, lo ottennero. Lo storico dell’astronautica Geoffrey A. Landis, per riassumere il ruolo dei tre, ha scritto che Malina era il teorico del gruppo, Forman l’ingegnere, e Parsons l’inventore di propellenti e di modi per farli rendere al meglio.
Era nato il Gruppo di ricerca sui razzi del GALCIT (“Guggenheim Aeronautical Laboratory”), antesignano, come vedremo, di imprese e centri di ricerca di ben altro altro rilievo.
Nel frattempo, giovanissimo – a ventun anni – Parsons si era sposato con una ragazza che aveva conosciuto a una festa presso una chiesa di Pasadena, Helen Northrup. Northrup sarà ben presto una delle donne fatali per la vita di Parsons, ma in modi assai diversi da quelli che s’intendono di solito.
Alla fine degli anni ‘30, per breve periodo, Parsons e i suoi compagni crearono un gruppetto semi-segreto di orientamento comunista, che si riuniva per discutere quel tipo di idee e progettare iniziative propagandistiche. Una fase breve, e solo una parte dei salti mortali che Parsons fece nel corso della vita. Un’iniziativa, però, che dopo la Seconda Guerra Mondiale gli costerà cara.
In mezzo ci fu quello che più ci interessa raccontare: il coinvolgimento totale, e catastrofico, di Parsons nei gruppi americani di seguaci di uno dei più celebri, osannati e maledetti occultisti della storia moderna, Aleister Crowley.
Parsons entra in Thelema
A ventiquattro anni, ai primi del 1939, attraverso una coppia di amici, Parsons e sua moglie Helen cominciarono a frequentare la Loggia Agape di Hollywood, principale espressione organizzata di Thelema in California (e non solo), fondata quattro anni prima dall’occultista Wilfred Talbot Smith (1885-1957).
Parsons aveva già letto diversi lavori di Crowley, ma a colpire in modo determinante lui ed Helen fu la partecipazione a diverse messe gnostiche, il complesso cerimoniale le cui prime versioni Crowley aveva ideato verso la fine degli Anni 10 del Novecento. Insieme a lui, uno dei maggiori attori cinematografici di allora, John Carradine (1906-1988), che da lì a poco avrebbe assunto fama mondiale grazie alle sue peculiari interpretazioni di Dracula.
La personalità di Parsons era poliedrica, debordante. L’iniziazione nella Loggia Agape di un uomo di quello spessore sparigliò i tavoli. Come nuovo membro, Parsons adottò un motto in pseudolatino, Thelema Obtenteum Proedero Amoris Nuptiae (più o meno “Lo stabilirsi di Thelema tramite i rituali d’amore”), forse pensato perché la sigla fosse TOPAN, cioè, usando l’inglese, “Al-dio-Pan”.
Grazie alla biografia di Parsons realizzata da George Pendle nel 2005, oggi è chiaro che in questo periodo tumultuoso Parsons giunse a credere che la forma di magia cerimoniale presentata da Crowley nel suo libro fondamentale, Magick (1912-13), fosse spiegabile attraverso la fisica quantistica.
La presenza di Parsons e di sua moglie però coincise anche con un periodo turbolento per i gruppi esoterici. Nel 1939 la stampa scandalistica collegò l’uccisione di una ragazza del posto alle attività della Loggia Agape, che non c’entrava niente, e oggi è un chiaro esempio di accuse infondate mosse a un gruppo di minoranza culturale e religiosa; poco dopo, nel gruppo entrò la sorella minorenne della moglie di Parsons, Sara, che intrecciò una relazione con lui.
