Speciale “Museo Lombroso”: La collezione del museo
TORNA ALL’INTRODUZIONE DELLO SPECIALE
Il museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” è un’esposizione permanente presso il Palazzo degli Istituti Anatomici di Torino; contiene la collezione omonima, raccolta dal medico di origine veneta nel corso di anni di ricerca, e una serie di ulteriori reperti collegati alla scienza criminologica. Iniziata nel 1859, portata al grande pubblico dell’Esposizione Generale Italiana nel 1884 e trasferita nella sede di via Po dell’Università di Torino nel 1877, la collezione – comprendente non solo reperti legati agli studi di antropologia criminale, ma anche alla ricerca medica di Lombroso, ad esempio in merito alla pellagra – seguì le varie sedi dell’Istituto Anatomico nel corso del XX secolo, come museo universitario accessibile a studenti e docenti. La raccolta tornò in esposizione nel 1985 all’interno della Mostra “La Scienza e La Colpa” e trovò il suo spazio attuale solo nel 2009, all’interno del Palazzo degli Istituti Anatomici e inserito nel contesto del Polo Museale dedicato al positivismo scientifico torinese a cavallo del XIX e XX secolo, insieme al museo di Anatomia Umana e al museo della Frutta.
Il Prof. Silvano Montaldo, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Torino e direttore del museo di Antropologia Criminale, ci spiega il cuore della raccolta: «cinque collezioni, in particolare, sono di assoluto rilievo: quella di ceramica carceraria, frutto dell’interesse di Lombroso per il gergo e i simboli del mondo del delitto; quella di fotografia giudiziaria, costituita da quasi 5.000 fotografie provenienti dai quattro angoli del pianeta; quella dei tatuaggi, forse la più grande collezione esistente in Europa, almeno per quel che riguarda gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi del XX; la serie delle maschere mortuarie realizzate da un suo seguace, Lorenzo Tenchini, sui detenuti delle carceri di Parma; infine le opere di art brut, ovvero le creazioni artistiche realizzate all’interno degli ospedali psichiatrici: Lombroso, convinto dell’esistenza di un nesso tra genialità e follia, fu tra i primi a collezionarle. E poi ci sono corpi di reato, modelli di edilizia carceraria, la collezione anatomica, i preparati per la ricerca sulle cause della pellagra, i cosiddetti “calchi medianici”, risalenti agli anni in cui si occupò di spiritismo, l’arredo del suo studio privato, gli omaggi di artisti suoi amici, e quanto rimane del suo archivio personale».
Per capire perché esista a Torino il museo di Antropologia Criminale, è necessario definire il contesto storico rappresentato all’interno delle esposizioni. Il Positivismo è un movimento culturale e filosofico – nato in Francia a metà del XIX secolo a seguito della rivoluzione industriale e delle grandi conquiste della scienza – che esalta il progresso, in particolare tecnologico e scientifico, ambendo ad estendere la procedura induttiva e il controllo empirico a tutti i campi della conoscenza. Simile per certi versi all’Illuminismo, il Positivismo se ne discosta molto in questa interpretazione assolutistica e idealizzata della scienza; in Italia – dove attecchisce come fenomeno derivativo, in assenza di una vera e propria rivoluzione industriale – trova terreno fertile nell’ambito delle scienze umane, dalla psicologia alla pedagogia, in risposta alla difficile integrazione culturale a seguito dell’unificazione del regno.
Pingback: Speciale “Museo Lombroso”: Ha senso chiudere il museo?
Pingback: Speciale “Museo Lombroso”
Pingback: Speciale “Museo Lombroso”: Chi era Cesare Lombroso? Intervista a Matteo Borrini
Pingback: Speciale “Museo Lombroso”: Musei, Complotti, Razzismo e Antisemitismo: un approfondimento