La tensione crebbe, e nel 1942 il sodalizio preferì trasferirsi a Pasadena, dove però fu la volta di una serie di accuse per pratiche di “magia nera” da parte della polizia locale. Crowley seguiva con attenzione l’evolversi della situazione. Alla fine, Crowley accusò d’incapacità il leader della Loggia, Wilfred Smith. Quest’ultimo si fece da parte, e Parsons lo sostituì. Del resto, come sappiamo dalla corrispondenza con Smith, Crowley da tempo vedeva in Parsons il miglior esponente dell’intero suo Ordine, ed è del tutto plausibile che, malato di cuore e dipendente da cocaina ed eroina (morirà cinque anni dopo, nel 1947), lo considerasse un possibile successore alla guida del movimento.
Un inno a Pan durante un test missilistico
Le cose, però, si complicarono parecchio – persino per gli standard di uno come Aleister Crowley – tanto più che il gruppo di tecnici missilistici in cui Parsons operava si stava avviando verso sviluppi decisivi.
Nel giugno del 1939 il team di ricerca in cui, presso il Caltech, Parsons e i suoi stavano lavorando ottenne – prima volta per una cosa del genere – un grosso finanziamento per condurre ricerche specifiche sullo sviluppo di combustibili solidi adatti per quella che cominciava a chiamarsi jet propulsion, “propulsione a getto”. La cosa non era per niente scontata, perché il lancio dei razzi era ancora spesso associato al dilettantismo e all’approssimazione, se non a qualche squinternato.
Dagli studi sui propellenti solidi si passò a quelli sui propellenti liquidi: nel 1942 Parsons e i suoi colleghi fondarono la Aerojet, destinata a diventare un’impresa pioniera nella propulsione a razzo e in quella missilistica. Ottennero i primi contratti per produrre sessanta motori per il decollo degli aerei assistito da propulsori a getto, il cosiddetto JATO. Lentamente, la strada per la missilistica americana si stava aprendo sul serio. In tutto ciò, non ci sono dubbi: Jack Parsons, questo individuo così fuori dalle righe, ricoprì per qualche anno un ruolo di un certo rilievo.
Per lui, però, la situazione era complicata. Forse troppo. Mano a mano che Parsons diventava l’unico leader della Loggia Agape, la posizione di Smith si complicava ulteriormente. Crowley mandò a Smith dodici pagine di incredibili bizantinismi: un misto di cabala, lettura oracolare e altro, in cui concludeva che… Smith era l’incarnazione di un dio, e gli consigliava… di ritirarsi completamente dalla Loggia, in cui continuava a esser presente, per meditare su cose più grandi.
Il risultato fu che Parsons, ormai da solo sul proscenio, e con i problemi che si accumulavano anche per l’elevatissima promiscuità sessuale che incoraggiava nella Loggia, iniziò a risentirne anche sul lavoro. La mancanza di sonno per le lunghe attività rituali notturne, i tentativi di far partecipare altri scienziati alle iniziative della Loggia, il fatto che durante i test dei motori spesso recitasse l’Inno a Pan di Crowley in toni estatici e ad alta voce, oltre che attirare l’ironia degli altri alla fine indussero il gruppo di lavoro dell’Aerojet a chiedergli di separare in maniera rigorosa i suoi interessi esoterici dal lavoro.
D’altro canto, l’uso di droghe da parte sua e di altri membri della Loggia era massiccio, eppure, per quanto lui e i suoi compagni fossero stati indagati più volte dalla polizia per accuse di ogni genere, non fu trovata nessuna evidenza di attività illegali. La libertà individuale e quella di religione, in America, erano al di sopra di tutto – anche per chi aveva, come i membri della Loggia Agape, convinzioni e credenze inaccettabili per molti.
Intanto, però, accadevano cose più grandi. Il gruppo di lavoro originale, il GALCIT, quello formato nel 1934 grazie anche a Theodore von Kármán, si stava trasformando in qualcosa di assai più importante: stava sorgendo il Jet Propulsion Laboratory (JPL), creato in maniera formale nel 1943. La missilistica americana moderna era ormai un fatto compiuto, ma nel contempo la vita di Jack Parsons si faceva sempre più accidentata.
L’opera di Babalon e le esperienze mistiche
Nel 1944 Parsons fu espulso sia dal neonato JPL, sia dalla società Aerojet. I motivi addotti erano di due ordini. La fama della Loggia di cui era il leader lo faceva considerare un personaggio difficilmente difendibile presso il Dipartimento della Guerra, i cui contratti erano fondamentali per il proseguimento delle attività; ma a questo si aggiungeva dell’altro. Alcuni suoi metodi di lavoro furono definiti “non ortodossi e insicuri”: l’evidenza degli effetti degli stupefacenti su di lui era ormai chiara, e le cose andarono come prevedibile.
Poco dopo, anche nella Loggia le cose subirono un’accelerazione. Parsons chiese il divorzio dalla moglie Helen (intanto, sedicenne, sua sorella Sara aveva abortito un figlio di Parsons). Sì apriva un periodo ancora più convulso, ma che ci interessa in maniera particolare anche perché, almeno per certi versi, la Loggia Agape di quel periodo (1945-46) fu uno dei brodi di coltura per l’occultismo ufologico, del quale si vedevano comparire i primi elementi. Esempio classico di questi ambienti fu la BSRF (Borderland Science Research Foundation), un’associazione creata a fine 1945 dall’occultista Meade Layne e dal medium Mark Probert a San Diego. Proprio nel 1946 il BSRF introdusse nel suo sistema di credenze una serie di idee che possono definirsi di tipo strettamente ufologico.
Questa fase della vita della Loggia Agape fu segnata da esperienze percettive di ogni genere. Si andò, nel giro di poco più di un anno, dai poltergeist a visioni di entità descritte come fantasmi. Nel corso di uno dei rituali, diversi sostennero di aver visto delle banshees, gli spiriti femminili forieri di morte del folklore irlandesi, urlare attraverso le finestre dell’edificio in cui la Loggia aveva sede. Qualsiasi cosa fosse all’origine di queste esperienze visionarie, in quest’ultima occasione l’ingegnere aeronautico Edward S. Forman, che Parsons aveva convinto a partecipare al gruppo, uscì traumatizzato dalla “visione”. Il ricordo dell’episodio, a quanto pare, lo turbò a lungo. Altri vedevano entità simili a fate, sentivano voci provenire dal nulla, oppure descrivevano sfere luminose che si aggiravano nel cielo, basse intorno alla casa.
Tutto questo, però, avveniva in un contesto ancora più sorprendente – a dir poco. Nella primavera del 1945, alla Loggia Agape era infatti arrivato un personaggio destinato ad acquisire fama planetaria, e cioè L. Ron Hubbard, scrittore di fantascienza che anni dopo avrebbe creato uno dei movimenti neoreligiosi più discussi dei nostri tempi, Dianetics. Parsons si convinse quasi subito che Hubbard fosse dotato di poteri superiori, e, negli stessi mesi, di essere in grado di comunicare con vari tipi di intelligenze superiori, come il suo Angelo Custode, l’Imperatrice, una donna alata, molto bella e dai capelli rossi. Il guaio fu che Sara Northrup, la sorella minore della moglie di Parsons, peraltro ormai abbandonata, strinse una relazione con Hubbard, e in breve tempo lasciò a sua volta il gruppo e lo stesso Parsons!
Fu allora che, probabilmente, il nostro uomo raggiunse il culmine del lungo ciclo del rapporto con l’ambiente di Crowley e con le sue convinzioni, un ciclo che si era aperto sei anni prima. Alla fine del 1945, stavolta anche lui stravolto per l’abbandono di Sara che ormai si stava consumando, annunciò ai membri della Loggia che era arrivato il momento di iniziare l’Opera di Babalon.
Di che cosa si trattava? Beh, di evocare Babalon, una dea del mondo di Thelema, l’universo magico concepito da Crowley, che nella sua forma più astratta rappresentava per lui l’impulso sessuale femminile, e che era identificato con la Madre Terra. Parsons compiva atti di autoerotismo al suono del Concerto n. 2 per violino di Prokofiev, mentre Hubbard, che fungeva da “scriba” per le sue speciali capacità, scrutava il piano astrale in cerca di visioni e altri segnali da Babalon. Nel febbraio del 1946, un ultimo lungo rito si tenne nel vicino deserto di Mojave, che negli anni a venire diventerà una mecca per occultisti e contattisti UFO: l’Opera di Babalon per lui era conclusa. Ma non lo erano – proprio per niente – le sue peripezie.
Verso la fine
A Pasadena era arrivata un’altra donna che aveva sentito parlare del gruppo, un’illustratrice allora disoccupata, Marjorie Cameron. C’è bisogno di dirlo? Parsons scoprì che era una creatura “elementale”, una manifestazione di Babalon. La coinvolse nei riti incentrati sul sesso, e lei gli descrisse l’avvistamento di uno strano oggetto volante, che lui, quasi inevitabilmente, considerò una “materializzazione” in una manifestazione fisica di Babalon! Quando, a partire dall’anno seguente, il 1947, prese forma il mito degli UFO, Cameron cominciò ad interessarsene attivamente, ricollegando quello che riteneva di aver visto in cielo alla nuova moda: quella dei dischi volanti, letti in un’ottica esoterica e occultistica. In seguito fu anche una notevole poetessa e pittrice.
La parabola di Parsons però intanto continuava: ricevette per scrittura automatica un testo, il Liber 49, che annunciò in maniera entusiastica rappresentare una parte mancante di uno dei testi fondatori del pensiero di Crowley, il Libro della legge. Crowley andò su tutte le furie, ma Parsons ormai viveva in un altro mondo: riuscì a perdere quasi tutti i soldi che aveva, affidati alla ex-moglie che, intanto, se ne era andata via con Hubbard…
I cinque, restanti anni di vita di Parsons furono, per così dire, sempre più disordinati. La Loggia Agape cessò in sostanza di esistere nel 1949. Nel frattempo lui e Marjorie Cameron si erano trasferiti in una cittadina costiera della California, Manhattan Beach. Si sposarono, ma il matrimonio durò, tanto per cambiare, molto poco. Per sua fortuna, grazie alle competenze che possedeva, Parsons aveva trovato lavoro in un’altra impresa missilistica, la North American Aviation, e lì partecipò alle fasi iniziali del progetto per un missile da crociera con portata intercontinentale e dotabile di testate nucleari, l’SM-64 Navaho, che però non entrò mai in servizio. Ma ormai si era compromesso in troppe cose. L’interesse per forme di occultismo guardate da molti con sospetto, l’uso frequente di droghe, le frequentazioni di militanti comunisti gli fruttarono la revoca da parte dell’FBI delle autorizzazioni di sicurezza che gli permettevano di partecipare a programmi di sviluppo di sistemi d’arma così importanti.
E così, Parsons si gettò di nuovo a capofitto nell’occultismo. Operando sempre nel sistema di pensiero crowleyano, Thelema, si diede a nuovi rituali in cui cercava di “attraversare l’Abisso” – dove per Abisso è da intendersi un concetto crowleyano che può interpretarsi come lo iato tremendo che separerebbe il mondo manifesto, quello che viviamo, dalla sua fonte divina. Descrisse un’esperienza fuori dal corpo (OBE) nella quale “astralmente” veniva trasportato nell’antica città biblica di Corazin, uno dei centri abitati che nel Vangelo di Matteo respingono il messaggio di Gesù, e per questo vengono maledetti; dichiarò poi che in lui si era manifestata un’entità, “Belarion Armillus Al Dajjal, l’Anticristo”, manifestazione della Bestia apocalittica nell’interpretazione che ne aveva dato Crowley, e così via.
Una morte tragica
Nel giugno del 1952, riconciliati per l’ennesima volta, Marjorie Cameron e Jack Parsons stavano organizzando un viaggio in Messico. Lui aveva intenzione di creare una fabbrica di esplosivi e lavorare per le autorità messicane. Contava di lasciare gli Stati Uniti e di rifarsi una vita oltre confine. Il 17 giugno, ventiquattr’ore prima della partenza prevista, Parsons pensò bene di affrettarsi a lavorare a una fornitura di esplosivi scenografici per il set di un film. Mise del fulminato di mercurio in un barattolo, ma quello cadde, causando uno scoppio iniziale che andò a innescare altri prodotti chimici che teneva in laboratorio. L’esplosione fu catastrofica, e Parsons morì circa quaranta minuti dopo.
Appreso quanto era accaduto, sua madre si suicidò con dei barbiturici. Il padre era morto cinque anni prima in un ospedale psichiatrico – a quanto pare, ricoverato per una grave forma di depressione maggiore accompagnata da allucinazioni.
Marjorie Cameron disperse le ceneri di Parsons nel deserto di Mojave, che ormai stava diventando una mecca per contattisti UFO, mistici, primi esponenti della beat generation, cercatori di spiritualità moderne. In seguito, malgrado tutte le burrasche che Parsons le aveva provocato, tentò di entrare in contatto con lui via “proiezione astrale”. Si tagliò le vene come parte dei rituali, ma venne soccorsa. Quando, poco dopo, negli Stati Uniti si abbatté una colossale mania di avvistamenti di presunti dischi volanti, che nella seconda metà di luglio, a Washington, culminò in un vero e proprio panico, considerò quelle manifestazioni come parte della risposta che attendeva dai suoi contatti con Jack.
Poi, proseguì la sua notevole carriera di artista visiva, completamente immersa in realtà “altre”, con ampio spazio dedicato agli UFO e a una lunga amicizia con il contattista George van Tassel. Morì nel 1995.
Una vita intera in un Altrove Assoluto
La personalità eccessiva di Parsons è testimoniata da un gran numero di fonti storiografiche. È plausibile ipotizzare che, col passare degli anni, la sua capacità di adattamento alla realtà si fosse deteriorata. Gli ambienti lavorativi, e la società in senso ampio, gli erano ostili. Dell’evocazione di Babalon di Thelema non ne volevano sapere nulla.
Secondo John Carter, uno dei suoi biografi, l’inventore di combustibili per razzi e l’occultista Parsons, sempre in equilibrio più che precario fra la realtà e il suo mondo interno, era, in un certo senso, più realista del re. S’interessò da giovane a vari ambiti del pensiero esoterico, come la Teosofia, ma passò gran parte della sua vita a cercare interpretazioni e pratiche estreme di Thelema, il sistema di Aleister Crowley, che già di per sé non era una passeggiata. Voleva essere il primo dei crowleyani, l’adepto perfetto.
Per il perseguimento della Vera Volontà (True Will), uno dei concetti fondamentali di Thelema, per Parsons c’erano quattro ostacoli da superare, tutti legati alla paura: quello della propria incompetenza, quella dell’opinione degli altri, quella di far male agli altri, quella dell’insicurezza. Talmente estremo fu Parsons, da considerare persino l’intero movimento occultistico di Crowley, l’OTO, Ordo Templi Orientis, nient’altro che una specie di scuola elementare per perseguire i dettami del testo principe di Crowley, il Libro della Legge.
Un fondamentalista, a modo suo, in cui il pensiero era al di sopra di tutto. Al di sopra degli uomini, delle donne, delle loro istituzioni, delle norme – e, anche, purtroppo per lui, delle formule della chimica degli esplosivi e delle normali regole di sicurezza per maneggiarli.
Immagine di apertura: foto dal Los Angeles Times., maggio 1938. Da Wikimedia Commons, pubblico dominio